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Festeggiamenti per il primo anniversario del Comune di Porto Conte
Lungo la strada che da Fertilia conduce a S.Maria La Palma abbiamo incontrato un lungo corteo di rumorosi trattori, camion, auto private, gente a cavallo, c’era anche qualcuno col motocoltivatore e relativo carrello, una terna e un’infinità di storiche Ape 50.
A fare da apripista un vecchio carro trascinato da una coppia di buoi (di quelli che la buona sorte ha salvato dal macello), che tra l’altro dava il tempo di marcia a tutti i partecipanti, abbastanza lento per la verità. Abbiamo pensato che si stesse organizzando il carnevale della borgata ma l’assenza delle maschere e il periodo autunnale facevano escludere questa possibilità.
Ci siamo fatti coraggio, siamo entrati nella fila e abbiamo chiesto qualche informazione. –Scusi, perché state protestando?- – Ma quale protesta, qui si festeggia! E’ il primo anniversario della nascita del Comune di Porto Conte -.
E vai col suono delle trombe, dei clacson, con lo sbandieramento degli stendardi, con i palloncini colorati, i festoni e gli striscioni. Mentre il corteo scorre gli abitanti della borgata accorrono ai bordi della strada; c’è chi offre del vino, chi formaggio, chi ha portato anche un pentolone di gnocchetti al sugo di cinghiale, il cui povero animale nel Comune di Porto Conte non gode più di alcuna protezione a causa dei danni che provocava nei campi coltivati. Così ad uno ad uno se li stanno mangiando tutti, ta dannu! Tentiamo un’altra domanda: - Dove siete diretti?-. – Andiamo verso il palazzo comunale, e li ci incontreremo col Sindaco di Porto Conte -.
Arrivati a S.Maria La Palma il corteo si dirige verso la piazza principale, poi svolta a destra e si dirige verso il campo sportivo. Arrivati all’ingresso del campo, e guardando un po’ all’interno, notiamo che gli spogliatoi sono sovrastati da una scritta: PALAZZO COMUNALE DI PORTO CONTE. Abbiamo pensato ad uno scherzo e infatti ci siamo sbagliati. Era proprio il Palazzo Comunale! E ad attenderci c’era davvero il Sindaco in persona, con tanto di fascia tricolore, il dott. Loporto. Il corteo invade il campo sportivo e entrano, loro malgrado, anche i buoi, i quali tentano di brucare qualche filo d’erba ma è sintetica. Per tutta risposta decidono di rilasciare una classica torta di merda, che delicatamente e profumatamente si appoggia sul manto da gioco. Ad un certo punto si forma un coro da stadio (perché lo stadio ce l’hanno) che urla Loporto Loporto Loporto. Il Sindaco vuole salutare la folla, ma essendo basso di statura decide di salire sul carro, e lì si dirige con passo deciso, e anche un po’ umido perché inavvertitamente schiaccia la torta di merda!
-Cari portocontini, anzi portocontani, che dico? Cari portocontesi, si così va bene, cari portocontesi oggi è un giorno speciale, perché è il primo anniversario della nascita del nostro comune -. La folla è talmente entusiasta che riprende ad urlare Loporto Loporto Loporto, tanto che il dott. Loporto è costretto a interrompere sin dall’inizio il suo articolato discorso. Noi lo incontriamo mentre tenta di raggiungere gli spogliatoi, cioè il palazzo comunale, e gli rivolgiamo subito una domanda: -Non potevate costruire un vero palazzo comunale?-. – Che dice? Il Comune di Porto Conte ha incaricato l’architetto Dellapiana di predisporre un progetto di casa comunale che sia rappresentativa della nostra realtà storica e culturale. Attualmente si usano i locali che già ci sono per necessità, e siccome al mattino gli spogliatoi del campo sportivo sono inutilizzati abbiamo pensato di farci la casa comunale. In questo modo possiamo seguire da vicino anche le sorti della nostra squadra, che era il primo punto del mio programma elettorale. Come vede abbiamo preso un piccione con due fave. No, scusi: abbiamo preso due piccioni con due fave!-. Abbiamo pensato che forse voleva dire due piccioni con una fava, ma non lo abbiamo corretto, in fondo ha reso bene il concetto. E poi l’odore di stalla della sua scarpa ci stava già nauseando.
