Un colpo di scena spazza le larghe intese
Crisi di governo e del sistema.
Vittorio Guillot |
Sembra che la crisi del governo delle ‘Larghe Intese’ sia stata superata con un colpo di scena degno di ‘scherzi a parte’.
Comunque, data le smisurata abilità acrobatiche dei nostri politici, non mi meraviglierei di assistere ad altre sorprendenti prodezze funamboliche.
Anche se il governo appare rafforzato, qualcuno , legittimamente timoroso dei radicalismi ‘bipartisan’ , sostiene che non avrà via né lunga né facile e sostiene che “Non è possibile tenere insieme ‘il diavolo e l’acqua santa!”
A parte il fatto che mi è difficile capire quale sia il diavolo e quale l’acqua santa, considerati i risultati elettorali e la chiusura dei “grillini”, non mi pare che ci fossero alternative alla strana maggioranza a cui si è dato vita.
A parte ciò ritengo giusto che il presidente della Repubblica abbia preteso che la crisi fosse discussa in Parlamento in modo che ognuno chiarisse pubblicamente le proprie responsabilità.
Dico la verità: sono stanco di questa classe politica nel suo complesso e, politicamente, non so più a quale santo rivolgermi. Non trovo, infatti alcun partito che faccia per me.
Quale schieramento, tra quelli presenti sullo scenario politico, mostra, con i fatti, antepone all’interesse della fazione, un autentico senso dello stato e delle istituzioni ? Chi, sempre stando ai fatti e per l’interesse di questo popolo, si è adoperato perché la classe dirigente fosse selezionata e scelta alla luce della meritocrazia? Chi concretamente si adopera per assicurare la stabilità governativa a questo Stato che sempre più è una ‘ nave senza nocchiero in gran tempesta’?
Chi, in questo quadro, manda avanti la proposta di riformare la nostra Repubblica secondo un modello presidenziale? Chi mostra la concreta volontà di difendere la nostra sovranità e la nostra identità contro le oligarchie finanziarie internazionali, che sono diventate i veri centri decisionali della economia e della politica? Chi propone una riforma che renda maggiormente integrati i popoli e gli stati dell’Unione Europea in modo da tutelare i loro interessi e le loro civiltà non solo dalle potenze emergenti ma anche dalla egemonia degli stati associati più forti? Chi , a tal fine, reclama politiche estere, militari ed economiche veramente europee e unitarie, tese, in particolare modo, a dare stabilità ai Paesi da cui partono le correnti migratorie che ci investono? Chi vuol difendere la dignità del nostro popolo anche aprendo una controversia internazionale con l’India e pretendendo la restituzione dei due militari illegittimamente sequestrati?
Chi ha la capacità di mandare avanti una politica di sviluppo che aiuti famiglie e imprese ad uscire dalla crisi epocale che viviamo? Chi , per raggiungere questo scopo, intende mandare avanti una sana ‘economia sociale di mercato ’ che rifiuti sia il nefasto statalismo collettivista che l’altrettanto nefasto capitalismo senza regole? Chi propone una riforma della ‘Giustizia’ che ‘responsabilizzi’ chi la amministra e ne stronchi la politicizzazione, ma non la renda asservita a chi governa? Come si intende riformare la burocrazia in modo da renderla più snella e più utile allo Stato e ai cittadini che agli interessi dei piccolo e grandi burocrati? Che si vuol fare per combattere efficacemente la pubblica corruzione e l’evasione fiscale? Chi realisticamente propone delle riforme costituzionali che assicurino l’ordinata ed effettiva partecipazione dei cittadini e delle categorie sociali alla vita dello Stato?
Chi vuole, in altri termini e sempre con i fatti, tagliare l’erba sotto ai piedi alla partitocrazia, di cui i partiti personali , compreso quello di Grillo, sono l’espressione più eclatante e deteriore?
Se qualche partito proponesse dei personaggi credibili e programmi convincenti che rispondessero a queste mie domande, gli darei il mio voto. Non mi interesserebbe affatto se tale partito fosse etichettato di destra, di centro o di sinistra. In caso contrario non sprecherei manco un attimo del mio tempo per andare a votare. Malgrado ciò, non mi sento di essere un ‘antipolitico’ o un ‘qualunquista’ che si interessa solo dei propri interessi e se ne frega di quelli generali . I qualunquisti, attribuendo a questo termine il significato più spregevole possibile, sono i troppi ‘ Cetto Laqualunque’ che dirigono ( parola grossa!) la nostra politica nazionale e locale.
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