Confronto tra architetti della Erasmus Generation
Un doppio confronto tra due studentesse che nell’anno accademico 2011- 2012 hanno svolto l’Erasmus ad Alghero, può essere una maniera per poter entrare nella visione del mondo di due esponenti non italiane della futura “Erasmus Generation”.
O meglio, di architetti della “Erasmus Generation”. Due esponenti provenienti da due luoghi lontani nello spazio, nella qualità della vita, nella cultura, della storia: Elif Akyüz, ex-studentessa turca proveniente dalla Karabük Universitesi, Facoltà di Belle Arti e Progettazione di Safranbolu e Elina Mårtensson, svedese proveniente dalla Luleå University of Technology, Ingegneria Civile – Architettura.
Entrambe hanno trovato in Alghero la stessa sintesi di uno stato mentale comune, il voler vivere una esperienza di studio e di vita all’estero. Mettendosi alle spalle per qualche mese il contesto ottomano e bizantino, oppure il contesto freddo e austero degli sconfinati paesaggi pianeggianti.
Il doppio confronto quindi di due esempi di diversa estrazione, inoltre, fornisce indicazione di ciò che può essere la risposta che la città, e il Dipartimento di Alghero danno a questo stato mentale di apertura verso l’esperienza internazionale.
Ovvero, come la piccola città bastionata, con le sue spiagge e la sua periferia “stirata” verso Fertilia hanno accolto due ragazze come tante, in cerca di un esperienza di vita internazionale.
Presentati! Da dove provieni?
Elif Akyüz_ Sono Elif Akyüz e vengo da una città sul mar Nero,nel nord della Turchia. Ora, sono una neo-laureata che cerca una strada per diventare architetto e continuare a imparare; per questo mi considero abbastanza fortunata per avere recentemente ottenuto la possibilità di continuare la mia formazione in Italia di nuovo.
Elina Mårtensson_ Il mio nome è Elina Mårtensson e provengo dalla piccola isola di, Öland, nel sud della Svezia. Studio Civil Engineering and Architecture, alla Luleå University of Technology, nell’ estremo Nord della Svezia.
Come sei arrivata alla scelta di Alghero?
EA_ Ero sicura di scegliere l'Italia come meta, ma non sicura di che città esattamente. Avevo le opzioni di Genova e Trieste, ma grazie alle buoni opinioni delle mie colleghe che sono state ad Alghero e le mie ricerche personali, sono arrivata a scegliere questa città.
EM_ Anche prima di iniziare la mia education a Luleå, ho pensato spesso all’affrontare un semestre di scambio culturale, un giorno. Al mio terzo anno di studi ho iniziato a guardarmi intorno per comparare diverse alternative. Sapevo di voler stare in Europa, e di voler scegliere una scuola di architettura: l’Università degli studi di Sassari, Dipartimento di architettura in Alghero, soddisfaceva tutti i miei desideri a riguardo.
Come hai potuto trovare alloggio? Con chi alloggiavi?
EA_ Come mia prima volta all'estero, anche grazie al fatto di essere una persona che drammatizza le cose ,mi preoccupai molto per chiarire le incertezze dell'alloggio prima del mio arrivo. Ho trovato alcuni contatti dai miei colleghi degli anni scorsi. Ma non conoscevo nessuna parola di italiano prima del mio arrivo, e la maggior parte delle persone da me contattate non sapevano l'inglese. Nonostante tutto,ogni persona contattata è stata molto d'aiuto nel capire le mie esigenze.
Alla fine,ho trovato una casa nel cuore del centro storico, dietro la cattedrale.
EM_ Trovare un alloggio non è stato un problema né per me, né per gli altri studenti. Ho scelto di vivere da sola in un appartamento, ma se vuoi dividere un appartamento, ci sono sempre altri studenti con il quale poterlo condividere. Un consiglio, è di prendere un alloggio temporaneo all'inizio, e poi di parlare con altri studenti Erasmus quando le lezioni sono già iniziate: i tempi permettono di farlo.