Anche noi ci siamo avviati alla casa comunale e così abbiamo avuto modo di leggere il programma della festa nei manifesti affissi all’esterno del caseggiato. L’attuale è il primo di tre giorni di festeggiamenti, e si conclude con una bevuta collettiva accompagnata da un ottimo cinghiale alla cacciatora. Abbiamo dedotto che per i cinghiali è veramente dura pascolare in questo comune, visto che facilmente finiscono in pentola! Il corteo, soddisfatto dal memorabile discorso del Sindaco, viene invitato a prendere posto nei gazebo predisposti per la beozia. Prima di dare inizio alla colossale bevuta però il dott. Loporto vuole fare il punto della situazione amministrativa. – In questo primo anno abbiamo ottenuto importanti risultati, la gente è contenta, in tutte le case è arrivata la luce, abbiamo istituito il servizio di polizia municipale. Anche noi abbiamo due auto blu, perché non siamo inferiori a nessuno! La pianta organica del comune prevede l’immediata assunzione di dieci bravi giovani, tutti di buona famiglia, senza laurea ma ben raccomandati, e tutti nati nell’agro -. Altro urlo di approvazione! Poi il sindaco continua: -Nel prossimo anno contiamo di approvare il PUC, la ZTP e il PUB. Va bene il PUC, abbiamo pensato, ma sulla ZTP e sul PUB siamo in difficoltà, forse il sindaco voleva dire ZTL e PUL. Quasi convinti di aver sentito male a causa dell’impianto di amplificazione sparato a 100 decibel, decidiamo di chiedere chiarimenti al segretario comunale, la dott.ssa Delconte, moglie del sindaco, seduta proprio accanto a noi. – Guardi che non è come pensa lei, ci risponde, le sigle sono tutte giuste: il PUC è il piano di utilizzo delle cunette, e noi pensiamo di togliere le bestie dai campi e farle pascolare in strada, e senza alcuna spesa teniamo le cunette pulite. La ZTP è la zona di traffico a pagamento, una tassa di transito che pagano tutti i non residenti prima di entrare nel nostro comune, anche a piedi. Il primo casello sarà realizzato sul Ponte di Fertilia. Poi c’è il PUB, esso non è un piano ma un locale di svago per i nostri cittadini, costruito a spese del comune. Sarà al piano terra del nuovo palazzo comunale, e pensiamo di metterci il bar-paninoteca, le slot macchine, una sala Bingo e di notte anche le intrattenesse e la musica disco. Tutti gli introiti saranno utilizzati per creare nuovi posti di lavoro e per le spese amministrative. Un contributo consistente andrà anche alla squadra di calcio, di cui mio marito, il Sindaco Loporto, è anche presidente-. E gli sfugge un sorrisino. Che dire? Il Comune di Porto Conte come S. Vincent, la Las Vegas della Nurra!
Mentre si chiacchiera però ci ricordiamo che a Roma, il Governo italiano, sta pensando di tagliare tutti i piccoli comuni, accorpandoli a quelli più grandi. Questo per ridurre la spesa pubblica e razionalizzare gli investimenti, ma soprattutto per ridurre la marea di sindaci, di assessori e di consiglieri di comuni formato mignon. Quindi appena il sindaco Loporto si accosta alla moglie, cioè al segretario comunale dott.ssa Delconte, per trangugiare serenamente boccali di birra e salatini manco fossimo all’Oktoberfest, rivolgiamo a lui le nostre perplessità. La risposta, violenta, è anticipata da un rutto così profondo e tuonante che qualcuno dei manifestanti già pensava ad un temporale improvviso, come capita spesso nelle migliori occasioni. – Se lo Stato italiano non vuole il Comune di Porto Conte, urla, che ce lo dica subito. Noi siamo pronti a fondare il Regno di Porto Conte e a dichiararne la sua indipendenza, con l’appoggio della regina d’Inghilterra-. Ennesimo urlo di approvazione. Poi continua: - Allo Stato diciamo che chi di spada perisce di spada ferisce, cioè chi di spada ferisce di spada colpisce-. Forse voleva dire “chi di spada ferisce di spada perisce” ma essendoci qualche bicchiere in più capiamo che la lingua è imbrogliata. Decidiamo di andare via, con la convinzione che da lì a poco la serata sarebbe finita, anzi sarebbero finiti i viveri, vista la sete e la fame dei partecipanti. Poco fuori dalla borgata abbiamo rivisto il carro ma senza i buoi. A quel punto ci siamo ricordati di cosa era previsto nei festeggiamenti del secondo giorno: spezzatino e fiorentine. Poveri buoi! Terzo giorno invece degustazione dei vini della Cantina Loporto, ex S. Maria La Palma. Un passaggio di mano dovuto alle difficoltà economiche in cui versava la vecchia azienda, che il sindaco Loporto ha risolto partecipando ad un’asta fallimentare del Tribunale di Sassari. Un benefattore, non ci sono dubbi! Lungo la strada c’è un vecchio manifesto elettorale, un po’ sbiadito. Si vede ancora il faccione del sindaco e il suo moto: “Non dire sacco se non hai il gatto”.
