Alghero perde la storica tratta per Francoforte
Aereo Ryanair |
L’effetto domino continua inesorabile sull’aeroporto Riviera del Corallo.
Ancora una volta il grido d'allarme arriva dal segretario della Filt Cgil Arnaldo Boeddu:
Ancora una volta il grido d'allarme arriva dal segretario della Filt Cgil Arnaldo Boeddu:
«Dopo la decisione di Cai Alitalia a privarsi del nucleo tecnico ad Alghero, dopo la scelta della compagnia Meridiana di non partecipare alla gara in continuità territoriale per le rotte Alghero Roma ed Alghero Milano, dopo la decisione di EasyJet di non esercire più la rotta Alghero Milano Malpensa, il territorio del Nord Ovest perde ancora due tasselli - dice - Dal 6 novembre Ryanair ha cancellato tutti i voli da e per Francoforte Hahn. Questa rotta, per l’aeroporto di Alghero era di fatto la rotta storica. Infatti, venne istituita subito dopo quella di Londra. Da oltre dieci anni il collegamento con Francoforte, peraltro diventava giornaliero nei mesi estivi ed in alcuni giorni vi era la disponibilità di due voli giornalieri».
Non solo: «Il volo giornaliero in continuità territoriale da Alghero per Linate dalla prossima settimana sarà derubricato a tri/quadri settimanale».
Non solo: «Il volo giornaliero in continuità territoriale da Alghero per Linate dalla prossima settimana sarà derubricato a tri/quadri settimanale».
Insomma per il territorio del Nord Ovest non si prefigura certo un inverno facile.
«La fortissima quanto dannosa contrapposizione tra le compagnie tradizionali ed i vettori low cost, è dovuta dalla mancata regolazione del ruolo di queste ultime», sostiene Boeddu.
«La fortissima quanto dannosa contrapposizione tra le compagnie tradizionali ed i vettori low cost, è dovuta dalla mancata regolazione del ruolo di queste ultime», sostiene Boeddu.
«Per far convivere le due modalità di servizio di trasporto aereo si deve fare in modo che le compagnie competano ad armi pari. Nei cosiddetti voli domestici, è semplicemente impensabile che le compagnie low cost godano del “privilegio” (molto più che un vantaggio) di non applicare il CCNL del settore, di non pagare le imposte nella medesima percentuale così come sono chiamate ad ottemperare le compagnie tradizionali, di non pagare i contributi sociali, previdenziali etc», ribadisce il sindacalista.
Inoltre «il contributo corrisposto a passeggero trasportato alle low cost deve essere rivisto. Gli albergatori, gli esercenti di bar, i negozi in generale debbono fare la loro parte».
Inoltre «il contributo corrisposto a passeggero trasportato alle low cost deve essere rivisto. Gli albergatori, gli esercenti di bar, i negozi in generale debbono fare la loro parte».
Anche la Regione è chiamata a fare la sua parte: «Deve promuovere l’Isola in maniera che ne tragga vantaggio non solo il trasporto aereo oltre ad evitare di essere accusata di erogare aiuti di stato promuovendo dumping tra vettori».
Infine gli accordi commerciali che le varie società di gestione aeroportuali sottoscrivono con i vettori a giudizio della Filt Cgil devono avere un più ampio respiro in maniera che ogni parte in causa (passeggero – società – vettore – operatori turistici in senso lato) abbiano le dovute garanzie e possano fare i necessari investimenti avendo chiara anche una prospettiva temporale.
Infine gli accordi commerciali che le varie società di gestione aeroportuali sottoscrivono con i vettori a giudizio della Filt Cgil devono avere un più ampio respiro in maniera che ogni parte in causa (passeggero – società – vettore – operatori turistici in senso lato) abbiano le dovute garanzie e possano fare i necessari investimenti avendo chiara anche una prospettiva temporale.
«La compensazione economica rispetto agli oneri di servizio pubblico per garantire la mobilità ai sardi a prezzi accessibili deve essere anch’essa rivista e corretta; il contributo per consentire ai cittadini sardi che, sino a prova contraria, sono cittadini Italiani, deve essere garantito dallo Stato. La Regione Sardegna deve abbandonare la politica della demagogica tariffa unica per residenti e non residenti e non solo perché non è sostenibile».
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