Sei consapevole del particolare momento socio-economico nel quale sei arrivata in Italia?
EA_ Ero a conoscenza della generale situazione non molto positiva europea, dalle notizie sentite nel mio Paese,ma a essere onesta non mi sono accorta di una situazione di crisi ad Alghero, forse perché frequentavo una zona molto turistica. Indugiavo su ogni decisione riguardante il denaro per tre volte almeno, mentre i miei colleghi italiani indugiavano a malapena due volte riguardo, ad esempio, viaggi, shopping e anche normali standard di vita. Ho osservato i miei amici fare un sacco di viaggi all'estero, viaggi che non costano una fortuna forse, ma per me il peso della moneta turca sull’Euro è molto influente.
EM_ Prima di arrivare ad Alghero ho voluto un po’ conoscere la situazione economica e sociale, e ho solo voluto conoscere le basi della vita politica...
L 'esperienza di vita internazionale...come la pensavi prima di arrivare qui?
EA_ Bè, sono arrivata ad Alghero con un piccolo bagaglio di problemi personali,non ho pensato molto a riguardo … così, la mia esperienza Erasmus è stata un esperienza su di me stessa, prima di tutto. Poi, in seguito, l’internazionalità ha influito in tutto e per tutto!
EM_ Prima di arrivare ad Alghero, ho più che altro avuto esperienza come turista, in diversi Paesi di diverse culture. Vivere in un posto per metà anno mi ha dato una impressione più profonda di come possa essere la vita di tutti i giorni in una diversa cultura. Prima, pensavo che Alghero fosse meno civilizzata di “casa”, e pensavo a quanto potesse essere difficile l’attività scolastica e sociale a causa della lingua
Nella tua università,il clima lo reputavi sufficientemente internazionale?
EA_ Il clima sociale internazionale è diverso nella mia facoltà, in quanto il dipartimento è separato fisicamente dal resto dell’Università. Il dipartimento di Belle Arti è situato al centro di Safranbolu, città dell’Architettura Ottomana protetta dall’UNESCO, che influenza la produzione e il clima culturale … ma non il clima sociale internazionale, data la lontananza dagli altri campus Posso dire che l’Università è internazionale, ma non il mio dipartimento,almeno per quanto riguarda gli Erasmus ingoing.
EM_ La mia Università in Svezia ha un sacco di exchange students, ma non penso che il clima sia internazionale: non penso che essi siano molto integrati con gli studenti svedesi. Gli excange students vivono separati e generalmente non seguono corsi in svedese.
E per quanto riguarda il carico di lavoro..come l hai reputato? Nella tua università, la situazione era molto simile?
EA_ Il carico di lavoro era forse minore rispetto alla mia università, in alcuni casi. La problematica della lingua ha influito.. con le lezioni in italiano e I professori che generalmente non conoscono l’inglese, è difficile adattarsi. Dopo l’inizio arduo, la tolleranza di professori e colleghi ha contribuito a rendere più accessibile i corsi, e per questo potrei dire di aver avuto meno sforzo nelle lezioni teoriche rispetto ad altri studenti locali. Rimpiango di non aver avuto una conoscenza più adeguata della lingua per seguire lezioni importanti e poter imparare direttamente dal professore o da fonti di prima mano,piuttosto che da appunti o riassunti.
Ad ogni modo, nella parte pratica della materia le differenze linguistiche venivano azzerate a causa del linguaggio universale del disegno, che non ammette scuse o minori sforzi.
EM_ A scuola ci sono stati alcuni problemi nel capire il da farsi a causa della lingua. Ma ci sono stati molti colleghi italiani amichevoli ai quali chiedere. E in alcuni casi è stato possibile svolgere l’esame in inglese; così sono riuscita ad avere tutti i crediti possibili per il mio semestre. Durante questo, ho notato che il carico di lavoro variava fortemente in base al tipo di corso; in Svezia il carico di lavoro è quasi sempre uguale per ogni corso.
