Negare, divagare e fuorviare
Secondo l'attuale giunta regionale cresciamo di "taglia" ma nessuno se ne accorge.
Carlo Mannoni |
Ho ancora un vivo ricordo di un mio compagno di classe che è stato, nel suo piccolo, un perfetto antesignano di certi politici di oggi, la cui tecnica nel divagare, nel glissare e nel deviare dai problemi reali è divenuta ormai una regola.
In terza media, anno scolastico 1959/1960, nelle scuole di via Tarragona appena inaugurate, un alunno della mia classe, tanto perspicace quanto poco avvezzo allo studio, soleva tentare di sviare, infatti, le domande del docente di geografia.
La tecnica era tanto semplice quanto maldestra. Una volta, ad esempio, dovendo illustrare i fiumi dell'Inghilterra, rispose che il regime dei fiumi di quella nazione era assai diverso da quello svizzero. E via, allora, a parlare dei fiumi della Svizzera che evidentemente aveva studiato per qualche precedente interrogazione.
Il clou lo raggiunse, in quell'occasione, quando la professoressa, una supplente, gli chiese di parlare della città di Londra. L'alunno, imperterrito, si limitò a dire che a Londra qualche mese prima, esattamente il 3 novembre del 1959, il pugile sardo Piero Rollo era stato immeritatamente battuto dal britannico Fred Gilroy perdendo il titolo europeo dei pesi gallo.
Quest'episodio mi è venuto in mente leggendo il botta e risposta tra Mario Bruno e l'assessore regionale del bilancio Alessandra Zedda, a commento dei dati del recente rapporto della Cna sulla competitività della Sardegna, che è la prima regione italiana nella disoccupazione giovanile e si colloca tra le ultime regioni europee per innovazione, istruzione, qualità della vita e persino nel turismo, rispetto alle regioni concorrenti.
A Mario Bruno che, nell'occasione, ha denunciato l'assenza di qualsiasi politica di settore da parte della giunta Cappellacci, compresa la mancata spesa dei Fondi comunitari del Por 2007-2013, per tentare di avviare, in Sardegna, il recupero dal gap esistente con le altre regioni europee, ha risposto l'assessore regionale al bilancio rammentando che, al contrario, siamo primi in tutto o quasi tutto.
E per rassicurarci rammenta che nell'innovazione, quest'anno, siamo cresciuti di taglia passando da una posizione "modest medium" alla classe "moderate high", mentre nell'utilizzo dei fondi comunitari siamo i primi in Italia. Esattamente come da copione, scritto e recitato costantemente dal Cappellacci dei nuovi 100.000 posti di lavoro della campagna elettorale del 2009, nel quale la Sardegna di oggi non è per lui un problema proiettato com'è verso la Sardegna del futuro.
Insomma, secondo l'attuale giunta regionale cresciamo di "taglia" ma nessuno se ne accorge, mentre nel Por, dove avremo speso, si e no, il 25 per cento effettivo degli originali 1,7 miliardi a disposizione, saremmo addirittura tra i primi in Italia e di ciò dovremmo consolarci.
La regola è dunque negare, e se è possibile, divagare ove non si riesca addirittura a fuorviare. E' lecito tutto ciò? Ma che domanda! Sarò, pure di parte, lo riconosco, ma in tutto ciò Cappellacci è tale e quale l'alunno del lontano anno scolastico 1959/1960, terza media nelle scuole di via Tarragona ad Alghero.
In terza media, anno scolastico 1959/1960, nelle scuole di via Tarragona appena inaugurate, un alunno della mia classe, tanto perspicace quanto poco avvezzo allo studio, soleva tentare di sviare, infatti, le domande del docente di geografia.
La tecnica era tanto semplice quanto maldestra. Una volta, ad esempio, dovendo illustrare i fiumi dell'Inghilterra, rispose che il regime dei fiumi di quella nazione era assai diverso da quello svizzero. E via, allora, a parlare dei fiumi della Svizzera che evidentemente aveva studiato per qualche precedente interrogazione.
Il clou lo raggiunse, in quell'occasione, quando la professoressa, una supplente, gli chiese di parlare della città di Londra. L'alunno, imperterrito, si limitò a dire che a Londra qualche mese prima, esattamente il 3 novembre del 1959, il pugile sardo Piero Rollo era stato immeritatamente battuto dal britannico Fred Gilroy perdendo il titolo europeo dei pesi gallo.
Quest'episodio mi è venuto in mente leggendo il botta e risposta tra Mario Bruno e l'assessore regionale del bilancio Alessandra Zedda, a commento dei dati del recente rapporto della Cna sulla competitività della Sardegna, che è la prima regione italiana nella disoccupazione giovanile e si colloca tra le ultime regioni europee per innovazione, istruzione, qualità della vita e persino nel turismo, rispetto alle regioni concorrenti.
A Mario Bruno che, nell'occasione, ha denunciato l'assenza di qualsiasi politica di settore da parte della giunta Cappellacci, compresa la mancata spesa dei Fondi comunitari del Por 2007-2013, per tentare di avviare, in Sardegna, il recupero dal gap esistente con le altre regioni europee, ha risposto l'assessore regionale al bilancio rammentando che, al contrario, siamo primi in tutto o quasi tutto.
E per rassicurarci rammenta che nell'innovazione, quest'anno, siamo cresciuti di taglia passando da una posizione "modest medium" alla classe "moderate high", mentre nell'utilizzo dei fondi comunitari siamo i primi in Italia. Esattamente come da copione, scritto e recitato costantemente dal Cappellacci dei nuovi 100.000 posti di lavoro della campagna elettorale del 2009, nel quale la Sardegna di oggi non è per lui un problema proiettato com'è verso la Sardegna del futuro.
Insomma, secondo l'attuale giunta regionale cresciamo di "taglia" ma nessuno se ne accorge, mentre nel Por, dove avremo speso, si e no, il 25 per cento effettivo degli originali 1,7 miliardi a disposizione, saremmo addirittura tra i primi in Italia e di ciò dovremmo consolarci.
La regola è dunque negare, e se è possibile, divagare ove non si riesca addirittura a fuorviare. E' lecito tutto ciò? Ma che domanda! Sarò, pure di parte, lo riconosco, ma in tutto ciò Cappellacci è tale e quale l'alunno del lontano anno scolastico 1959/1960, terza media nelle scuole di via Tarragona ad Alghero.
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