La responsabilità collettiva
Senza un cambio di rotta quest’esperienza amministrativa è arrivata al capolinea.
Natacha Lampis |
È mia opinione, ma è anche opinione diffusa, che l'operato dell'amministrazione sia stato gravemente inadeguato rispetto al programma elettorale, sia per quanto riguarda le cose da fare, sia per il modo con cui farle.
Tutti i giorni i nostri concittadini ci riportano l’opinione che l’amministrazione si è dimostrata in questi quindici mesi incapace di affrontare in modo tempestivo ed efficace sia le questioni più urgenti che quelle di prospettiva.
Per fare alcuni esempi: l’avvio di una seria e sistematica discussione sul Puc che non si limiti all’approvazione di qualche variante urbanistica, peraltro in totale assenza di politiche abitative (c'è il rischio concreto di perdere le opportunità di housing sociale), le politiche di sviluppo, il piano del commercio e il sistema delle concessioni pubbliche, la gestione della macchina amministrativa, e così via.
Per fare alcuni esempi: l’avvio di una seria e sistematica discussione sul Puc che non si limiti all’approvazione di qualche variante urbanistica, peraltro in totale assenza di politiche abitative (c'è il rischio concreto di perdere le opportunità di housing sociale), le politiche di sviluppo, il piano del commercio e il sistema delle concessioni pubbliche, la gestione della macchina amministrativa, e così via.
E poi, nel metodo di amministrare: le questioni della piena e vera trasparenza, della partecipazione non limitata solo ad alcuni momenti di comunicazione, e in generale l'assenza di quel cambiamento culturale necessario ed indispensabile per un modo diverso di governare dal passato.
È chiaro che le condizioni finanziarie in cui lo Stato ha messo i Comuni, i lasciti della precedente amministrazione e alcune pessime abitudini e pratiche nel modo di operare della macchina comunale rendevano il compito estremamente difficile. Ma proprio per questo sarebbe servito un modo diverso di governare, con il coinvolgimento dei cittadini, dei soggetti e delle energie sociali, e con una valorizzazione dei consiglieri comunali e delle forze politiche. Questo non è avvenuto.
Ma oltre gli errori, ancor più grave è la mancanza di consapevolezza che gli errori ci sono stati, assumendosene le responsabilità. Questo consapevolezza è sempre la condizione necessaria per una ripartenza. Anche questo non è avvenuto.
La responsabilità di questa situazione non può essere attribuita soltanto al Sindaco e alla Giunta. Spesso da parte delle forze politiche l'atteggiamento è stato quello della rivendicazione e della polemica. Anche noi consiglieri abbiamo talvolta mancato di esercitare sino in fondo i compiti del nostro mandato.
Quindi, non una responsabilità unica, ma una responsabilità collettiva. È però necessario ricordare gli ampi poteri e le importanti prerogative che il nostro sistema elettorale attribuisce al Sindaco. È chiaro quindi che le principali responsabilità sono proprio di chi, eletto direttamente del popolo è chiamato non solo a governare, ma a tenere le redini del sistema e a collaborare fattivamente con il Consiglio Comunale e con le forze politiche della sua coalizione.
A questo punto, la mancanza della consapevolezza e la durezza dello scontro politico e personale rendono improbabile l'indispensabile cambio di rotta. E senza questo cambio di rotta quest’esperienza amministrativa è davvero arrivata al capolinea.
Allora diventa ragionevole pensare che la cosa giusta sia tornare a votare al più presto, cercando di ridurre al minimo la durata del commissariamento e dopo aver affrontato alcune questioni urgenti (la raccolta dei rifiuti, la società In House, Architettura, la questione dei Rom, i lavori pubblici da chiudere e rendicontare entro la fine dell’anno, ecc.).
Fatte queste considerazioni, vengo al mio ruolo di consigliere comunale e di presidente di commissione.
D'ora in poi, per quanto durerà questa consiliatura, ogni mio voto non sarà legato all’appartenenza a una coalizione, ma alla coerenza con il programma con cui io e questa maggioranza siamo stati eletti; come consigliere comunale in aula valuterò quindi ogni singolo provvedimento e lo voterò solo se aderente a quel programma.
