Bilancio partecipato e sedie vuote
Orario sbagliato, poca conoscenza dell'evento o magari solo sfiducia nell'istituzione e nella politica praticata?
Carlo Mannoni |
Prendo spunto dalla manifestazione pubblica di ieri, ai giardini di Porta Terra, voluta dal sindaco e degli assessori comunali di Alghero per illustrare le linee del bilancio 2013 di prossima approvazione e i dati del rendiconto del 2012.
Una giusta e utile iniziativa per presentarsi dopo un anno di governo cittadino e fissare le prospettive per questo ed il prossimo anno.
Una giusta e utile iniziativa per presentarsi dopo un anno di governo cittadino e fissare le prospettive per questo ed il prossimo anno.
Parlare di sé, insomma, ma soprattutto ascoltare i segnali provenienti dalla comunità algherese, in particolare quelli non filtrati dagli apparati della politica tradizionale.
Consentire la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica non è, però, una graziosa concessione di chi governa la città ma un principio/dovere riconosciuto dallo statuto comunale di Alghero, che è la "legge" fondamentale che la comunità cittadina si è data per regolare l'attività del comune.
Esso si sofferma sul concetto di "partecipazione" all'articolo 3 quando afferma che
Fatte queste non brevi ma necessarie premesse, è balzata gli occhi di chi ha potuto essere presente o quantomeno visionare le immagini dell'incontro pubblico di ieri, la scarsa partecipazione degli abitanti di "Alghero centro" alla manifestazione voluta dal sindaco. Molte sedie vuote e poco pubblico presente.
Orario sbagliato, poca conoscenza dell'evento o magari solo sfiducia nell'istituzione e nella politica praticata? Oppure rassegnazione sull'ineluttabilità della situazione algherese o, invece, tacita approvazione dell'operato del sindaco? Un po' di tutto questo ma con pesi differenti sul risultato. Se fossi nelle vesti del sindaco mi porrei, quindi, qualche interrogativo cercando anche di dare delle risposte.
Partirei dal dato delle elezioni comunali di Alghero del 2012, secondo turno, nelle quali votarono per la scelta del sindaco solo 58 algheresi su 100. In quell'occasione restarono a casa 16.252 elettori sui 39.190 possibili votanti. Mi chiedo, ed invito ad una riflessione, se l'amministrazione in carica, e con essa le forze politiche di maggioranza, siano riuscite in questo anno appena trascorso, pur con tutte le obiettive difficoltà di chi amministra oggi un comune, a riconquistare (alla politica) qualcuno dei 16.252 elettori astenuti.
Consentire la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica non è, però, una graziosa concessione di chi governa la città ma un principio/dovere riconosciuto dallo statuto comunale di Alghero, che è la "legge" fondamentale che la comunità cittadina si è data per regolare l'attività del comune.
Esso si sofferma sul concetto di "partecipazione" all'articolo 3 quando afferma che
"Il comune garantisce la partecipazione dei cittadini, singoli e associati, alle scelte politiche della comunità" e all'articolo 13 quando specifica che "Il comune realizza la propria autonomia assicurando la effettiva partecipazione di tutti i cittadini all'attività politica e amministrativa dell'ente (e) ... riconosce che presupposto della partecipazione é l'informazione sui programmi, sulle decisioni e dei provvedimenti comunali".Si tratta di principi desunti dalle costituzioni delle moderne democrazie nelle quali trova pieno riconoscimento il diritto dei cittadini alla partecipazione alla vita politica nelle sue varie forme, non ultima quella di influenzare nelle loro decisioni le èlites politiche al governo.
Fatte queste non brevi ma necessarie premesse, è balzata gli occhi di chi ha potuto essere presente o quantomeno visionare le immagini dell'incontro pubblico di ieri, la scarsa partecipazione degli abitanti di "Alghero centro" alla manifestazione voluta dal sindaco. Molte sedie vuote e poco pubblico presente.