La tua vita quotidiana ad Alghero che sapore aveva?
EA_ Mi manca ancora il suono delle campane e il rumore di via Roma che risuona nella mia stanza, insieme al suono del chitarrista che stava fuori dal tabacchino, che suonava sempre la stessa canzone ogni giorno … ogni giorno iniziava con piccole sorprese che aspettavano di essere scoperte dietro ogni angolo. Mi sono innamorata del sapore di Alghero. Successivamente, si scopre la tranquillità, la cosa più rilevante! Forse l'unica cosa immutabile di questa città eppure viva, è la sua tranquillità! Ogni cosa era ritardata nel tempo, perché ognuno svolgeva ciò che doveva svolgere con grande calma, forse con un po’di ritardo, ma con un gran risultato alla fine. Questo è perché forse quando loro devono fare qualcosa, lo fanno in'una'maniera che permette di gustare e di avere'soddisfazioni da ciò che si fa’. Da persona frenetica quale ero, Alghero mi ha insegnato how to be tranquilla.
EM_ La mia vita giornaliera ad Alghero era veramente stupefacente. Me la sono goduta, e ho trovato amici da ogni parte d’Europa. Era veramente interessante condividere la vita con altre culture, e compararla con la mia. Ho imparato molto da loro, e mi hanno dato una prospettiva internazionale più ampia e disposta a capire culture differenti. Il contesto sociale ha influenzato più la mia esperienza internazionale di quanto lo abbiano fatto i corsi.
Che esperienze ricordi con più affetto?
EA_ La vita può essere difficile agli inizi se sei un non-europeo in Italia. Ho avuto un sacco di sfortune,ma alla fine,anche di fortune. All’inizio, ricordo che ho avuto grandi difficoltà, mi sentivo un aliena di fronte alla lingua,la città, le procedure burocratiche: codice fiscale, permesso di soggiorno... in più, quando ancora non avevo ottenuto questi documenti e mi trovavo senza contante e il bancomat mi bloccò la carta per 24 ore: ed ebbi una crisi di nervi. Mi "raccolse” dal Bancomat un uomo di mezza età, e mi portò nel suo ufficio: si rivelò essere un' architetto..
EM_ Le esperienze che ricordo con più affetto riguardano le persone che ho incontrato e il clima culturale giornaliero, insieme al contesto naturale che circonda la città, con i tramonti straordinari che fanno diventare il cielo rosa … a volte, ricordo Alghero come una favola..
Entrambe hanno trovato in Alghero la stessa sintesi di uno stato mentale comune, il voler vivere una esperienza di studio e di vita all’estero. Mettendosi alle spalle per qualche mese il contesto ottomano e bizantino, oppure il contesto freddo e austero degli sconfinati paesaggi pianeggianti.
Il doppio confronto quindi di due esempi di diversa estrazione, inoltre, fornisce indicazione di ciò che può essere la risposta che la città, e il Dipartimento di Alghero danno a questo stato mentale di apertura verso l’esperienza internazionale.
Ovvero, come la piccola città bastionata, con le sue spiagge e la sua periferia “stirata” verso Fertilia hanno accolto due ragazze come tante, in cerca di un esperienza di vita internazionale.
Presentati! Da dove provieni?
Elif Akyüz_ Sono Elif Akyüz e vengo da una città sul mar Nero,nel nord della Turchia. Ora, sono una neo-laureata che cerca una strada per diventare architetto e continuare a imparare; per questo mi considero abbastanza fortunata per avere recentemente ottenuto la possibilità di continuare la mia formazione in Italia di nuovo.
Elina Mårtensson_ Il mio nome è Elina Mårtensson e provengo dalla piccola isola di, Öland, nel sud della Svezia. Studio Civil Engineering and Architecture, alla Luleå University of Technology, nell’ estremo Nord della Svezia.