Anche nel mio ruolo di presidente della IV commissione continuerò a mettermi al servizio del programma, portando a compimento le iniziative che ho attivato dall'inizio del mio mandato (quelle riguardanti gli spazi pubblici, gli orti urbani, il potenziamento del sistema scolastico e la creazione di un sistema educativo locale, l'Istituto Agrario di Santa Maria la Palma) e ad avviarne altre come quelle legate alla mensa scolastica, agli spazi per la cultura, alla consulta giovanile, a Meta.
Il programma della coalizione quindi come mio unico riferimento. Io credo che d’ora in poi solo chi si atterrà a questo programma e lavorerà per attuarlo sarà veramente forza di maggioranza, chi se ne allontanerà o al contrario non lavorerà per la sua attuazione non ne farà parte. Per quanto durerà questa consiliatura, intendo continuare a fare un consigliere di maggioranza nella sostanza e non solo nella forma.
È chiaro che le condizioni finanziarie in cui lo Stato ha messo i Comuni, i lasciti della precedente amministrazione e alcune pessime abitudini e pratiche nel modo di operare della macchina comunale rendevano il compito estremamente difficile. Ma proprio per questo sarebbe servito un modo diverso di governare, con il coinvolgimento dei cittadini, dei soggetti e delle energie sociali, e con una valorizzazione dei consiglieri comunali e delle forze politiche. Questo non è avvenuto.
Ma oltre gli errori, ancor più grave è la mancanza di consapevolezza che gli errori ci sono stati, assumendosene le responsabilità. Questo consapevolezza è sempre la condizione necessaria per una ripartenza. Anche questo non è avvenuto.
La responsabilità di questa situazione non può essere attribuita soltanto al Sindaco e alla Giunta. Spesso da parte delle forze politiche l'atteggiamento è stato quello della rivendicazione e della polemica. Anche noi consiglieri abbiamo talvolta mancato di esercitare sino in fondo i compiti del nostro mandato.
Quindi, non una responsabilità unica, ma una responsabilità collettiva. È però necessario ricordare gli ampi poteri e le importanti prerogative che il nostro sistema elettorale attribuisce al Sindaco. È chiaro quindi che le principali responsabilità sono proprio di chi, eletto direttamente del popolo è chiamato non solo a governare, ma a tenere le redini del sistema e a collaborare fattivamente con il Consiglio Comunale e con le forze politiche della sua coalizione.
A questo punto, la mancanza della consapevolezza e la durezza dello scontro politico e personale rendono improbabile l'indispensabile cambio di rotta. E senza questo cambio di rotta quest’esperienza amministrativa è davvero arrivata al capolinea.
Allora diventa ragionevole pensare che la cosa giusta sia tornare a votare al più presto, cercando di ridurre al minimo la durata del commissariamento e dopo aver affrontato alcune questioni urgenti (la raccolta dei rifiuti, la società In House, Architettura, la questione dei Rom, i lavori pubblici da chiudere e rendicontare entro la fine dell’anno, ecc.).
Fatte queste considerazioni, vengo al mio ruolo di consigliere comunale e di presidente di commissione.
D'ora in poi, per quanto durerà questa consiliatura, ogni mio voto non sarà legato all’appartenenza a una coalizione, ma alla coerenza con il programma con cui io e questa maggioranza siamo stati eletti; come consigliere comunale in aula valuterò quindi ogni singolo provvedimento e lo voterò solo se aderente a quel programma.
Anche nel mio ruolo di presidente della IV commissione continuerò a mettermi al servizio del programma, portando a compimento le iniziative che ho attivato dall'inizio del mio mandato (quelle riguardanti gli spazi pubblici, gli orti urbani, il potenziamento del sistema scolastico e la creazione di un sistema educativo locale, l'Istituto Agrario di Santa Maria la Palma) e ad avviarne altre come quelle legate alla mensa scolastica, agli spazi per la cultura, alla consulta giovanile, a Meta.
Il programma della coalizione quindi come mio unico riferimento. Io credo che d’ora in poi solo chi si atterrà a questo programma e lavorerà per attuarlo sarà veramente forza di maggioranza, chi se ne allontanerà o al contrario non lavorerà per la sua attuazione non ne farà parte. Per quanto durerà questa consiliatura, intendo continuare a fare un consigliere di maggioranza nella sostanza e non solo nella forma.
Natacha Lampis è consigliere comunale eletto con il movimento C'è un'Alghero Migliore
Altri in
Recenti in
Recenti in
Commenti