Buric al servizio della bioedilizia
Progetto per l'utilizzo delle "palle di Nettuno" nella realizzazione di pannelli isolanti.
Alghe e buric a san Giovanni |
Dal mare alla bioedilizia.
Futuro green per le sfere di paglia marina spiaggiate sui litorali della Riviera.
I “buric” si sposano con il mattone per costruire case sempre più ecologiche. Parte da Alghero la sperimentazione per l'utilizzo di questo materiale nella realizzazione di pannelli isolanti.
Il comune ha preso contatti con l'azienda Edilana di Guspini, pluri-premiata in campo internazionale per i suoi innovativi prodotti naturali termo-isolanti con l'impiego della lana di pecora.
Ora la nuova sfida è sperimentare l'utilizzo di queste masse, presenti in grandissime quantità negli arenili algheresi, legato al risparmio energetico. Entusiasta di questa novità Elena Riva, assessore all'Ambiente:
Ora la nuova sfida è sperimentare l'utilizzo di queste masse, presenti in grandissime quantità negli arenili algheresi, legato al risparmio energetico. Entusiasta di questa novità Elena Riva, assessore all'Ambiente:
«Stiamo lavorando per capire come dobbiamo comportarci con questi materiali - dice - e stiamo cercando di seguire tutte le strade per applicare il concetto che non si tratta di rifiuti ma di risorse. È una materia prima e come tale andrebbe valorizzata».
Al momento il progetto è allo stadio embrionale. Prima di partire con la sperimentazione c'è da affrontare il percorso burocratico per accedere a tutte le autorizzazioni. Non solo per lo sfruttamento della paglia marina a questo scopo, ma anche per il trasporto da un territorio provinciale a un altro. Appena saranno raccolti i permessi necessari, i buric troveranno applicazione nel campo della bioedilizia. L'amministrazione intanto è alla ricerca di una soluzione eco-sostenibile anche per la posidonia.
Nei giorni scorsi a Cagliari si è aperto un tavolo tecnico regionale di cui fanno parte, oltre agli esperti della Conservatoria delle Coste anche le aree marine di Alghero Capo Caccia-Isola Piana, di Tavolara e Villasimius, per capire come adeguare le prescrizioni in vigore. Dal confronto dovrà saltar fuori una sorta di vademecum da applicare caso per caso. «Abbiamo chiesto come dobbiamo comportarci di fronte a grandi o piccoli spiaggiamenti di posidonia - spiega Elena Riva - ovviamente è un problema che va gestito in base alla località, dove possono verificarsi eventi eccezionali o, come per Alghero, dove il fenomeno è cronico».
Terminata l'estate un pool di esperti nazionali verrà in città per affrontare il discorso su come far fronte all'emergenza alghe. È in programma a settembre una tavola rotonda a cui saranno invitate tutte le parti interessate al problema: non solo i rappresentanti di tutte le istituzioni coinvolte, ma anche i protagonisti del mondo dell'impresa o della ricerca e le associazioni ecologiste, per confrontarsi sul tema della gestione sostenibile della posidonia. Sarà fondamentale anche capire come conciliare l'esigenza di salvaguardia degli arenili quando la coperta di alghe rischia di diventare un ostacolo allo sviluppo turistico.
Al momento il progetto è allo stadio embrionale. Prima di partire con la sperimentazione c'è da affrontare il percorso burocratico per accedere a tutte le autorizzazioni. Non solo per lo sfruttamento della paglia marina a questo scopo, ma anche per il trasporto da un territorio provinciale a un altro. Appena saranno raccolti i permessi necessari, i buric troveranno applicazione nel campo della bioedilizia. L'amministrazione intanto è alla ricerca di una soluzione eco-sostenibile anche per la posidonia.
Nei giorni scorsi a Cagliari si è aperto un tavolo tecnico regionale di cui fanno parte, oltre agli esperti della Conservatoria delle Coste anche le aree marine di Alghero Capo Caccia-Isola Piana, di Tavolara e Villasimius, per capire come adeguare le prescrizioni in vigore. Dal confronto dovrà saltar fuori una sorta di vademecum da applicare caso per caso. «Abbiamo chiesto come dobbiamo comportarci di fronte a grandi o piccoli spiaggiamenti di posidonia - spiega Elena Riva - ovviamente è un problema che va gestito in base alla località, dove possono verificarsi eventi eccezionali o, come per Alghero, dove il fenomeno è cronico».
Terminata l'estate un pool di esperti nazionali verrà in città per affrontare il discorso su come far fronte all'emergenza alghe. È in programma a settembre una tavola rotonda a cui saranno invitate tutte le parti interessate al problema: non solo i rappresentanti di tutte le istituzioni coinvolte, ma anche i protagonisti del mondo dell'impresa o della ricerca e le associazioni ecologiste, per confrontarsi sul tema della gestione sostenibile della posidonia. Sarà fondamentale anche capire come conciliare l'esigenza di salvaguardia degli arenili quando la coperta di alghe rischia di diventare un ostacolo allo sviluppo turistico.
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