Il poker algherese
Nella "crisi" della giunta Lubrano, le carte sono ora sul tavolo.
Carlo Mannoni |
Sulla politica algherese abbiamo scritto e scriviamo da tempo in tanti. In questi giorni gli interventi, tutti autorevoli, sulla "crisi" della giunta Lubrano si ripetono incalzanti. Anche il sindaco ha, finalmente, detto pubblicamente la sua.
Le carte del poker sono ora, sul tavolo, ben scoperte o, se amate gli scacchi, le posizioni sulla scacchiera dei pezzi "pesanti" preludono a mosse definitive o dichiarate tali.
Dopo lo sciame sismico delle critiche, delle repliche e delle contro repliche, c'è da aspettarsi per caso uno scossone, anche se di assestamento, che stabilizzi la (nuova) giunta comunale verso un futuro di proficuo lavoro?
Il sindaco, passando al poker, si dichiara però "servito" perché la giunta, compreso se stesso, a lui va bene così. Come non comprenderlo? Uno ci tiene all'esultanza di un anno fa e cerca di far di tutto per non trasformarla in immagini di repertorio del "come eravamo".
L'alternativa è un terremoto che mandi tutti a gambe all'aria? O per caso un infinito "Cip", sempre per stare al poker, che porti a non decidere alcunché per tutti e quattro gli anni che mancano a completare il mandato del sindaco? Si chiama "sindrome di Maspes e Gaiardoni", due grandissimi ciclisti su pista del passato, che vuol dire un'infinita surplace (sul posto) aspettando che sia l'avversario a partire per primo, per poi controllarlo e rimontarlo.
Gli argomenti da "sotto l'ombrellone" o da lunghe passeggiate sul mare, come si vede, non mancano. Però alla "consolle" il regista non si sente, non comunica ai tecnici, agli attori, agli operatori il da farsi. Sembra non avere una regia. E tutto pare languire in un'attesa improduttiva, tanto che lo spontaneismo cittadino ha preso a supplire all'indifferenza, obiettiva anche se non voluta, questo lo spero, delle istituzioni cittadine.
Dalla recentissima "adottiamo un'aiuola" passeremo forse ad un "adottiamo una piazza" per poi arrivare ad adottare un intero quartiere che prelude all'adozione di tutto il comune? Chi lo sa? Se così fosse, saremmo in quella "partecipazione dal basso" che era stato uno dei motivi forti della campagna elettorale del sindaco? No senz'altro dato l'attuale contesto, perché ciò sarebbe il segno, al contrario, di un distacco definitivo dei cittadini algheresi dalle istituzioni comunali.
Ma se tutto ciò dovesse succedere, a quel punto il sindaco stesso, riprese in mano le carte del poker e lanciatele disordinatamente sul tavolo, non potrebbe che affermare sconsolatamente: "Passo".
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