Un mistero nei social network
L'esibizione dell’ignoranza come valore.
Non mi riferisco tanto ai veri e propri troll il cui comportamento e le cui motivazioni sono ormai descritti da una vasta letteratura.
Parlo del fatto che talvolta persone con il loro nome e cognome veri o con pseudonimi abbastanza riconoscibili scrivono con una certa sistematicità dei commenti insensati e sgrammaticati senza pudore alcuno specie sui media on-line.
Insensati perché non hanno alcuna attinenza con l’argomento o con la notizia. Sgrammaticati al punto da essere imbarazzanti, specie perché alcuni di loro dichiarano - verosimilmente - di avere un diploma o (dio ci perdoni!) persino una laurea.
Quello chi li distingue da un troll - anche se molte volte le motivazioni sono simili a quelle dei troll veri e propri - è che ci mettono la faccia e spesso sono convinti di “contribuire” alla discussione.
I lettori dei media on-line locali avranno sicuramente in mente alcuni di loro, figure patetiche e incomprensibili che espongono deliberatamente e ripetutamente le proprie miserie e la propria abituale ignoranza. E non è solo lo sfogo del rancore esasperato, della rabbia dell’emarginazione o dell’impotenza. È un’esibizione dell’ignoranza come valore.
Guardate, io penso che a volte ci sono persone che sono ignoranti senza averne colpa; ma chi si vanta della propria ignoranza o la si esibisce mette paura.
L’ignoranza riprende ed esaspera i luoghi comuni, cerca di renderli senso comune; su di essa lucrano le loro fortune politiche i tanti movimenti razzisti e xenofobi e i politici che li utilizzano. Ma rimane un mistero cosa possa spingere una persona a mettere in mostra la propria ignoranza, a vantarsene. I social media rendo possibile e visibile questa esibizione; a me fa un po’ paura. Anzi, molta paura.
Arnaldo 'Bibo' Cecchini |
Parlo del fatto che talvolta persone con il loro nome e cognome veri o con pseudonimi abbastanza riconoscibili scrivono con una certa sistematicità dei commenti insensati e sgrammaticati senza pudore alcuno specie sui media on-line.
Insensati perché non hanno alcuna attinenza con l’argomento o con la notizia. Sgrammaticati al punto da essere imbarazzanti, specie perché alcuni di loro dichiarano - verosimilmente - di avere un diploma o (dio ci perdoni!) persino una laurea.
Quello chi li distingue da un troll - anche se molte volte le motivazioni sono simili a quelle dei troll veri e propri - è che ci mettono la faccia e spesso sono convinti di “contribuire” alla discussione.
I lettori dei media on-line locali avranno sicuramente in mente alcuni di loro, figure patetiche e incomprensibili che espongono deliberatamente e ripetutamente le proprie miserie e la propria abituale ignoranza. E non è solo lo sfogo del rancore esasperato, della rabbia dell’emarginazione o dell’impotenza. È un’esibizione dell’ignoranza come valore.
Guardate, io penso che a volte ci sono persone che sono ignoranti senza averne colpa; ma chi si vanta della propria ignoranza o la si esibisce mette paura.
L’ignoranza riprende ed esaspera i luoghi comuni, cerca di renderli senso comune; su di essa lucrano le loro fortune politiche i tanti movimenti razzisti e xenofobi e i politici che li utilizzano. Ma rimane un mistero cosa possa spingere una persona a mettere in mostra la propria ignoranza, a vantarsene. I social media rendo possibile e visibile questa esibizione; a me fa un po’ paura. Anzi, molta paura.
Altri in
Recenti in
Recenti in
Commenti