Come sei arrivata alla scelta di Alghero?
EA_ Ero sicura di scegliere l'Italia come meta, ma non sicura di che città esattamente. Avevo le opzioni di Genova e Trieste, ma grazie alle buoni opinioni delle mie colleghe che sono state ad Alghero e le mie ricerche personali, sono arrivata a scegliere questa città.
EM_ Anche prima di iniziare la mia education a Luleå, ho pensato spesso all’affrontare un semestre di scambio culturale, un giorno. Al mio terzo anno di studi ho iniziato a guardarmi intorno per comparare diverse alternative. Sapevo di voler stare in Europa, e di voler scegliere una scuola di architettura: l’Università degli studi di Sassari, Dipartimento di architettura in Alghero, soddisfaceva tutti i miei desideri a riguardo.
Come hai potuto trovare alloggio? Con chi alloggiavi?
EA_ Come mia prima volta all'estero, anche grazie al fatto di essere una persona che drammatizza le cose ,mi preoccupai molto per chiarire le incertezze dell'alloggio prima del mio arrivo. Ho trovato alcuni contatti dai miei colleghi degli anni scorsi. Ma non conoscevo nessuna parola di italiano prima del mio arrivo, e la maggior parte delle persone da me contattate non sapevano l'inglese. Nonostante tutto,ogni persona contattata è stata molto d'aiuto nel capire le mie esigenze.
Alla fine,ho trovato una casa nel cuore del centro storico, dietro la cattedrale.
EM_ Trovare un alloggio non è stato un problema né per me, né per gli altri studenti. Ho scelto di vivere da sola in un appartamento, ma se vuoi dividere un appartamento, ci sono sempre altri studenti con il quale poterlo condividere. Un consiglio, è di prendere un alloggio temporaneo all'inizio, e poi di parlare con altri studenti Erasmus quando le lezioni sono già iniziate: i tempi permettono di farlo.
Sei consapevole del particolare momento socio-economico nel quale sei arrivata in Italia?
EA_ Ero a conoscenza della generale situazione non molto positiva europea, dalle notizie sentite nel mio Paese,ma a essere onesta non mi sono accorta di una situazione di crisi ad Alghero, forse perché frequentavo una zona molto turistica. Indugiavo su ogni decisione riguardante il denaro per tre volte almeno, mentre i miei colleghi italiani indugiavano a malapena due volte riguardo, ad esempio, viaggi, shopping e anche normali standard di vita. Ho osservato i miei amici fare un sacco di viaggi all'estero, viaggi che non costano una fortuna forse, ma per me il peso della moneta turca sull’Euro è molto influente.
EM_ Prima di arrivare ad Alghero ho voluto un po’ conoscere la situazione economica e sociale, e ho solo voluto conoscere le basi della vita politica...
L 'esperienza di vita internazionale...come la pensavi prima di arrivare qui?
EA_ Bè, sono arrivata ad Alghero con un piccolo bagaglio di problemi personali,non ho pensato molto a riguardo … così, la mia esperienza Erasmus è stata un esperienza su di me stessa, prima di tutto. Poi, in seguito, l’internazionalità ha influito in tutto e per tutto!
EM_ Prima di arrivare ad Alghero, ho più che altro avuto esperienza come turista, in diversi Paesi di diverse culture. Vivere in un posto per metà anno mi ha dato una impressione più profonda di come possa essere la vita di tutti i giorni in una diversa cultura. Prima, pensavo che Alghero fosse meno civilizzata di “casa”, e pensavo a quanto potesse essere difficile l’attività scolastica e sociale a causa della lingua
Nella tua università,il clima lo reputavi sufficientemente internazionale?
EA_ Il clima sociale internazionale è diverso nella mia facoltà, in quanto il dipartimento è separato fisicamente dal resto dell’Università. Il dipartimento di Belle Arti è situato al centro di Safranbolu, città dell’Architettura Ottomana protetta dall’UNESCO, che influenza la produzione e il clima culturale … ma non il clima sociale internazionale, data la lontananza dagli altri campus Posso dire che l’Università è internazionale, ma non il mio dipartimento,almeno per quanto riguarda gli Erasmus ingoing.