Orario sbagliato, poca conoscenza dell'evento o magari solo sfiducia nell'istituzione e nella politica praticata? Oppure rassegnazione sull'ineluttabilità della situazione algherese o, invece, tacita approvazione dell'operato del sindaco? Un po' di tutto questo ma con pesi differenti sul risultato. Se fossi nelle vesti del sindaco mi porrei, quindi, qualche interrogativo cercando anche di dare delle risposte.
Partirei dal dato delle elezioni comunali di Alghero del 2012, secondo turno, nelle quali votarono per la scelta del sindaco solo 58 algheresi su 100. In quell'occasione restarono a casa 16.252 elettori sui 39.190 possibili votanti. Mi chiedo, ed invito ad una riflessione, se l'amministrazione in carica, e con essa le forze politiche di maggioranza, siano riuscite in questo anno appena trascorso, pur con tutte le obiettive difficoltà di chi amministra oggi un comune, a riconquistare (alla politica) qualcuno dei 16.252 elettori astenuti.
Oppure, se non abbiano invece perso per strada, quanto alla fiducia nella politica, una parte dei 22.938 algheresi che nel giugno del 2013 si recarono al voto.
Sono domande importanti che qualsiasi amministratore pubblico attento deve necessariamente porsi per trarne le conclusioni e, se è possibile, approntare le misure necessarie a migliorare la fiducia del cittadino in chi governa.
A (eventuale) discolpa del sindaco di Alghero aggiungerò che la figura piramidale che negli anni ottanta raffigurava in Italia il fenomeno della partecipazione dei cittadini alla vita politica in genere non risulta oggi di molto modificata.
Oggi come allora il primo e più ristretto strato, in prossimità del vertice della piramide, è costituito da un campione ristretto di cittadini che risultano direttamente o indirettamente impegnati, in una sorte di militanza, nella politica. Subito dopo, più sotto, il secondo strato assai più largo del primo, quello dell'"opinione pubblica attenta" e degli "spettatori", ovvero dei cittadini che, seppur meno coinvolti dei primi, seguono comunque con attenzione la vita politica.
C'è poi il terzo e più ampio strato, ovvero la base della piramide, che identifica i cittadini "marginali" ovvero quelli disimpegnati, poco informati e scarsamente interessati.Erano questi i cittadini senz'altro assenti all'incontro di ieri voluto dal sindaco, ma con essi erano assenti, a mio avviso, anche i cittadini della cosiddetta '"opinione pubblica attenta", che ad Alghero si rischia di perdere per strada.
Al sindaco, ed alle forze politiche che lo appoggiano, il compito politico di schiacciare la piramide e di riavvicinare i cittadini comuni al governo della città.
Sono domande importanti che qualsiasi amministratore pubblico attento deve necessariamente porsi per trarne le conclusioni e, se è possibile, approntare le misure necessarie a migliorare la fiducia del cittadino in chi governa.
A (eventuale) discolpa del sindaco di Alghero aggiungerò che la figura piramidale che negli anni ottanta raffigurava in Italia il fenomeno della partecipazione dei cittadini alla vita politica in genere non risulta oggi di molto modificata.
Oggi come allora il primo e più ristretto strato, in prossimità del vertice della piramide, è costituito da un campione ristretto di cittadini che risultano direttamente o indirettamente impegnati, in una sorte di militanza, nella politica. Subito dopo, più sotto, il secondo strato assai più largo del primo, quello dell'"opinione pubblica attenta" e degli "spettatori", ovvero dei cittadini che, seppur meno coinvolti dei primi, seguono comunque con attenzione la vita politica.
C'è poi il terzo e più ampio strato, ovvero la base della piramide, che identifica i cittadini "marginali" ovvero quelli disimpegnati, poco informati e scarsamente interessati.Erano questi i cittadini senz'altro assenti all'incontro di ieri voluto dal sindaco, ma con essi erano assenti, a mio avviso, anche i cittadini della cosiddetta '"opinione pubblica attenta", che ad Alghero si rischia di perdere per strada.
Al sindaco, ed alle forze politiche che lo appoggiano, il compito politico di schiacciare la piramide e di riavvicinare i cittadini comuni al governo della città.
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