Alghero cresce in altezza
Laddove non ci era arrivata in quasi dieci anni la giunta Tedde ci è riuscita in un solo anno la giunta Lubrano.
Carlo Mannoni |
"Ubi lex voluit dixit ubi noluit non dixit" recita un broccardo latino.
Che fare? All'assessorato all'Urbanistica hanno pensato bene, dopo 14 anni di dirimere la controversia tra le due norme, e posti a scegliere tra maggiori o minori altezze dei fabbricati hanno scelto la soluzione delle maggiori cubature e delle maggiori altezze. Non conterà più, pertanto, l'altezza del muro più basso del vicino fabbricato ma la volumetria potenziale dell'area espressa sino ai più alti limiti di altezza.
E' così passata in commissione comunale urbanistica la variante al piano di fabbricazione che ora arriverà all'esame del consiglio comunale. Altro che uniformità in altezza della linea dei fabbricati sul fronte stradale: avremo i saliscendi, gli articoli "il", i "su e giù" che fanno movimento e quindi donano al nostro assetto urbanistico.
Però che tempismo: laddove non ci era arrivata in quasi dieci anni la giunta Tedde ci è riuscita in un solo anno la giunta Lubrano. E' fin troppo facile citare il cavallo di battaglia del sindaco in campagna elettorale. Sappiamo cosa fare e come fare: poiché di Puc non se ne parla proprio, meglio una variante al piano di fabbricazione e senza discuterne troppo in giro, perché i dibattiti in urbanistica sono impegnativi e possono portar lontano.
Così non va bene, perché le norme urbanistiche toccano interessi rilevanti (nel dare e nel togliere qualcosa ai singoli ed alla comunità) e per un'amministrazione "nuova", che ha tra le sue parole d'ordine la partecipazione dal basso alle decisioni più importanti, il non parlarne è, come minimo, segno di una grande debolezza.
Speriamo che le ferie estive portino consiglio e che si possa rimediare a questa non certo bella pagina dell'amministrazione algherese.
P.S. Mentre chiudo l'articolo leggo di una convocazione urgente per oggi, sullo specifico tema, del Consiglio comunale.
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Sta a significare che quando si deve interpretare la volontà del legislatore questa deve essere esplicita, altrimenti la volontà stessa è da considerarsi come non espressa.
Tale assunto, tutt'ora valido nel diritto moderno, è tornato di attualità in questo periodo ad Alghero. Alle prese con l'interpretazione della normativa relativa al piano di fabbricazione, all'assessorato all'urbanistica si sono accorti d'un tratto che due norme, che stabiliscono i limiti all'altezza dei fabbricati, paiono dire cose contrapposte.
L'articolo 6, comma 1 bis apre, infatti, al superamento dei limiti di altezza vigenti per gli ampliamenti con soprelevazione dei fabbricati esistenti nelle zone classificate B1 e B2, mentre i successivi commi 11 e 12 dello stesso articolo vietano tale superamento.
La contrapposizione tra le due norme è ultra decennale, ovvero da quando il comma 1 bis è stato introdotto nel 1999 dall'allora consiglio comunale con deliberazione n. 32 dello stesso anno. Ma, attenti, è una contrapposizione solo apparente, perché sul piano normativo la volontà di autorizzare maggiori elevazioni (art.6, comma 1bis) viene contestualmente negata dai successivi commi 10 ed 11 dello stesso articolo, e quindi non esiste sul piano del diritto.
Che non ci sia contrapposizione tra le due norme lo certifica, tra l'altro, con un'ordinanza del 2012, il Tribunale della libertà di Sassari, che negando il dissequestro di un'opera costruita in base ad una concessione illegittima per violazione ai limiti di altezza prescritti dal piano di fabbricazione di Alghero, ricorda che in base all'art. 6, comma 11
Tale assunto, tutt'ora valido nel diritto moderno, è tornato di attualità in questo periodo ad Alghero. Alle prese con l'interpretazione della normativa relativa al piano di fabbricazione, all'assessorato all'urbanistica si sono accorti d'un tratto che due norme, che stabiliscono i limiti all'altezza dei fabbricati, paiono dire cose contrapposte.
L'articolo 6, comma 1 bis apre, infatti, al superamento dei limiti di altezza vigenti per gli ampliamenti con soprelevazione dei fabbricati esistenti nelle zone classificate B1 e B2, mentre i successivi commi 11 e 12 dello stesso articolo vietano tale superamento.
La contrapposizione tra le due norme è ultra decennale, ovvero da quando il comma 1 bis è stato introdotto nel 1999 dall'allora consiglio comunale con deliberazione n. 32 dello stesso anno. Ma, attenti, è una contrapposizione solo apparente, perché sul piano normativo la volontà di autorizzare maggiori elevazioni (art.6, comma 1bis) viene contestualmente negata dai successivi commi 10 ed 11 dello stesso articolo, e quindi non esiste sul piano del diritto.
Che non ci sia contrapposizione tra le due norme lo certifica, tra l'altro, con un'ordinanza del 2012, il Tribunale della libertà di Sassari, che negando il dissequestro di un'opera costruita in base ad una concessione illegittima per violazione ai limiti di altezza prescritti dal piano di fabbricazione di Alghero, ricorda che in base all'art. 6, comma 11
"l'ampliamento fino al completo utilizzo dell'indice di fabbricabilità non deve comunque superare l'altezza dell'edificio adiacente sul confine laterale lungo la strada con altezza inferiore".
Che fare? All'assessorato all'Urbanistica hanno pensato bene, dopo 14 anni di dirimere la controversia tra le due norme, e posti a scegliere tra maggiori o minori altezze dei fabbricati hanno scelto la soluzione delle maggiori cubature e delle maggiori altezze. Non conterà più, pertanto, l'altezza del muro più basso del vicino fabbricato ma la volumetria potenziale dell'area espressa sino ai più alti limiti di altezza.
E' così passata in commissione comunale urbanistica la variante al piano di fabbricazione che ora arriverà all'esame del consiglio comunale. Altro che uniformità in altezza della linea dei fabbricati sul fronte stradale: avremo i saliscendi, gli articoli "il", i "su e giù" che fanno movimento e quindi donano al nostro assetto urbanistico.
Però che tempismo: laddove non ci era arrivata in quasi dieci anni la giunta Tedde ci è riuscita in un solo anno la giunta Lubrano. E' fin troppo facile citare il cavallo di battaglia del sindaco in campagna elettorale. Sappiamo cosa fare e come fare: poiché di Puc non se ne parla proprio, meglio una variante al piano di fabbricazione e senza discuterne troppo in giro, perché i dibattiti in urbanistica sono impegnativi e possono portar lontano.
Così non va bene, perché le norme urbanistiche toccano interessi rilevanti (nel dare e nel togliere qualcosa ai singoli ed alla comunità) e per un'amministrazione "nuova", che ha tra le sue parole d'ordine la partecipazione dal basso alle decisioni più importanti, il non parlarne è, come minimo, segno di una grande debolezza.
Speriamo che le ferie estive portino consiglio e che si possa rimediare a questa non certo bella pagina dell'amministrazione algherese.
P.S. Mentre chiudo l'articolo leggo di una convocazione urgente per oggi, sullo specifico tema, del Consiglio comunale.
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