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Le ultime vittime del punteruolo rosso
Colpiti dal famigerato parassita anche i due esemplari di palma più antichi della città.
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Palme al Sacro Cuore |
Tra le altre vittime del punteruolo rosso ci sono i due maestosi esemplari maschi e - forse i più antichi - di palma (phoenix canariensis) alti una decina di metri che si trovano nel cortile della scuola elementare del Sacro Cuore.
Gli alberi, in base a quanto risulta da alcune foto d’epoca, sembrerebbero impiantati poco dopo la costruzione del complesso
architettonico, cioè all’inizio del Novecento.
architettonico, cioè all’inizio del Novecento.
Il Wwf in una nota indirizzata al Commissario di Alghero Antonio Scano e al dirigente del settore Verde pubblico del Comune di Alghero chiede che venga incrementato l’impegno per combattere
L'associazione ecologista ritiene importante che venga stabilito un
protocollo di intervento tra l’amministrazione pubblica e coloro che nelle proprietà private hanno palme, per avere un monitoraggio della situazione complessiva affinché un’eventuale inerzia dei privati non infici l’azione di contenimento di diffusione del parassita effettuata sul patrimonio pubblico.
«Le palme (phoenix canariensis e washingtonia) del patrimonio pubblico sono complessivamente circa 2300 e circa 1500 del quello privato a rischio nella città di Alghero – spiega Carmelo Spada, presidente Wwf Alghero - in molti casi sono esemplari tra i 20/50 anni, in altri costituiscono il paesaggio storico, come in via Garibaldi davanti al porto di Alghero, la cui età si stima tra i 50/80 anni».
Il punteruolo rosso ha fatto la sua comparsa ad Alghero circa quattro anni fa ed oggi mostra tutta la sua virulenza in assenza di antagonisti naturali; solo i trattamenti fitosanitari effettuati dal settore comunale del verde pubblico hanno limitato i danni. I casi di disseccamento determinati dalle larve del coleottero parassita sono diversi: in via Garibaldi, nel cortile del Dipartimento di Architettura, via Arborea, parco Manno, chiesa di San Giovanni, via Lido e dintorni, quartiere della Pietraia, Fertilia, ecc.
La lotta al coleottero parassita delle palme è affrontata, in epoca di scarsità di risorse finanziarie e personale in pianta stabile, con tecnici assunti con progetti a tempo determinato. Alla scadenza nuovi progetti devono essere elaborati per essere finanziati dalla regione sarda. Il poco e nuovo personale assunto, di volta in volta, deve essere formato, ma la lotta per essere efficace deve essere combattuta senza soluzione di continuità.
«La situazione di contrasto della diffusione, - continua l’esponente del Wwf - qualora non la si perseguisse con determinazione, cioè con strategie efficaci, mezzi e uomini sufficienti e il punteruolo rosso avesse il sopravvento, nel bilancio complessivo dovranno essere computati anche i costi relativi per i lavori pubblici di
smantellamento delle palme secche, di smaltimento in discariche specializzate, di rifacimento dei marciapiede e delle aiuole».
«Le palme potranno anche non piacere perché non fanno ombra, non sono autoctone, ecc, ma è un patrimonio verde e paesaggistico che va comunque difeso – ha conclude Spada - in attesa di un progetto organico partendo dal rinnovamento dell’alberata ad ulmus pumila di via XX Settembre per la città del futuro e la qualità della vita che dovremo lasciare, anche grazie al verde pubblico, alle generazioni future».
«Le palme (phoenix canariensis e washingtonia) del patrimonio pubblico sono complessivamente circa 2300 e circa 1500 del quello privato a rischio nella città di Alghero – spiega Carmelo Spada, presidente Wwf Alghero - in molti casi sono esemplari tra i 20/50 anni, in altri costituiscono il paesaggio storico, come in via Garibaldi davanti al porto di Alghero, la cui età si stima tra i 50/80 anni».
Il punteruolo rosso ha fatto la sua comparsa ad Alghero circa quattro anni fa ed oggi mostra tutta la sua virulenza in assenza di antagonisti naturali; solo i trattamenti fitosanitari effettuati dal settore comunale del verde pubblico hanno limitato i danni. I casi di disseccamento determinati dalle larve del coleottero parassita sono diversi: in via Garibaldi, nel cortile del Dipartimento di Architettura, via Arborea, parco Manno, chiesa di San Giovanni, via Lido e dintorni, quartiere della Pietraia, Fertilia, ecc.
La lotta al coleottero parassita delle palme è affrontata, in epoca di scarsità di risorse finanziarie e personale in pianta stabile, con tecnici assunti con progetti a tempo determinato. Alla scadenza nuovi progetti devono essere elaborati per essere finanziati dalla regione sarda. Il poco e nuovo personale assunto, di volta in volta, deve essere formato, ma la lotta per essere efficace deve essere combattuta senza soluzione di continuità.
«La situazione di contrasto della diffusione, - continua l’esponente del Wwf - qualora non la si perseguisse con determinazione, cioè con strategie efficaci, mezzi e uomini sufficienti e il punteruolo rosso avesse il sopravvento, nel bilancio complessivo dovranno essere computati anche i costi relativi per i lavori pubblici di
smantellamento delle palme secche, di smaltimento in discariche specializzate, di rifacimento dei marciapiede e delle aiuole».
«Le palme potranno anche non piacere perché non fanno ombra, non sono autoctone, ecc, ma è un patrimonio verde e paesaggistico che va comunque difeso – ha conclude Spada - in attesa di un progetto organico partendo dal rinnovamento dell’alberata ad ulmus pumila di via XX Settembre per la città del futuro e la qualità della vita che dovremo lasciare, anche grazie al verde pubblico, alle generazioni future».
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