La legalità e il rispetto delle regole sono prerogative dell'estrema sinistra?
I soldati italiani che morirono nei gulag sovietici furono circa 50.000.
È ricorrente leggere sui giornali di sinistra che la destra, e solo la destra, sia allergica al rispetto delle regole e che tenda ad approfittare del potere per agire nella illegalità e pretendere l’impunità.
Vittorio Guillot |
Beh! Anche tralasciando di parlare degli intrecci politici, finanziari ed economici tra banche, coop e partiti di sinistra e sulla legalità dei vecchi finanziamenti al PCI da parte della deceduta Unione Sovietica, la impostazione decisamente manichea tra “l’impero del male” a destra, e “ l’impero del bene” a sinistra, mi pare falsa perché smentita dai fatti.
Poiché alcuni “sinistri” appoggiano questa loro opinione su una originale lettura della storia, mi permetto anche io di fare un collegamento tra le attuali vicende politiche e giudiziarie e la storia, facendo riferimento a vicende del passato.
Mi sento in grado di poter fare questo lavoro perché, pur non essendo io né uno storico di grido né un illustre “intellettuale organico”, per sviluppare questo argomento correttamente, è sufficiente documentarsi per bene.
In ogni modo se solo leggo quanto successe in Italia tra il 1919 e il 1922, periodo durante il quale furono effettuati ripetuti tentativi di instaurare un regime sovietico, constato che i morti ammazzati in aggressioni tese dai “rossi” furono 135.
Il macabro conteggio comprende, oltre ai fascisti assassinati, molti carabinieri, guardie regie, repubblicani e democristiani, che allora si chiamavano popolari. Eh già, molti popolari e repubblicani furono fatti fuori dai “rossi”, non lo sapevate? Eppure si possono facilmente conoscere i nomi di quei 135 assassinati, il luogo e il giorno del fattaccio.
Dal conteggio sono esclusi i fascisti uccisi negli assalti alle sedi “rosse”. Non ho indicato né il numero dei feriti in quelle aggressioni, né il numero dei negozi saccheggiati, sempre dai rossi, durante gli scioperi. Comunque quelli là, già da allora , praticavano “l’esproprio proletario”. Quale fosse in quelle azioni criminali il rispetto della legalità lo lascio immaginare ai lettori.
Facendo un salto di circa 15 anni, noto che nel corso della guerra civile spagnola (1936-1939) i miliziani rossi , assieme ai quali combatterono anche i comunisti italiani, fecero fuori circa 8000 preti e 13 vescovi. A Barcellona, inoltre, nel 1937, i comunisti massacrarono 1200 anarchici e trotzkisti. Mi chiedo dove fosse finita la tanto sbandierata legalità. Durante la guerra civile italiana (1943-1945), invece, i preti assassinati dai comunisti furono “solo” 93.
Anche in questo caso è possibile avere tutti i dati relativi ai nomi dei martiri, al luogo ed al giorno dell’assassinio. Alcune decine di migliaia furono i cittadini fatti fuori , senza l’ombra di un processo, perché fascisti “o presunti tali”. Dove stia la legalità nel far fuori qualcuno perché “presunto” di essere qualcosa per me è un vero mistero. Per voi non lo è? Cosa dire, poi, degli oltre 10.000 italiani vittime della pulizia etnica perpetrata in Venezia Giulia dai comunisti slavi, con la complicità dei comunisti italiani di Togliatti? Complicità confermata in pieno dalla documentazione relativa al massacro di Malga Porzus.
A proposito di Togliatti, stalinista di ferro, sapete che nella lettera inviata a Vincenzo Bianco il 15 febbraio 1943, scrisse
“Se un buon numero di prigionieri (italiani prigionieri di guerra, n.d.a.) morirà in conseguenza delle dure condizioni di fatto, non ci trovo niente di male, anzi!....... il fatto che per migliaia di famiglie italiane la guerra di Mussolini e, soprattutto , la spedizione contro la Russia si concludano con un lutto personale, è il miglior antidoto!”