EM_ La mia Università in Svezia ha un sacco di exchange students, ma non penso che il clima sia internazionale: non penso che essi siano molto integrati con gli studenti svedesi. Gli excange students vivono separati e generalmente non seguono corsi in svedese.
E per quanto riguarda il carico di lavoro..come l hai reputato? Nella tua università, la situazione era molto simile?
EA_ Il carico di lavoro era forse minore rispetto alla mia università, in alcuni casi. La problematica della lingua ha influito.. con le lezioni in italiano e I professori che generalmente non conoscono l’inglese, è difficile adattarsi. Dopo l’inizio arduo, la tolleranza di professori e colleghi ha contribuito a rendere più accessibile i corsi, e per questo potrei dire di aver avuto meno sforzo nelle lezioni teoriche rispetto ad altri studenti locali. Rimpiango di non aver avuto una conoscenza più adeguata della lingua per seguire lezioni importanti e poter imparare direttamente dal professore o da fonti di prima mano,piuttosto che da appunti o riassunti.
Ad ogni modo, nella parte pratica della materia le differenze linguistiche venivano azzerate a causa del linguaggio universale del disegno, che non ammette scuse o minori sforzi.
EM_ A scuola ci sono stati alcuni problemi nel capire il da farsi a causa della lingua. Ma ci sono stati molti colleghi italiani amichevoli ai quali chiedere. E in alcuni casi è stato possibile svolgere l’esame in inglese; così sono riuscita ad avere tutti i crediti possibili per il mio semestre. Durante questo, ho notato che il carico di lavoro variava fortemente in base al tipo di corso; in Svezia il carico di lavoro è quasi sempre uguale per ogni corso.
La tua vita quotidiana ad Alghero che sapore aveva?
EA_ Mi manca ancora il suono delle campane e il rumore di via Roma che risuona nella mia stanza, insieme al suono del chitarrista che stava fuori dal tabacchino, che suonava sempre la stessa canzone ogni giorno … ogni giorno iniziava con piccole sorprese che aspettavano di essere scoperte dietro ogni angolo. Mi sono innamorata del sapore di Alghero. Successivamente, si scopre la tranquillità, la cosa più rilevante! Forse l'unica cosa immutabile di questa città eppure viva, è la sua tranquillità! Ogni cosa era ritardata nel tempo, perché ognuno svolgeva ciò che doveva svolgere con grande calma, forse con un po’di ritardo, ma con un gran risultato alla fine. Questo è perché forse quando loro devono fare qualcosa, lo fanno in'una'maniera che permette di gustare e di avere'soddisfazioni da ciò che si fa’. Da persona frenetica quale ero, Alghero mi ha insegnato how to be tranquilla.
EM_ La mia vita giornaliera ad Alghero era veramente stupefacente. Me la sono goduta, e ho trovato amici da ogni parte d’Europa. Era veramente interessante condividere la vita con altre culture, e compararla con la mia. Ho imparato molto da loro, e mi hanno dato una prospettiva internazionale più ampia e disposta a capire culture differenti. Il contesto sociale ha influenzato più la mia esperienza internazionale di quanto lo abbiano fatto i corsi.
Che esperienze ricordi con più affetto?
EA_ La vita può essere difficile agli inizi se sei un non-europeo in Italia. Ho avuto un sacco di sfortune,ma alla fine,anche di fortune. All’inizio, ricordo che ho avuto grandi difficoltà, mi sentivo un aliena di fronte alla lingua,la città, le procedure burocratiche: codice fiscale, permesso di soggiorno... in più, quando ancora non avevo ottenuto questi documenti e mi trovavo senza contante e il bancomat mi bloccò la carta per 24 ore: ed ebbi una crisi di nervi. Mi "raccolse” dal Bancomat un uomo di mezza età, e mi portò nel suo ufficio: si rivelò essere un' architetto..
