Che fine ha fatto la “Politica” ad Alghero?
Un ruolo decisivo lo deve assumere, oggi più che mai, il sindaco.
Antonio Budruni |
Finita l’estate, i primi temporali si sono scatenati anche sulla politica algherese. Nel giro di pochi giorni sono scoppiate, tutte insieme, le contraddizioni che paralizzano la coalizione di centrosinistra sin dalla primissima fase del suo insediamento.Tutto ciò, nasce da un modo diametralmente diverso di concepire la “Politica” da parte delle diverse componenti della coalizione di centrosinistra. Da un lato c’è chi si è candidato per cambiare i metodi e le priorità dell’azione amministrativa; dall’altro, coloro che ritengono che Politica (con la P maiuscola) sia soprattutto il controllo delle istituzioni da parte dei partiti.
Sin dall’inizio, dunque, quando il sindaco Lubrano ha avviato la propria azione di cambiamento, spinto dai Movimenti presenti nella coalizione di centrosinistra (Alguerosa, C’è un’Alghero migliore e Lista Lubrano), alcune componenti interne al Pd hanno lavorato a dimostrare che questo “nuovismo” era solo perdita di tempo, “fuffa”, inutilità. Che la “Politica” era altra cosa e che la soluzione dei problemi poteva arrivare solo dall’impegno diretto degli esponenti dei partiti nella gestione della cosa pubblica.
Ora, si badi bene, questa è una posizione politica legittima, che ha dominato la scena istituzionale italiana da sempre. E, tuttavia, non può essere l’unica posizione politica “legittima” all’interno della coalizione di centrosinistra. In una coalizione, le cose funzione se c’è rispetto per le diverse opzioni in campo e, soprattutto, se si ha la capacità di lavorare all’attuazione del programma presentato agli elettori: l’unica bussola per tutti.
Ebbene, questa diversità di impostazione (e di visione politica) dell’azione amministrativa è alla base dello stallo attuale e del pericoloso crinale nel quale si trovano oggi il sindaco, la giunta e le forze del centrosinistra algherese.
In un contesto normale, la saggezza imporrebbe un abbassamento dei toni, un confronto serio e serrato tra tutte le componenti per lavorare alla soluzione del problema politico. La cronaca quotidiana si incarica, invece, di mostrare soprattutto aggressività, insulti, approcci muscolari.
È evidente che, di questo passo, l’epilogo finale è assicurato: quel “tutti a casa” che sempre più spesso fa capolino dai commenti degli algheresi e rimbalza nei social network. D’altronde, come dare torto ai cittadini delusi che, proprio per aver riposto tante aspettative sulla coalizione che ha vinto le elezioni, oggi sono disorientati, confusi e, anche, parecchio insofferenti?
E a nulla serve attribuirsi reciprocamente le responsabilità. Non c’è dubbio che esse sono commisurate all’importanza (numerica e politica) che ciascuna componente ha all’interno della coalizione. O i numeri si utilizzano legittimamente solo per rivendicare poltrone e non anche per assumere le responsabilità che da essi derivano?
In frangenti come questi, occorrono nervi saldi e menti fredde. Quando le mediazioni sono indispensabili per salvare un progetto politico, occorre allontanare i pugilatori dal tavolo del confronto.
Un ruolo decisivo lo deve assumere, oggi più che mai, il sindaco. Che deve convocare una riunione di maggioranza per ricreare le condizioni politiche che consentano a tutte le forze di maggioranza di stare insieme con pari dignità. Che non significa parità di posti in base ai voti, ma che vuol dire pari condivisione del percorso amministrativo da progettare per l’attuazione del programma presentato agli elettori. Dopo, solo dopo, si può discutere di altro.
Oggi – come ieri e come domani – al primo posto ci possono essere solo ed esclusivamente gli interessi dei cittadini ai quali non si può chiedere di attendere ancora e di avere pazienza.
Sin dall’inizio, dunque, quando il sindaco Lubrano ha avviato la propria azione di cambiamento, spinto dai Movimenti presenti nella coalizione di centrosinistra (Alguerosa, C’è un’Alghero migliore e Lista Lubrano), alcune componenti interne al Pd hanno lavorato a dimostrare che questo “nuovismo” era solo perdita di tempo, “fuffa”, inutilità. Che la “Politica” era altra cosa e che la soluzione dei problemi poteva arrivare solo dall’impegno diretto degli esponenti dei partiti nella gestione della cosa pubblica.
Ora, si badi bene, questa è una posizione politica legittima, che ha dominato la scena istituzionale italiana da sempre. E, tuttavia, non può essere l’unica posizione politica “legittima” all’interno della coalizione di centrosinistra. In una coalizione, le cose funzione se c’è rispetto per le diverse opzioni in campo e, soprattutto, se si ha la capacità di lavorare all’attuazione del programma presentato agli elettori: l’unica bussola per tutti.
Ebbene, questa diversità di impostazione (e di visione politica) dell’azione amministrativa è alla base dello stallo attuale e del pericoloso crinale nel quale si trovano oggi il sindaco, la giunta e le forze del centrosinistra algherese.
In un contesto normale, la saggezza imporrebbe un abbassamento dei toni, un confronto serio e serrato tra tutte le componenti per lavorare alla soluzione del problema politico. La cronaca quotidiana si incarica, invece, di mostrare soprattutto aggressività, insulti, approcci muscolari.
È evidente che, di questo passo, l’epilogo finale è assicurato: quel “tutti a casa” che sempre più spesso fa capolino dai commenti degli algheresi e rimbalza nei social network. D’altronde, come dare torto ai cittadini delusi che, proprio per aver riposto tante aspettative sulla coalizione che ha vinto le elezioni, oggi sono disorientati, confusi e, anche, parecchio insofferenti?
E a nulla serve attribuirsi reciprocamente le responsabilità. Non c’è dubbio che esse sono commisurate all’importanza (numerica e politica) che ciascuna componente ha all’interno della coalizione. O i numeri si utilizzano legittimamente solo per rivendicare poltrone e non anche per assumere le responsabilità che da essi derivano?
In frangenti come questi, occorrono nervi saldi e menti fredde. Quando le mediazioni sono indispensabili per salvare un progetto politico, occorre allontanare i pugilatori dal tavolo del confronto.
Un ruolo decisivo lo deve assumere, oggi più che mai, il sindaco. Che deve convocare una riunione di maggioranza per ricreare le condizioni politiche che consentano a tutte le forze di maggioranza di stare insieme con pari dignità. Che non significa parità di posti in base ai voti, ma che vuol dire pari condivisione del percorso amministrativo da progettare per l’attuazione del programma presentato agli elettori. Dopo, solo dopo, si può discutere di altro.
Oggi – come ieri e come domani – al primo posto ci possono essere solo ed esclusivamente gli interessi dei cittadini ai quali non si può chiedere di attendere ancora e di avere pazienza.
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