Carcere intitolato all'agente ucciso da un recluso in fuga
Una targa ricorderà il sacrificio di Giuseppe Tomasiello.
Intitolazione del carcere (foto di Andrea Manca) |
ALGHERO / Il penitenziario di via Vittorio Emanuele ora porta il nome di Giuseppe Tomasiello.
Alla presenza del direttore della casa circondariale algherese Elisa Milanesi e dei vertici dell'amministrazione penitenziaria è stata scoperta ieri mattina la targa che porta il nome dell'agente di custodia ucciso, nel 1960, da un detenuto che cercava la fuga.
Alla presenza del direttore della casa circondariale algherese Elisa Milanesi e dei vertici dell'amministrazione penitenziaria è stata scoperta ieri mattina la targa che porta il nome dell'agente di custodia ucciso, nel 1960, da un detenuto che cercava la fuga.
La targa |
Alla figura di Giuseppe Tomasiello è dedicato anche il Museo sulla memoria della colonia penale di Tramariglio, a Casa Gioiosa, che è stato inaugurato lo scorso 9 luglio, alla presenza del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri (leggi qui).
G.Tomasiello |
Al momento della distribuzione del pasto nella sede centrale della colonia, i due non fecero più ritorno.
Inizialmente nessuno si accorse dell’assenza, perché diverse volte il detenuto consumava il pasto sul posto di lavoro, rientrando per l’ora di cena. Nel pomeriggio cominciarono a manifestarsi i primi campanelli di allarme e scattarono subito le ricerche.
Partiti diversi agenti trovarono a poca distanza, l’agente Tomasiello sanguinante, con un’impressionante ferita alla testa. Ma di Corsi non c’era traccia. Desideroso di evadere, aveva colpito alle spalle il giovane militare con una mazza che il recluso usava per le riparazioni alla linea elettrica. L’agente, immediatamente soccorso da alcuni colleghi, fu caricato sulle spalle e condotto sino alla strada, per essere trasportato all’ospedale di Alghero. Mori il 24 gennaio 1960, due giorni dopo, senza aver ripreso conoscenza.
Inizialmente nessuno si accorse dell’assenza, perché diverse volte il detenuto consumava il pasto sul posto di lavoro, rientrando per l’ora di cena. Nel pomeriggio cominciarono a manifestarsi i primi campanelli di allarme e scattarono subito le ricerche.
Partiti diversi agenti trovarono a poca distanza, l’agente Tomasiello sanguinante, con un’impressionante ferita alla testa. Ma di Corsi non c’era traccia. Desideroso di evadere, aveva colpito alle spalle il giovane militare con una mazza che il recluso usava per le riparazioni alla linea elettrica. L’agente, immediatamente soccorso da alcuni colleghi, fu caricato sulle spalle e condotto sino alla strada, per essere trasportato all’ospedale di Alghero. Mori il 24 gennaio 1960, due giorni dopo, senza aver ripreso conoscenza.
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