Lubrano a ruota libera contro gli ex alleati: «Sono dei traditori»
Per l'ex sindaco la sinistra algherese non esiste perché ha calpestato la volontà degli elettori.
Un vulcano che esplode. Così il sindaco, caduto in virtù di un accordo che coinvolge l'opposizione e sei ex alleati, questa mattina, nella casa comunale di sant'Anna.
Stefano Lubrano non ha risparmiato nessuno. A cominciare da colui che per primo ha creduto nella sua candidatura a sindaco e l'ha sostenuta con forza: Mario Bruno, ma che oggi si dichiara pentito di quella scelta.
«La nomina della prima giunta era in pieno accordo con lui tanto che lui stesso pensava fosse ottima l'idea di affidare le Finanze a Paola Scanu».
Nel suo sfogo, il primo cittadino uscente racconta che Bruno avrebbe voluto le deleghe alle Opere Pubbliche e alle Borgate; Enrico Daga avrebbe chiesto gli incarichi fino a quel momento gestiti da Alma Cardi, più il controllo della Fondazione Meta e il ruolo di vicesindaco. Infine Rosa Accardo, a cui è stato offerto il settore Cultura, ma che avrebbe storto il naso. Avrebbe infatti voluto la delega ai Servizi sociali, ma Lubrano ha ritenuto che dannoso cambiare assessore in un settore delicato, in cui era stato avviato un percorso che Romina Caula stava portando avanti molto bene, a detta del sindaco.
Più in generale Stefano Lubrano se si è scagliato contro la sinistra: «La sinistra algherese non esiste, è morta - ha detto - dal momento che ha tradito il voto di undici mila algheresi. In sei non hanno rispettato la volontà degli elettori e la città è profondamente infastidita da questi traditori. In questi quindici mesi ho imparato che la politica è tradimento».
Tutti pronti ad attaccare, ha fatto presente Lubrano, ma nessuno che proponesse qualcosa di costruttivo. «Mi hanno lasciato solo, non c'era nessuna motivazione politica per sfasciare tutto. Non sono voluti uscire dalle vecchie logiche della politica».
Dopo aver sputato veleno su quella parte di maggioranza che gli ha voltato le spalle l'ex sindaco ha elencato le cose fatte. Intanto la soluzione per gli operatori dei parcheggi e della società In House (leggi qui).
«In 15 mesi sono stati salvaguardati 484 posti di lavoro, sono stati risparmiati 400mila euro di risorse tagliando la spesa pubblica e facendo economie sugli affitti degli immobili; nel campo dei servizi sociali sono state pagate 500 fatture in un mese e non ci sono stati più quei vergognosi ritardi nei rimborsi dei piani per l'assistenza ai disabili».
Inoltre non è vero che il Piano urbanistico non stava camminando: «Attraverso il Master & Back stavamo reclutando professionisti da coinvolgere nell'ufficio del piano».
Nonostante la delusione per il brutto finale di questa esperienza amministrativa non è detto che Lubrano non ci riprovi. Non esclude infatti una ricandidatura, anche se strapperà la tessera del Pd: «Sento forte l'affetto della gente».
Non lascerà il suo incarico all'interno del Parco di Porto Conte perché in questo momento sarebbe un passo falso commissariare l'ente e tra l'altro non si tratta di un incarico retribuito.
Infine Lubrano ha annunciato nei prossimi giorni un incontro pubblico con la cittadinanza per spiegare le sue ragioni.
Stefano Lubrano |
Stefano Lubrano non ha risparmiato nessuno. A cominciare da colui che per primo ha creduto nella sua candidatura a sindaco e l'ha sostenuta con forza: Mario Bruno, ma che oggi si dichiara pentito di quella scelta.
«La nomina della prima giunta era in pieno accordo con lui tanto che lui stesso pensava fosse ottima l'idea di affidare le Finanze a Paola Scanu».
Nel suo sfogo, il primo cittadino uscente racconta che Bruno avrebbe voluto le deleghe alle Opere Pubbliche e alle Borgate; Enrico Daga avrebbe chiesto gli incarichi fino a quel momento gestiti da Alma Cardi, più il controllo della Fondazione Meta e il ruolo di vicesindaco. Infine Rosa Accardo, a cui è stato offerto il settore Cultura, ma che avrebbe storto il naso. Avrebbe infatti voluto la delega ai Servizi sociali, ma Lubrano ha ritenuto che dannoso cambiare assessore in un settore delicato, in cui era stato avviato un percorso che Romina Caula stava portando avanti molto bene, a detta del sindaco.
Più in generale Stefano Lubrano se si è scagliato contro la sinistra: «La sinistra algherese non esiste, è morta - ha detto - dal momento che ha tradito il voto di undici mila algheresi. In sei non hanno rispettato la volontà degli elettori e la città è profondamente infastidita da questi traditori. In questi quindici mesi ho imparato che la politica è tradimento».
Tutti pronti ad attaccare, ha fatto presente Lubrano, ma nessuno che proponesse qualcosa di costruttivo. «Mi hanno lasciato solo, non c'era nessuna motivazione politica per sfasciare tutto. Non sono voluti uscire dalle vecchie logiche della politica».
Dopo aver sputato veleno su quella parte di maggioranza che gli ha voltato le spalle l'ex sindaco ha elencato le cose fatte. Intanto la soluzione per gli operatori dei parcheggi e della società In House (leggi qui).
«In 15 mesi sono stati salvaguardati 484 posti di lavoro, sono stati risparmiati 400mila euro di risorse tagliando la spesa pubblica e facendo economie sugli affitti degli immobili; nel campo dei servizi sociali sono state pagate 500 fatture in un mese e non ci sono stati più quei vergognosi ritardi nei rimborsi dei piani per l'assistenza ai disabili».
Inoltre non è vero che il Piano urbanistico non stava camminando: «Attraverso il Master & Back stavamo reclutando professionisti da coinvolgere nell'ufficio del piano».
Nonostante la delusione per il brutto finale di questa esperienza amministrativa non è detto che Lubrano non ci riprovi. Non esclude infatti una ricandidatura, anche se strapperà la tessera del Pd: «Sento forte l'affetto della gente».
Non lascerà il suo incarico all'interno del Parco di Porto Conte perché in questo momento sarebbe un passo falso commissariare l'ente e tra l'altro non si tratta di un incarico retribuito.
Infine Lubrano ha annunciato nei prossimi giorni un incontro pubblico con la cittadinanza per spiegare le sue ragioni.
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