Thery Carra è lo pseudonimo dell'autore. I contenuti dell'articolo di satira sono di fantasia
E vai col suono delle trombe, dei clacson, con lo sbandieramento degli stendardi, con i palloncini colorati, i festoni e gli striscioni. Mentre il corteo scorre gli abitanti della borgata accorrono ai bordi della strada; c’è chi offre del vino, chi formaggio, chi ha portato anche un pentolone di gnocchetti al sugo di cinghiale, il cui povero animale nel Comune di Porto Conte non gode più di alcuna protezione a causa dei danni che provocava nei campi coltivati. Così ad uno ad uno se li stanno mangiando tutti, ta dannu! Tentiamo un’altra domanda: - Dove siete diretti?-. – Andiamo verso il palazzo comunale, e li ci incontreremo col Sindaco di Porto Conte -.
Arrivati a S.Maria La Palma il corteo si dirige verso la piazza principale, poi svolta a destra e si dirige verso il campo sportivo. Arrivati all’ingresso del campo, e guardando un po’ all’interno, notiamo che gli spogliatoi sono sovrastati da una scritta: PALAZZO COMUNALE DI PORTO CONTE. Abbiamo pensato ad uno scherzo e infatti ci siamo sbagliati. Era proprio il Palazzo Comunale! E ad attenderci c’era davvero il Sindaco in persona, con tanto di fascia tricolore, il dott. Loporto. Il corteo invade il campo sportivo e entrano, loro malgrado, anche i buoi, i quali tentano di brucare qualche filo d’erba ma è sintetica. Per tutta risposta decidono di rilasciare una classica torta di merda, che delicatamente e profumatamente si appoggia sul manto da gioco. Ad un certo punto si forma un coro da stadio (perché lo stadio ce l’hanno) che urla Loporto Loporto Loporto. Il Sindaco vuole salutare la folla, ma essendo basso di statura decide di salire sul carro, e lì si dirige con passo deciso, e anche un po’ umido perché inavvertitamente schiaccia la torta di merda!
-Cari portocontini, anzi portocontani, che dico? Cari portocontesi, si così va bene, cari portocontesi oggi è un giorno speciale, perché è il primo anniversario della nascita del nostro comune -. La folla è talmente entusiasta che riprende ad urlare Loporto Loporto Loporto, tanto che il dott. Loporto è costretto a interrompere sin dall’inizio il suo articolato discorso. Noi lo incontriamo mentre tenta di raggiungere gli spogliatoi, cioè il palazzo comunale, e gli rivolgiamo subito una domanda: -Non potevate costruire un vero palazzo comunale?-. – Che dice? Il Comune di Porto Conte ha incaricato l’architetto Dellapiana di predisporre un progetto di casa comunale che sia rappresentativa della nostra realtà storica e culturale. Attualmente si usano i locali che già ci sono per necessità, e siccome al mattino gli spogliatoi del campo sportivo sono inutilizzati abbiamo pensato di farci la casa comunale. In questo modo possiamo seguire da vicino anche le sorti della nostra squadra, che era il primo punto del mio programma elettorale. Come vede abbiamo preso un piccione con due fave. No, scusi: abbiamo preso due piccioni con due fave!-. Abbiamo pensato che forse voleva dire due piccioni con una fava, ma non lo abbiamo corretto, in fondo ha reso bene il concetto. E poi l’odore di stalla della sua scarpa ci stava già nauseando.
