Il mondo fuori da Alghero
Istruzioni su come uscire dal guscio.
Antonio Budruni |
Dalla Repubblica del 31 luglio 2013:
“Dagli orchestrali ai netturbini: a Genova scatta l’assedio a Doria. Contestazioni e liti in maggioranza, l’estate nera del sindaco”.
Ecco una sintesi dell’articolo di M. Calandri. Marco Doria [discendente della nobile casata Doria di Genova, docente universitario e vincitore delle primarie a sindaco con il sostegno di SEL nel 2012], primo cittadino appoggiato da Sel e benedetto dal povero don Andrea Gallo, è rinnegato e preso in giro dai suoi stessi elettori. Da alcuni giorni, il palazzo del comune è preso d’assalto dai manifestanti, a stento trattenuti da carabinieri in tenuta antisommossa. Motivo del malcontento? La decisione del sindaco di voler approvare, entro venerdì 2 agosto, un bilancio di previsione contenente numerosi tagli e privatizzazioni.
Si scatenano i dipendenti delle municipalizzate, i proprietari di case che contestano l’aumento delle aliquote IMU, gli orchestrali del teatro Carlo Felice, per i quali si prevedono 48 esuberi, i sindacati, che lo sostennero alle primarie e oggi lo paragonano a una macchietta. Nel corso delle manifestazioni, gli slogan più gridatati sono stati: “torna ad insegnare” e “sei ostaggio del Pd”.
Dalla Nuova Sardegna del 31 luglio 2013: Sassari.
Dalla Nuova Sardegna del 31 luglio 2013: Sassari.
"Nomine, la presidente minaccia: me ne vado. Contestata in consiglio provinciale sugli incarichi, la Giudice risponde: «Non mi faccio impallinare»."Ecco alcuni stralci dell’articolo, giusto per capire di che cosa si sia trattato.
“Riunione bollente quella del consiglio provinciale di ieri, con la presidente sotto il fuoco amico”
Chi sono i responsabili degli attacchi alla Giudici? I consiglieri provinciali della sinistra, Meloni, e del Pdci, Sini. Ma anche, alcuni consiglieri del Pd (Cabizza, Pala e Canu). Questi ultimi, a proposito dei criteri per procedere alle nomine, propongono la predisposizione di elenchi pubblici ai quali ricorrere quando l’amministrazione deve procedere alle nomine.
Al momento delle votazioni, la Giudici finisce in minoranza. Da qui, la reazione stizzita della presidente:
“Volete continuare a lavorare per il bene di questo territorio in crisi? Perché sennò io rimetto il mio mandato: non ci sto a farmi impallinare da voi, e ho già preso una decisione”.
Quindi, si alza, e abbandona l’aula.
Da Agorà del 13 luglio 2013:
Per un doveroso equilibrio, basta ricordare il disastro elettorale delle amministrazioni di centro-destra che, nel 2013, sono state travolte dal malcontento popolare.
Alghero, dunque, non è l’ombelico del mondo né nel bene né nel male. La difficoltà di amministrare gli enti locali è un dato generalizzato, in un momento nel quale lo Stato addossa ai comuni compiti da esattore, gli taglia i fondi, non consente alcuna programmazione delle risorse.
La crisi dei comuni è reale, drammatica, come scrivevo in un mio precedente articolo. Ma la crisi è anche politica. Una politica sempre più scarna di valori, di etica (anche quella della responsabilità, tra le altre), di rappresentati che onorino gli impegni assunti con gli elettori e che non antepongano le proprie carriere personali alla soluzione dei problemi dei cittadini. Una politica gestita, oggi, da partiti sempre più lontani dai bisogni reali dei cittadini, dai loro umori, dalle loro speranze.
Dalla crisi si esce con più politica, più moralità, più responsabilità, più passione e più coinvolgimento dei cittadini. E, perché no?, anche con molta più serietà.
Da Agorà del 13 luglio 2013:
“Giunta Zedda in bilico. Il sindaco Massimo Zedda silura l’assessore al Personale, Luisa Sassu ponendo nei fatti le condizioni per il rimpasto. Il tutto ad alcune settimane dalle dimissioni per incompatibilità dell'assessore al Bilancio Gabor Pinna.Una poltrona, quella della Sassu che era in bilico da diversi mesi a causa dei problemi legati agli incentivi per i dipendenti comunali. Un equilibrio precario sino alla lettera di revoca firmata Zedda e recapitata sulla scrivania della stessa Sassu.
Sindaco e assessore non erano più in sintonia, tanto che si è parlato in passato anche di un'ipotesi di dimissioni. Invece Zedda ha deciso di ritirare la delega, dando il via al rimpasto, che ora potrebbe riguardare anche altri assessorati.
In bilico ci sono anche Cultura, Affari generali, Servizi tecnologici, Politiche sociali”.
Sindaco e assessore non erano più in sintonia, tanto che si è parlato in passato anche di un'ipotesi di dimissioni. Invece Zedda ha deciso di ritirare la delega, dando il via al rimpasto, che ora potrebbe riguardare anche altri assessorati.
In bilico ci sono anche Cultura, Affari generali, Servizi tecnologici, Politiche sociali”.
Per un doveroso equilibrio, basta ricordare il disastro elettorale delle amministrazioni di centro-destra che, nel 2013, sono state travolte dal malcontento popolare.
Alghero, dunque, non è l’ombelico del mondo né nel bene né nel male. La difficoltà di amministrare gli enti locali è un dato generalizzato, in un momento nel quale lo Stato addossa ai comuni compiti da esattore, gli taglia i fondi, non consente alcuna programmazione delle risorse.
La crisi dei comuni è reale, drammatica, come scrivevo in un mio precedente articolo. Ma la crisi è anche politica. Una politica sempre più scarna di valori, di etica (anche quella della responsabilità, tra le altre), di rappresentati che onorino gli impegni assunti con gli elettori e che non antepongano le proprie carriere personali alla soluzione dei problemi dei cittadini. Una politica gestita, oggi, da partiti sempre più lontani dai bisogni reali dei cittadini, dai loro umori, dalle loro speranze.
Dalla crisi si esce con più politica, più moralità, più responsabilità, più passione e più coinvolgimento dei cittadini. E, perché no?, anche con molta più serietà.
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