Laccio di metallo intorno al collo: cane vittima dei bracconieri
Eva Bianchi |
Il cane, quasi certamente finito nelle trappole posizionate dai bracconieri, è stato notato da un anziano invalido, che, seguendo i lamenti dei suoi cani, ha scoperto il povero animale, in zona Porto Ferro.
L'episodio risale al 6 dicembre. L'uomo ha avvisato la compagnia barracellare che a sua volta ha allertato la sezione di Alghero della Lega nazionale per la difesa del Cane.
Sia i barracelli che la polizia municipale hanno provato ripetutamente a mettersi in contatto con la Asl veterinaria di Sassari.
«Non è stata ricevuta alcuna risposta, proprio alle ore 18, quindi in piena reperibilità di un veterinario Asl - denuncia pubblicamente la presidentessa della Lega Eva Bianchi in un esposto inviato alla Procura della Repubblica e agli enti competenti - Vista l'urgenza, a causa della drammaticità della situazione, io stessa, con il nostro veterinario e un operatore della polizia municipale del Comune di Alghero, ci siamo recati velocemente sul posto, dove ci attendevano i barracelli con i fari e gli strumenti pronti per l'intervento. Il cane era ormai privo di forze, con gli occhi intrisi di sangue e impossibilitato a liberarsi da solo dal laccio che gli stringeva il collo togliendogli il respiro».
«Con l'aiuto del veterinario abbiamo liberato l'animale che, molto probabilmente, apparteneva a qualcuno della zona, visto che era pulito e ben nutrito - prosegue Bianchi - L'animale, dopo un'attenta visita, ha ripreso a respirare normalmente e, per fortuna, si è salvato».
Due settimane fa la stessa disavventura è capitata ad un altro cane, in zona Rio Calvia. Un uomo è dovuto intervenire per salvare il suo cane intrappolato all'interno di un laccio metallico, usato dai bracconieri, che bloccava una zampa e la testa della sfortunata bestiola, durante una passeggiata.
La presidentessa della sezione algherese della Lega del cane chiede che «non solo la forestale faccia dei controlli accurati della zona, per eliminare le trappole posizionate dai bracconieri, ma che la Asl veterinaria Area C di Sassari, già denunciata nei mesi scorsi da due cittadini per omissione di soccorso di due gatti randagi nel Comune di Sassari, paghi per questo grave disservizio».
«Il servizio Asl per il soccorso degli animali randagi non è né vivo né tanto meno attivo, ed evidenzia un gran numero di inadempienze, spesso non denunciate a causa della scarsa conoscenza delle leggi in materia di tutela degli animali d'affezione da parte dei cittadini onesti che chiamano per soccorrere animali sinistrati, senza ottenere risposta nel 90% dei casi - prosegue la denuncia firmata da Eva Bianchi - i pochi fortunati, quando gli operatori rispondono, si sentono spesso dire che, se l'animale non è ferito gravemente (bisogna capire cosa intendano per “gravemente”), non possono intervenire».
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