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Duello Renzi-Grillo: né rottura, né unione
L'unica cosa che tiene in piedi la legislatura è la volontà degli eletti di non andare a nuove elezioni.
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Muttoni |
L'incontro tra Renzi e Grillo, o meglio il suo esito, mi ha lasciato l'amaro in bocca.
È la stessa sensazione che si prova ad assistere al litigio di due persone delle quali si è separatamente amici ed estimatori, anche se per differenti ragioni.
La rottura non c'è stata nel senso che non c'è mai stata un'unione: nonostante ci fosse accordo sulla natura dei comuni problemi.
Di Grillo condivido quindi l'impazienza per l'attesa di un cambiamento, nella politica italiana, della situazione di blocco totale in cui si trova.
Al contrario, il futuro mio e di Grillo non si estende più in là di venti-venticinque anni.
Renzi ha dalla sua una prospettiva molto diversa, ed il dovere di essere pragmatico, cosa che lo costringe a trattare con il pregiudicato Berlusconi: che solo grazie alla incredibile lentezza della Giustizia, è ancora in giro quando dovrebbe essere ai domiciliari.
Renzi non sente sulle spalle, dunque, i trent'anni durante i quali lo Stato Italiano, i suoi governi e tutta la classe politica ha depredato il possibile ai cittadini. Predazione messa crudemente in luce dall'avvento dell'euro.
Grillo, ed il sottoscritto, attendiamo da troppo un cambiamento; ed è qui il problema. Un problema che ha un nome: PD. Che se ha avuto la forza ed il coraggio di convocare le primarie, e sancire l'avvento di Renzi, nasconde nondimeno dentro di sé una impressionante quantità di insidie.
Sono convinto che il bravo Matteo lo sappia, ma, per ovvi motivi, debba fare buon viso a cattivo gioco: i 101 affossatori di Prodi sono vivi ed in ottima salute.
Beppe Grillo, uscendo dalla sala delle consultazioni, ha detto cose assolutamente condivisibili, che susciteranno i commenti della stampa estera, non abituata a questo tipo di esternazioni. Subito dopo Renzi ha minimizzato, accennando al fatto di aver assistito ad uno show: ma stava rassicurando la nomenclatura, non l'elettorato.
L'elettorato, dal suo canto è ancora appeso all'appello di Crozza: Beppe, facci sognare! quando subito dopo le elezioni pareva ancora possibile un accordo PD - M5S.
L'unica cosa che tiene in piedi la legislatura è la volontà degli eletti di non andare a nuove elezioni. E ha ragione Renzi, quando dice che gli elettori di Grillo meritano di più: ma se ci pensa bene, pure i suoi, vista la compagnia con la quale sono costretti ad associarsi. Speriamo per Matteo e per noi che l'essere concittadino di Machiavelli conti e serva a qualcosa.
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