EM_ Le esperienze che ricordo con più affetto riguardano le persone che ho incontrato e il clima culturale giornaliero, insieme al contesto naturale che circonda la città, con i tramonti straordinari che fanno diventare il cielo rosa … a volte, ricordo Alghero come una favola..
Che (s)consiglieresti ai tuoi compatrioti?
EA_ Vorrei suggerire ai miei colleghi di essere pazienti per le procedure burocratiche, di imparare l'italiano prima di venire per poter seguire al meglio i corsi ordinari e avere una vita accademica più semplice; di star svegli e attenti ai padroni di casa ingannevoli; di mantenere un giusto spirito Erasmus che sia un equilibrio tra studio e divertimento.
EM_ Raccomando fortemente agli altri studenti di venire ad Alghero. Il consiglio è quello di studiare un po’ di italiano prima di partire per poter vivere meglio la vita quotidiana, e di partire da soli. Impari molto di più e conosci più persone: penso che con un’amica della stessa università, si rimanga più “incollate” e limitate.
C’è una ragione per quale non torneresti?
EA_ Nonostante qualche problema finale, niente può far cambiare il mio desiderio di tornare!
EM_L’unica ragione per la quale non tornerei, come Erasmus, è la lingua, e le difficoltà nell’apprendimento delle lezioni …
Pensi di aver fatto bene a scegliere Alghero come meta?
EA_ In una sola parola, definitivamente! E’ stato molto difficile lasciare Alghero, le persone che ho incontrato, la mia casa, la mia vita lì … c’erano molte cose da fare e da vedere, così nei bastioni, durante l’ultimo tramonto e con una tazza di ottimo caffè in mano, mi sono ripromessa di tornare di nuovo!
EM_ Si, voglio veramente tornare ad Alghero, sia per la bella città che per gli amici che ho incontrato … si, non trovo alcuna ragione per non tornare..penso di aver fatto un’ottima scelta nell’andare ad Alghero!
Redazione Arkimastria
(articolo originariamente comparso nel Blog Sardarch il 1 agosto 2013)
EA_ Vorrei suggerire ai miei colleghi di essere pazienti per le procedure burocratiche, di imparare l'italiano prima di venire per poter seguire al meglio i corsi ordinari e avere una vita accademica più semplice; di star svegli e attenti ai padroni di casa ingannevoli; di mantenere un giusto spirito Erasmus che sia un equilibrio tra studio e divertimento.
EM_ Raccomando fortemente agli altri studenti di venire ad Alghero. Il consiglio è quello di studiare un po’ di italiano prima di partire per poter vivere meglio la vita quotidiana, e di partire da soli. Impari molto di più e conosci più persone: penso che con un’amica della stessa università, si rimanga più “incollate” e limitate.
C’è una ragione per quale non torneresti?
EA_ Nonostante qualche problema finale, niente può far cambiare il mio desiderio di tornare!
EM_L’unica ragione per la quale non tornerei, come Erasmus, è la lingua, e le difficoltà nell’apprendimento delle lezioni …
Pensi di aver fatto bene a scegliere Alghero come meta?
EA_ In una sola parola, definitivamente! E’ stato molto difficile lasciare Alghero, le persone che ho incontrato, la mia casa, la mia vita lì … c’erano molte cose da fare e da vedere, così nei bastioni, durante l’ultimo tramonto e con una tazza di ottimo caffè in mano, mi sono ripromessa di tornare di nuovo!
EM_ Si, voglio veramente tornare ad Alghero, sia per la bella città che per gli amici che ho incontrato … si, non trovo alcuna ragione per non tornare..penso di aver fatto un’ottima scelta nell’andare ad Alghero!
Redazione Arkimastria
(articolo originariamente comparso nel Blog Sardarch il 1 agosto 2013)
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