«Basta perdere tempo»
Alberto Bamonti |
«Dopo un anno e mezzo, con assoluta certezza possiamo dire che abbiamo perso un anno e mezzo di opportunità per programmare l'Alghero del domani».
«Forse oggi vi è un aggravamento della situazione perché, agli antagonismi politici presenti all’interno del Pd sin dal periodo delle primarie quando doveva essere designato il candidato alla carica di sindaco, si aggiungono le incomprensioni personali. Tutto questo impedisce ogni forma di dialogo interpersonale oltre che politico».
Bamonti fa notare che «non vi è traccia di lavori consiliari che abbiano ad oggetto decisioni cruciali per la città».
«Dobbiamo dirci con chiarezza, ed essere conseguenti nell’azione pratica, come vogliamo affrontare le questioni della sanità algherese (dagli ospedali alla politica socio-economica nel territorio), dobbiamo deciderci che cosa fare del progetto di ampliamento dell’area portuale; su come potenziare e ulteriormente valorizzare il ruolo dell’aeroporto nel territorio; dobbiamo capire che cosa stanno decidendo a Cagliari sul sistema delle infrastrutture stradali e ferroviarie del nostro territorio. Vogliamo iniziare a discutere del modello di sviluppo urbanistico della città».
«Noi dell’Udc siamo convinti che, per superare l’attuale situazione di stallo, sia necessario avviare una nuova stagione politica: dalla cultura dello scontro si deve approdare a quella del dialogo, presupposto fondamentale per costruire nuove prospettive di crescita economica, culturale e sociale nella nostra comunità».
«Se non si instaurerà un clima di dialogo tra tutte le forze politiche, particolarmente sulle tematiche strategiche quali il Puc ed altre questioni attinenti al miglioramento della qualità della vita di tutti i cittadini, significa che non siamo all’altezza del compito che ci è stato assegnato dai cittadini ed allora dobbiamo avere il coraggio di ritirarci di buon ordine senza più volerci riproporre nelle prossime elezioni».
Il capogruppo dell'Udc Alberto Bamonti interviene nel dibattito sulla crisi politica del centro sinistra.
I motivi a suo dire sono da ricercarsi nell'origine di questa maggioranza che fin dall'inizio si è presentata poco assortita:
«Questo ha avuto ripercussioni su tutto il non operato dell'amministrazione. Siamo seriamente preoccupati per questa situazione di stagnazione politica in cui la maggioranza si trova sin dalla elezione del sindaco Lubrano».
«Forse oggi vi è un aggravamento della situazione perché, agli antagonismi politici presenti all’interno del Pd sin dal periodo delle primarie quando doveva essere designato il candidato alla carica di sindaco, si aggiungono le incomprensioni personali. Tutto questo impedisce ogni forma di dialogo interpersonale oltre che politico».
Bamonti fa notare che «non vi è traccia di lavori consiliari che abbiano ad oggetto decisioni cruciali per la città».
«Dobbiamo dirci con chiarezza, ed essere conseguenti nell’azione pratica, come vogliamo affrontare le questioni della sanità algherese (dagli ospedali alla politica socio-economica nel territorio), dobbiamo deciderci che cosa fare del progetto di ampliamento dell’area portuale; su come potenziare e ulteriormente valorizzare il ruolo dell’aeroporto nel territorio; dobbiamo capire che cosa stanno decidendo a Cagliari sul sistema delle infrastrutture stradali e ferroviarie del nostro territorio. Vogliamo iniziare a discutere del modello di sviluppo urbanistico della città».
«Noi dell’Udc siamo convinti che, per superare l’attuale situazione di stallo, sia necessario avviare una nuova stagione politica: dalla cultura dello scontro si deve approdare a quella del dialogo, presupposto fondamentale per costruire nuove prospettive di crescita economica, culturale e sociale nella nostra comunità».
«Se non si instaurerà un clima di dialogo tra tutte le forze politiche, particolarmente sulle tematiche strategiche quali il Puc ed altre questioni attinenti al miglioramento della qualità della vita di tutti i cittadini, significa che non siamo all’altezza del compito che ci è stato assegnato dai cittadini ed allora dobbiamo avere il coraggio di ritirarci di buon ordine senza più volerci riproporre nelle prossime elezioni».
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