La lezione delle discariche abusive
Manca agli amministratori la percezione delle autentiche necessità degli utenti.
Enrico Muttoni |
Lungo la strada da Alghero a Mamuntanas, (ma poteva essere ovunque) si è venuto a formare un voluminoso e spontaneo punto di gettito di rifiuti.
Le rimostranze si sono levate subito alte e sentite, gridando alla vergogna e all'inciviltà.
Ma, dopo aver registrato l'evento, mi son detto: passiamo dalla parte dei cittadini. Che hanno dato, in questa occasione, un segnale ben preciso. Che il luogo in cui è avvenuto il misfatto è comodo e trafficato, e che quindi va attrezzato alla bisogna e che, soprattutto, il sistema corrente in di ritiro dei rifiuti non è né comodo, né razionale.
Perché la cittadinanza è stanca di vedere servizi ed opere pubbliche organizzate non per facilitare la vita ai residenti e forestieri, ma solo per ottimizzare i ricavi di qualcuno o semplicemente per spendere soldi pubblici.
Quello che quindi manca agli amministratori ed ai gestori di servizi pubblici è proprio la percezione delle autentiche necessità degli utenti. La cosa meraviglia un po', perché, a turno, anche essi diventano utenti. Ma evidentemente godono di corsie e trattamenti preferenziali, che gli impediscono di operare una critica costruttiva della realtà. Il ritiro dei rifiuti è diventato, per i cittadini, una piccola tortura.
Perché la cittadinanza è stanca di vedere servizi ed opere pubbliche organizzate non per facilitare la vita ai residenti e forestieri, ma solo per ottimizzare i ricavi di qualcuno o semplicemente per spendere soldi pubblici.
Quello che quindi manca agli amministratori ed ai gestori di servizi pubblici è proprio la percezione delle autentiche necessità degli utenti. La cosa meraviglia un po', perché, a turno, anche essi diventano utenti. Ma evidentemente godono di corsie e trattamenti preferenziali, che gli impediscono di operare una critica costruttiva della realtà. Il ritiro dei rifiuti è diventato, per i cittadini, una piccola tortura.
C'è la raccolta differenziata. Bene. Ma per le famiglie a piccolo numero di componenti, che hanno una produzione di rifiuti ridotta, selezionare è un fastidio in più. La raccolta di plastica e cartone porta a porta è complicata dal fatto che, se piove, il cartone si ammolla e salta il ritiro, e se c'è vento, la plastica viene trascinata. I recinti in rete metallica di Galboneddu, per esempio, fermano tutta la plastica trasportata dal vento, in uno spettacolo desolante. Il terreno tra la zona commerciale e la statale per Olmedo è in totale disordine. Il paradosso è che il cittadino disciplinato va all'ecocentro per conferire ordinatamente i propri rifiuti, mentre tutto l'intorno, dalla campagna ai cassonetti, fa distogliere lo sguardo. La reazione psicologica è pavloviana: ma chi me lo fa fare? Se devo sprecare tempo e benzina, allora meglio l'organizzazione spontanea tipo Mamuntanas. Una lezione, questa, di cui però non verrà fatto tesoro.
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