Suggerimenti al sindaco
Lubrano farebbe bene a dar retta a chi gli suggerisce un radicale cambio di passo.
Giovanni Oliva |
In questi giorni si susseguono le dichiarazioni di importanti sostenitori del sindaco Stefano Lubrano nelle quali anche alcuni sponsor politici e innamorati della prim’ora, a un anno dalla sua elezione, rivelano la loro profonda delusione.
Io posso dire invece di non essere assolutamente deluso. E non sono deluso da Stefano perché non mi sono mai illuso sulle sue personali capacità politiche e sul fatto che da solo potesse conoscere e da solo risolvere tutti i gravi problemi della città.
Non avevo dubbi sul fatto che per il bene comune di Alghero occorresse un profondo cambiamento e quindi prima di tutto una discontinuità amministrativa e programmatica che sarebbe stata possibile solo se fosse stata sconfitta la coalizione di destra che vedeva in posizione di forza i responsabili di sciagurate legislature nelle quali erano state inferte alla città ferite profonde e causati guasti strutturali e morali difficilmente curabili. L’amore per la nostra comunità cittadina mi ha convinto che, nonostante Stefano non fosse il mio candidato ideale, era senz’altro il candidato da votare e da sostenere lealmente, una volta eletto.
Ho festeggiato sobriamente la vittoria. Non mi facevo illusioni per il futuro immediato. In primo luogo, perché ero (e resto tuttora) convinto che per chiunque fosse toccato di amministrare la nostra città, nelle condizioni date, sarebbe stata comunque una prova difficilissima, quasi impossibile. Una fatica immane, una strada tutta in salita, almeno nei primi due o tre anni. Questo anche se ad amministrare fossero state le persone con le quali condivido da tempo la militanza politica, che conosco, stimo e considero fra le più capaci, competenti e ricche d’esperienza di cui disponga la nostra comunità. In secondo luogo, perché mi sembrava di intuire da subito, come dicevo, dei limiti politici nella figura del neo eletto sindaco; c’era per esempio qualcosa nel modo di declinare il nostro programma che mi sembrava rivelare una sua conoscenza superficiale, un apprendimento approssimativo, frettoloso, per grandi linee: il nostro programma comune era stato come “preso in prestito” piuttosto che condiviso fino in fondo da lui e dall’entourage più vicino a lui.
All’inizio ho sperato di sbagliarmi, e avrei voluto essere clamorosamente smentito e felicemente sorpreso da performance taumaturgiche del sindaco e della sua giunta. E so che questo era lo stato d’animo anche di altri, soprattutto all’interno dell’Alguerosa. Inizialmente siamo stati forse considerati alleati ingombranti, da snobbare e ibernare, e siamo stati lasciati (e un po’ comodamente ce ne siamo rimasti) in disparte. Comunque pronti a gioire contenti dei buoni risultati se fossero arrivati e ben disposti a ricrederci .
Ecco perché oggi posso affermare di non essere deluso e non mi unisco al coro. Non sono un disfattista forse proprio perché non sono stato mai un entusiasta. Notavo ritardi, commentavo criticamente alcune scelte, trovavo discutibili alcune impostazioni che portavano al permanere di vecchi errori e inefficienze. Mi preoccupava l’inerzia su alcune questioni. Ma grazie ad un po’ di esperienza amministrativa non mi aspettavo risultati facili, in un arco di tempo breve. E un anno di tempo io credo sia un arco di tempo assai breve. Ero pronto e personalmente sono pronto ancora ad attendere degli sviluppi positivi.
Ma a questo punto non posso più tacere: Stefano Lubrano, il nostro sindaco (che finora ho cercato nell’insieme di difendere e giustificare ), deve lasciarsi aiutare, con un atto d’umiltà che gli sarà riconosciuto come merito. Non si tratta di condizionare la sue prerogative ma di fare in modo che la vasta area di partiti e movimenti che ancora lo sostiene (lealmente pur se insoddisfatti) possa esprimere meglio il proprio supporto politico-amministrativo offrendogli anche una qualità delle collaborazioni in giunta che fin’ora non c’è stata (o è stata perlomeno sporadica o insufficiente).
Non si tratta di umiliare chi fin’ora ha dovuto affrontare questioni difficilissime e sommerso da tante delicate responsabilità si è prodigato con tutte le forze per il bene della città, ma di riconoscere che a questo punto occorrono altre, maggiori e più fresche energie, altre esperienze, altre persone. Stefano insomma farebbe bene a dar retta a chi gli suggerisce un radicale cambio di passo.
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