I Comuni italiani sull’orlo del fallimento
I comuni devono approvare i bilanci di previsione del 2013 entro il 30 settembre. No, non è un refuso.
Antonio Budruni |
I comuni devono approvare i bilanci di previsione del 2013 entro il 30 settembre. No, non è un refuso e non c’è niente da ridere. Il governo ha infatti concesso una proroga anche in virtù delle scelte che dovranno essere fatte sull’Imu.
Dunque, i comuni – se tutto andrà bene – approveranno il 30 settembre un bilancio di previsione che avrà una fase di attuazione di soli tre mesi (ottobre, novembre e dicembre).
Nei giorni scorsi, il sindaco di Torino Piero Fassino (di recente eletto presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani) ha rilasciato una durissima intervista a un quotidiano nazionale riservando durissime critiche ai governi del recente passato e a quello attualmente in carica, accusandoli di aver utilizzato i comuni italiani come bancomat del governo.
Alla domanda della giornalista sull’imminente scadenza per l’approvazione del bilancio di previsione e sui rischi eventuali per i comuni, Fassino risponde: «I Comuni rischiano di saltare, ma se saltano loro salta il Paese».
Segue, poi, una sfuriata che rivela la situazione drammatica che vivono i comuni italiani:
«Negli ultimi 18 mesi, i governi prima Monti, poi l' attuale, hanno varato 16 decreti che ci riguardano, costringendo ogni volta i sindaci a rifare i bilanci. E questi decreti, colmi di norme che pretendono di spiegarci come governare, sono scritti da persone che non hanno idea di com'è fatto un Comune e che danno l' impressione di non saper amministrare nemmeno un condominio. Loro non ci mettono la faccia, noi sì, siamo stati eletti dai cittadini e a loro rispondiamo. Chiediamo al governo un incontro urgente».
Oggi, 29 luglio, per raggiungere Milano e poter partecipare ad una riunione dell’Anci proprio con Fassino, il sindaco di un piccolo comune dell’hinterland milanese, Enrico Sozzi, eletto con una lista civica, ha fatto i 27 km che separano il proprio comune, Settala, da Milano, in bicicletta e indossando la fascia tricolore. Ai giornalisti ha dichiarato che il comune non ha i soldi per la benzina e lui, per protesta contro il governo, si era fatto quasi trenta km in bicicletta.
«Nel 2013 – ha detto – abbiamo avuto una media di 4 euro al giorno da spendere per la benzina dei mezzi comunali. In un anno sono poco più di mille euro per il carburante. Siamo alla canna del gas anche per quanto riguarda le scuole. Abbiamo realizzato una serie di lavori nelle scuole e gli arredi sono interamente a carico della amministrazione, ma dove troviamo i soldi? Il Comune di Settala è virtuoso: abbiamo un attivo di 8 milioni di euro che non possiamo utilizzare per fare investimenti a causa dei vincoli del patto di stabilità.»
Questa è la dura realtà con la quale devono misurarsi quotidianamente i comuni italiani. Spesso, però, i cittadini non ne hanno consapevolezza. Anche perché non tutti i sindaci reputano importante informarli o protestare per far valere le ragioni dei loro amministrati.
Correzione (30 Luglio, ore 9.33): La precedente versione dell'articolo riportava erroneamente il nome dell'attuale Sindaco di Torino.
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