Anche noi ci siamo avviati alla casa comunale e così abbiamo avuto modo di leggere il programma della festa nei manifesti affissi all’esterno del caseggiato. L’attuale è il primo di tre giorni di festeggiamenti, e si conclude con una bevuta collettiva accompagnata da un ottimo cinghiale alla cacciatora. Abbiamo dedotto che per i cinghiali è veramente dura pascolare in questo comune, visto che facilmente finiscono in pentola! Il corteo, soddisfatto dal memorabile discorso del Sindaco, viene invitato a prendere posto nei gazebo predisposti per la beozia. Prima di dare inizio alla colossale bevuta però il dott. Loporto vuole fare il punto della situazione amministrativa. – In questo primo anno abbiamo ottenuto importanti risultati, la gente è contenta, in tutte le case è arrivata la luce, abbiamo istituito il servizio di polizia municipale. Anche noi abbiamo due auto blu, perché non siamo inferiori a nessuno! La pianta organica del comune prevede l’immediata assunzione di dieci bravi giovani, tutti di buona famiglia, senza laurea ma ben raccomandati, e tutti nati nell’agro -. Altro urlo di approvazione! Poi il sindaco continua: -Nel prossimo anno contiamo di approvare il PUC, la ZTP e il PUB. Va bene il PUC, abbiamo pensato, ma sulla ZTP e sul PUB siamo in difficoltà, forse il sindaco voleva dire ZTL e PUL. Quasi convinti di aver sentito male a causa dell’impianto di amplificazione sparato a 100 decibel, decidiamo di chiedere chiarimenti al segretario comunale, la dott.ssa Delconte, moglie del sindaco, seduta proprio accanto a noi. – Guardi che non è come pensa lei, ci risponde, le sigle sono tutte giuste: il PUC è il piano di utilizzo delle cunette, e noi pensiamo di togliere le bestie dai campi e farle pascolare in strada, e senza alcuna spesa teniamo le cunette pulite. La ZTP è la zona di traffico a pagamento, una tassa di transito che pagano tutti i non residenti prima di entrare nel nostro comune, anche a piedi. Il primo casello sarà realizzato sul Ponte di Fertilia. Poi c’è il PUB, esso non è un piano ma un locale di svago per i nostri cittadini, costruito a spese del comune. Sarà al piano terra del nuovo palazzo comunale, e pensiamo di metterci il bar-paninoteca, le slot macchine, una sala Bingo e di notte anche le intrattenesse e la musica disco. Tutti gli introiti saranno utilizzati per creare nuovi posti di lavoro e per le spese amministrative. Un contributo consistente andrà anche alla squadra di calcio, di cui mio marito, il Sindaco Loporto, è anche presidente-. E gli sfugge un sorrisino. Che dire? Il Comune di Porto Conte come S. Vincent, la Las Vegas della Nurra!
Mentre si chiacchiera però ci ricordiamo che a Roma, il Governo italiano, sta pensando di tagliare tutti i piccoli comuni, accorpandoli a quelli più grandi. Questo per ridurre la spesa pubblica e razionalizzare gli investimenti, ma soprattutto per ridurre la marea di sindaci, di assessori e di consiglieri di comuni formato mignon. Quindi appena il sindaco Loporto si accosta alla moglie, cioè al segretario comunale dott.ssa Delconte, per trangugiare serenamente boccali di birra e salatini manco fossimo all’Oktoberfest, rivolgiamo a lui le nostre perplessità. La risposta, violenta, è anticipata da un rutto così profondo e tuonante che qualcuno dei manifestanti già pensava ad un temporale improvviso, come capita spesso nelle migliori occasioni. – Se lo Stato italiano non vuole il Comune di Porto Conte, urla, che ce lo dica subito. Noi siamo pronti a fondare il Regno di Porto Conte e a dichiararne la sua indipendenza, con l’appoggio della regina d’Inghilterra-. Ennesimo urlo di approvazione. Poi continua: - Allo Stato diciamo che chi di spada perisce di spada ferisce, cioè chi di spada ferisce di spada colpisce-. Forse voleva dire “chi di spada ferisce di spada perisce” ma essendoci qualche bicchiere in più capiamo che la lingua è imbrogliata. Decidiamo di andare via, con la convinzione che da lì a poco la serata sarebbe finita, anzi sarebbero finiti i viveri, vista la sete e la fame dei partecipanti. Poco fuori dalla borgata abbiamo rivisto il carro ma senza i buoi. A quel punto ci siamo ricordati di cosa era previsto nei festeggiamenti del secondo giorno: spezzatino e fiorentine. Poveri buoi! Terzo giorno invece degustazione dei vini della Cantina Loporto, ex S. Maria La Palma. Un passaggio di mano dovuto alle difficoltà economiche in cui versava la vecchia azienda, che il sindaco Loporto ha risolto partecipando ad un’asta fallimentare del Tribunale di Sassari. Un benefattore, non ci sono dubbi! Lungo la strada c’è un vecchio manifesto elettorale, un po’ sbiadito. Si vede ancora il faccione del sindaco e il suo moto: “Non dire sacco se non hai il gatto”.
Thery Carra è lo pseudonimo dell'autore. I contenuti dell'articolo di satira sono di fantasia
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