Il senso dei rifiuti
Il rapporto tra uomo e materia prima, è il vero problema della società odierna.
Paola Correddu |
Produrre rifiuti non ha senso e non è conveniente.
Solo la società umana produce rifiuti. La Natura non produce rifiuti. In natura i processi sono ciclici, i materiali vengono continuamente riciclati, i sottoprodotti di un processo sono le materie prime di un altro.
Un andamento ciclico quello della natura che la società umana ha rifiutato sostituendolo con un andamento lineare in nome del consumismo. Una spinta sfrenata alla continua produzione di beni di consumo e al loro acquisto comporta un vertiginoso incremento nella produzione di rifiuti e un sempre maggiore utilizzo di nuove materie prime che ormai scarseggiano considerato che l’impostazione consumistica interessa oggi fasce sempre più estese di popolazione mondiale.
Questo è l’andamento che dobbiamo interrompere, mirando ad una progressiva riduzione della produzione dei rifiuti e ripristinando quella ciclicità che vige in natura attraverso l’utilizzo di buone pratiche di gestione dei rifiuti in cui nulla si distrugge ma tutto viene trasformato e quindi anche il rifiuto viene convertito in risorsa, in nuovo prodotto da commercializzare, diventando così fonte di guadagno e non costo per la collettività.
Solo attraverso “buone pratiche” di gestione dei rifiuti si può salvaguardare l’ambiente, tutelare la salute, favorire il recupero di risorse evitando sprechi di materia, creare nuovi posti di lavoro, ottenere vantaggi economici per l’utenza. visto che la “gestione integrata dei rifiuti” che affianca alla raccolta differenziata lo stoccaggio in discarica e lo smaltimento tramite incenerimento rappresenta una pratica molto onerosa oltre che altamente inquinante e pericolosa per la salute.
Il tema della gestione delle risorse e della produzione dei rifiuti, il rapporto tra uomo e materia prima, è il vero problema della società odierna, quello che dovrebbe stare al centro dell’attenzione dei nostri rappresentanti politici che, se fossero lungimiranti e capaci di visione prospettica, dovrebbero proporre e sostenere nuovi modelli di sviluppo che siano sostenibili per l’ambiente, rispettosi della salute umana ed economicamente vantaggiosi.
Le resistenze che a tutti i livelli si incontrano per una gestione virtuosa dei rifiuti, a cominciare da una efficace politica della riduzione, sono espressione, magari inconsapevole, di interessi in buona parte illeciti che trovano il loro essere nell’esistenza stessa dei rifiuti e della loro inesorabile crescita.
Da atti parlamentari si evince che in Italia la gestione illecita riguarda una quota superiore al 30% che equivale ad oltre 35 mln di t di rifiuti anno, soprattutto speciali. E non è solo la criminalità organizzata ad operare in modo illegale poiché ad alimentare il mercato illecito sono anche industrie a rilevanza nazionale ed internazionale, comprese aziende a partecipazione di capitale pubblico.
Affrontare con decisione il problema dei rifiuti significa essere consapevoli degli enormi interessi in gioco e delle strette connessioni esistenti fra apparati politici/finanziari/amministrativi e criminalità più o meno organizzata.
Produrre rifiuti non è conveniente. Non lo è sotto il profilo ambientale, della salute ma anche economico e lavorativo. Produrre rifiuti non è l’ineluttabile prezzo che dobbiamo pagare per avere una vita più comoda, per garantire lo sviluppo economico.
L’incentivazione alla produzione di rifiuti giova solo alle mafie e a tutti quei politici corrotti che con le mafie fanno affari.. Costruire nuove discariche, favorire l’incenerimento dei rifiuti per la produzione di energia attraverso meccanismi di incentivazione statale come il CIP 6, oltre che disincentivare la differenziazione dei rifiuti, inquinare l’ambiente e mettere in pericolo la salute delle comunità, impoverire le tasche dei cittadini per gli alti costi di gestione, mantiene in piedi questo sistema malavitoso che dai rifiuti trae la sua ricchezza,senza farsi scrupoli, anche quando si tratta di smaltire rifiuti pericolosi.
Ridurre, addirittura azzerare la produzione dei rifiuti si può e si deve.
L’unico problema è che bisogna volerlo. Lo devono volere i cittadini e lo devono volere i politici attraverso strumenti normativi che accantonino l’uso di discariche ed inceneritori per favorire quelle buone pratiche di cui abbiamo parlato.
L’incentivazione alla produzione di rifiuti giova solo alle mafie e a tutti quei politici corrotti che con le mafie fanno affari.. Costruire nuove discariche, favorire l’incenerimento dei rifiuti per la produzione di energia attraverso meccanismi di incentivazione statale come il CIP 6, oltre che disincentivare la differenziazione dei rifiuti, inquinare l’ambiente e mettere in pericolo la salute delle comunità, impoverire le tasche dei cittadini per gli alti costi di gestione, mantiene in piedi questo sistema malavitoso che dai rifiuti trae la sua ricchezza,senza farsi scrupoli, anche quando si tratta di smaltire rifiuti pericolosi.
Ridurre, addirittura azzerare la produzione dei rifiuti si può e si deve.
L’unico problema è che bisogna volerlo. Lo devono volere i cittadini e lo devono volere i politici attraverso strumenti normativi che accantonino l’uso di discariche ed inceneritori per favorire quelle buone pratiche di cui abbiamo parlato.
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