La nostra civiltà: lascia o raddoppia?
Anche le energie che rendono vitali le civiltà e i popoli si esauriscono.
Guillot |
La seconda legge della termodinamica dice che “tutta l’energia che viene utilizzata in un sistema chiuso, si trasforma da energia utilizzabile a energia inutilizzabile”.
Col “riciclaggio”, fra l’altro, non si “ crea nuova energia”, ma si sfrutta più a fondo quella già esistente.
E’ la legge inesorabile dell’entropia. Il nostro stesso universo, che pure è vastissimo, enorme, con un raggio di 14 miliardi di anni luce, non è infinito ,è limitato e, quindi, chiuso.
Non può ricevere, cioè, altra energia , in aggiunta a quella che possiede, da qualche realtà fisica esterna, che non esiste.
Lo stesso discorso, pur mutando alcuni termini del problema, sarebbe sostanzialmente valido anche se, per ipotesi, di universi ce ne fosse più di uno e formassero un “multiverso”.
Questo puramente ipotetico “multiverso”, se pure esistesse, scientificamente e matematicamente, infatti, non potrebbe mai essere infinito o composto da una infinità di elementi. Che l’universo sia limitato è provato dal fatto che, grazie all’effetto Doppler, si è constatato che le galassie si allontanano continuamente e che , quindi, l’universo si espande. Infatti solo ciò che è limitato può espandersi, non ciò che è già infinito e illimitato.
Da ciò deriva che , poiché l’universo è limitato, anche l’energia che contiene è limitata. Di conseguenza arriverà il giorno, chissà quando!, in cui tutta quella energia sarà resa inutilizzabile. Non basta. Einstein, con la teoria della relatività , ha mostrato che energia e materia coincidono, tanto che ha proposto la formula E=MC2,confermata dalle reazioni nucleari derivanti dalla scissione o dalla fusione dell’atomo e, per altro verso, dallo stesso GPS. Perciò, con la fine dell’energia si verificherà anche la fine della materia. Tutto l’universo, o il multiverso, cioè, sarà ridotto a 0.
La stessa teoria della relatività generale, correlata alla forza di gravità e unita alle scoperte di Doppler, porta a concludere che tutto è iniziato col Big Bang. Questa faccenda dell’annullamento dell’universo sembra contraddire la prima legge della termodinamica, secondo la quale “niente si crea e niente si distrugge, ma tutto si trasforma”, perché, essendo stata formulata prima della scoperta della relatività di Einstein, quella legge non tiene conto della durata temporale della energia-materia. Essa, comunque ,è valida entro quell’inizio e quella fine. Tutto ciò che è fisico, in altre parole, avrà una fine, e se avrà una fine ha necessariamente avuto un inizio perché, se non ci fosse un momento iniziale, il percorso per arrivare ad un determinato fatto, ad esempio, a me che ora sto scrivendo, non si esaurirebbe mai e io non sarei qui a scrivere. Anzi , io non esisterei proprio!
Il paradosso di Achille e la tartaruga, che, fra l’altro, è stato risolto matematicamente col calcolo infinitesimale e le sue funzioni, derivate, passaggio al limite, non c’entra . Infatti quel paradosso parte dal presupposto che i due termini della questione , appunto Achille e la tartaruga, siano due dati certi e fissi. Nel nostro caso, invece , un dato, ossia il momento iniziale, non è affatto certo, anzi è inesistente. Non ci sarebbe, cioè, un inizio. Certo c’è da chiedersi cosa, o Chi, c’era prima di quell’inizio, visto e considerato che qualcosa , o Qualcuno, doveva pur esserci, dato che la logica razionale vuole che dal Niente non possa essere prodotto Niente ! E Chi e perché ha fatto sorgere qualcosa dal Niente e da dove, o da Chi, provengono le leggi del divenire, che la natura si trova scritte addosso ed alle quali ubbidisce?
Ma non è di questa faccenda che voglio scrivere. Il fatto è che la freccia del tempo, a causa dell’entropia, va in una sola direzione, dall’energia utilizzabile a quella inutilizzabile, va dal passato al futuro, passando fugacemente per il presente. Perciò Niente, e Nessuno, di ciò che è fisico, torna indietro, mentre le energie inevitabilmente si esauriscono. E’ facile dedurre che sia le teorie illuministe e marxiste dell’ eterno progresso che quelle dell’eterno ritorno di Nietzsche e delle filosofie orientali, sono contrarie alle moderne scoperte scientifiche.
Voglio azzardare un parallelo perché, a ben veder, anche le energie che rendono vitali le civiltà e i popoli si esauriscono. Queste civiltà nascono, infatti, dalle prorompenti esigenze dei popoli di reclamare i loro diritti all’esistenza e, quindi, di affermarsi sulla scena del mondo. Le loro potenzialità si manifestano nelle idee ma, soprattutto, nelle fedi religiose e nei miti, in cui credono profondamente, che ne rappresentano le aspirazioni e la volontà e che li spingono ad agire, a progredire e, purtroppo, anche a dominare gli altri popoli.
Questa forza “ideale” dà una spinta emotiva più prorompente di quella che proviene dalle stesse esigenze economiche e materiali. Quella energia propulsiva, vitale, però, ad un certo punto tende ad esaurirsi. Gli ideali e i miti, utili per raggiungere un determinato fine, si sgonfiano quando quel fine è raggiunto o quando si mostrano inadeguati al suo raggiungimento. A questo punto occorre qualche altra “idea forza” per andare oltre. In caso contrario quel popolo perde la fiducia nel proprio futuro, si affloscia l’amore e l’orgoglio per la propria cultura, scompare la fede in un comune destino e in un bene comune, prevalgono l’egoismo individualista e la corruzione.
Certo si continuano a sfruttare le risorse intellettuali e materiali che le precedenti generazioni hanno prodotto, ma non si riesce a creare niente di significativamente nuovo. Si deprimono, perciò, tutte le attività , comprese quelle legate all’istruzione , alla ricerca scientifica e allo sviluppo economico. In questa atmosfera di declino, i nuovi nati vengono visti come dei “problemi” e ciò spinge alla scarsa natalità. Così i popoli invecchiano e decadono anche biologicamente, fino a essere sopraffatti da quelli più carichi di entusiasmo, di voglia di farsi avanti e più giovani, che erediteranno e svilupperanno molte delle scoperte delle civiltà morte. E così via, fino alla fine dell’umanità!
Questo fenomeno si è già verificato una infinità di volte e noi stessi abbiamo ereditato tanto dalle civiltà scomparse. Mi chiedo, a questo punto, in quale stadio si trovi la nostra civiltà italiana ed europea, e oltre alle questioni attinenti l’economia e i mercati, quali siano i valori e le idee che dovrebbero darle slancio e forza , quali siano i profeti che le formulano, quali gli uomini che possono guidare i popoli a realizzarle.
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