Cerca nel blog
Lubrano non si arrende nonostante la sfiducia. Tedde: «Le comiche finali»
Intanto scade il termine fissato dallo stesso sindaco per avere i nomi dei nuovi assessori.
![]() |
Stefano Lubrano |
Lubrano non si ferma di fronte alla sfiducia espressa dall'assemblea civica.
Il documento presentato da buona parte del Partito Democratico è stata votata con un emendamento proposto da Alguerosa che non si accontenta dell'azzeramento di giunta ma chiedeva di modificare il contenuto con la richiesta delle dimissioni del primo cittadino.
Nella seduta, terminata a notte fonda, in aula c'erano 19 consiglieri. Tra questi 13 hanno detto si alla sfiducia, 5 i contrari e un astenuto.
Ma nonostante la sfiducia il sindaco non ha intenzione di gettare la spugna.
«È una mozione priva di contenuti, inutile e pretestuosa - riferisce Lubrano - una scusa per cercare di mandarmi a casa. Ho azzerato la giunta così il documento non aveva più alcun valore, allora hanno provato a modificarlo, inserendo un altro elemento di disturbo: le dimissioni. In consiglio è approdata la verità - continua - finalmente vediamo chi ha sempre remato contro, fin dal primo giorno. È stata una continua corsa ad ostacoli, una continua salita tirando un carro dove chi doveva aiutare a spingere, tirava invece sacchi di pietre. Ma noi andiamo avanti e non ci fermiamo».
Gira il coltello nella piaga il capogruppo Pdl: «Dopo le "comiche finali" gli algheresi sono loro malgrado costretti ad assistere a rappresentazioni liturgiche di parabole e di imbarazzanti "omelie messianiche"», commenta Marco Tedde.
Marco Tedde |
«Un sindaco con normali attitudini al ruolo non gioca d'azzardo e non lascia la città senza giunta. Meglio avrebbe fatto a dimettersi, con giunta in carica, e capire se vi sono le condizioni per proseguire. Senza giunta, Alghero che prima era paralizzata ora è al disastro. Un sindaco di medie capacità non può deliberare in luogo della giunta, né ha il dono dell'ubiquità per seguire tutte le vicende amministrative della città. Immaginiamoci cosa accade ad un sindaco abbarbicato ai primi rudimenti dell'abbecedario politico-amministrativo.
Infine secondo Marco Tedde «non è credibile che Lubrano non riesca a capire la dissoluzione della maggioranza di sinistra e a vedere il capolinea della sua cupa esperienza amministrativa».
Non meno pesanti le parole di Enrico Daga: «È stata una vera e propria barbarie assistere all'interpretazione distorta di quello che dovrebbe essere un "primo cittadino" alfabetizzato, di colui che dovrebbe rispettare, per primo, l'aula di via Columbano e i suoi membri democraticamente eletti - dice il consigliere comunale Pd - Non una parola per giustificare il grave e colpevole ritardo sui punti che il Partito democratico ha elencato nella mozione. Ha voluto trasformare e mistificare la realtà, rappresentando la lunga ed estenuante discussione (resa tale dal suo esasperato tatticismo) sull'azzeramento della giunta, per nascondere l'inconcludenza di questi orribili quindici mesi di agonia civica e politica».
![]() |
Enrico Daga |
A giudizio del rappresentante di maggioranza è mancato un atto di umiltà per riconoscere gli errori: «Parla di poltrone a noi, dopo aver fatto incetta di ruoli di governo e sottogoverno, e dopo aver tentato di offrire posti al sole, soprattutto all'opposizione, fino a pochi minuti prima dell'inizio della discussione in consiglio, al solo scopo di conservare il proprio scranno. Oggi taccia noi di essere la vecchia politica mentre difende la sua poltrona in maniera compulsiva, nonostante tredici consiglieri comunali gli abbiano chiesto con voto palese le dimissioni. Adesso è l'ora della chiarezza. Finalmente si capirà chi è attaccato alla poltrona e la difende perfino con le menzogne, anche a costo di perdere la propria dignità».
Intanto lunedì scade il termine fissato dallo stesso sindaco (leggi qui) per avere dai partiti i nominativi dei nuovi assessori.
Altri in
Recenti in
Recenti in
Commenti