La moralità del soggetto la lascio giudicare a voi. A me preme solo mettere in rilievo , a proposito di legalità dei “sinistri”, che Togliatti giustificava comportamenti contrari alle Convenzioni internazionali sul trattamento dei prigionieri di guerra e che per simili delitti furono mandati alla forca molti gerarchi nazisti. Il Migliore no, non fu mai neppure incriminato. Lui divenne persino ministro di Grazia e Giustizia, fu votato da milioni di cittadini ed a lui, ancora oggi, sono intitolate vie e piazze!
A proposito, i soldati italiani che morirono nei gulag sovietici furono circa 50.000. Sempre in riferimento ai comunisti che non hanno scontato neppure un giorno di galera, pur essendo stati condannati a pene pesantissime, occorre ricordare il famigerato caso “Moranino”. Costui, durante la guerra civile, fece uccidere cinque partigiani non comunisti e le mogli di due di loro. Condannato all’ergastolo, fuggì in Cecoslovacchia. Mi chiedo se , per quella partenza, si sia rivolto a una agenzia di viaggi o se, invece, sia stato aiutato dal partito comunista! Fu graziato da Saragat, che era stato nominato presidente della Repubblica con i voti dei comunisti (ci fu , forse ,un “voto di scambio”?) e fu eletto senatore.
Che fine ha fatto, anche in questo caso, la punizione di un grave crimine commesso da un comunista?
Che dire, poi del fatto, che in Italia, e non solo, migliaia di individui abbiano osannato Mao Tse Tung , che di illegalità ne commise a milioni? Basti pensare al significato di questa sua frase, riferita da Teng Xiao Ping e riportata sia dallo storico cinese Yare Ji Sheng che dall’olandese Frank Dikotter (Mao’s great famine):
“Quando non c’è abbastanza da mangiare la gente muore di fame . Allora è meglio lasciar morire di fame metà della popolazione perché l’altra metà possa nutrirsi.”
Questa frase sarebbe stata pronunciata dal “Grande Timoniere” quando alcuni dirigenti dello stesso partito comunista cinese gli consigliarono di modificare la politica economica, avviata nel 1957 e denominata “Il grande balzo in avanti”, il cui fallimento aveva provocato una terribile carestia che, a sua volta, produsse 30 milioni di morti. Questa è la legalità che piace ai nostri “sinistri”?
Andiamo avanti e leggiamo anche cosa scrissero i giornali del Partito comunista, con in testa l’Unità, in occasione delle repressioni sanguinosissime dei moti di Ungheria (1956) e di Cecoslovacchia (1969). Scrissero solo parole di giustificazione mentre espressioni di condanna non se ne vede manco l’ombra. Dove è, anche in questo caso, il rispetto della democrazia, della legalità, delle regole?
Cosa pensare , poi, del fatto che i terroristi “rossi”, nel periodo tra il 1969 e il 1988 hanno “rivendicato” 147 omicidi? quei criminali furono, al massimo, oggetto di qualche rimbrotto da parte del partito comunista, che li trattò da “compagni che sbagliano!”.
Si dirà che il Partito comunista italiano niente sapeva delle attività criminali e sovversive (altro che rispetto delle regole). Perché, allora, non leggere il libro del terrorista Franceschini , intitolato “Io, Mara e Renato”, in cui vien detto che in quel partito c’era chi sapeva della estrazione politica delle “sedicenti” e “presunte” brigate rosse, ma tacque e, così, la coprì, almeno fino all’assassinio di Guido Rossa?
Alla fine di questo resoconto chiedo ai miei pochi lettori: secondo voi, la pretesa di utilizzare il potere per coprire le malefatte di qualcuno e lasciarlo andare impunito, vi sembra che sia esclusiva del centro destra e di Berlusconi e pensate che la sinistra comunista sia caratterizzata dal rispetto delle regole civili e dalla legalità? Io, personalmente rispondo: ma via! Siate onesti, cari “sinistri” e, se vi riesce, non siate ridicoli con le cose serie!
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