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Vittorio Calvino. Chi era costui?
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Budruni |
Chi è Vittorio Calvino? Sappiamo che nacque nel 1909 e che nella sua prima adolescenza ebbe una vita avventurosa.
Poi, da autodidatta, si appassionò alla scrittura, divenne giornalista, si occupò di teatro, di cinema e divenne uno dei più prolifici autori teatrali e un importante sceneggiatore, negli anni della ricostruzione postbellica, fino al 1956, data della sua prematura scomparsa, a Monfalcone, a soli 47 anni.
Tra le opere teatrali più significative, La torre del pollaio (1949) dalla quale vennero poi realizzate delle versioni per la RAI e tratto un film, Strano appuntamento (1951) interpretato da Rossana Podestà e Umberto Spadaro; Creatura umana (1951), dal quale fu tratto il film del regista Fino, interpretato da Salvo Randone e Aldo Giuffré (1968). Scrisse, inoltre, anche alcuni radiodrammi.
Fu autore del soggetto e della sceneggiatura di alcuni importanti film: Abbasso la ricchezza (1946) del regista Gennaro Righelli, con Anna Magnani e Vittorio De sica; Ho scelto l’amore (1952), regia di Mario Zampi, con Ave Ninchi, Paolo Panelli e un quasi debuttante Nino Manfredi; Siamo tutti inquilini (1953), regia di Mario Mattoli, con Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo, Isa Barzizza e Maurizio Arena. Collaborò, inoltre, alla sceneggiatura di alcune opere cinematografiche che, all’epoca, sbancarono il botteghino. Tra le altre: Delirio (1954), regia di Pierre Billon e Giorgio Capitani, con Raf Vallone e Françoise Arnoul.
Vittorio Calvino è stato, dunque, un personaggio importante della cultura italiana del XX secolo.
Ma perché ne parliamo ora? Perché era nato nel febbraio del 1909 e quindi oggi avrebbe compiuto 105 anni. Ma, soprattutto, perché era nato ad Alghero e, quindi, fu un nostro concittadino, anche se visse ad Alghero solo per pochi anni.
Partiamo da lontano. Da Alfred von Tirpitz, ammiraglio della marina prussiana che, nella seconda metà del XIX secolo, innamorato di Alghero, vi acquistò terreni e palazzi per soggiornarvi durante la buona stagione. Non potendo amministrare direttamente i suoi beni in Sardegna, nominò suo delegato plenipotenziario Teofilo Calvino, un piemontese di antica tradizione valdese, sposato con la figlia del console danese in Italia, Gertrud Claussen. La famiglia Calvino, si trasferisce ad Alghero nei primi anni del XX secolo e qui nascono, Vittorio Ernesto (1909) e Silvio (1914). Nel 1918, a seguito della morte della madre, l’intera famiglia abbandona Alghero e Vittorio affronta una vita avventurosa imbarcandosi come mozzo in alcune navi, all’età di 13 anni. Poi, decide di portare a termine gli studi liceali e lavora come commesso viaggiatore.
Tra le opere teatrali più significative, La torre del pollaio (1949) dalla quale vennero poi realizzate delle versioni per la RAI e tratto un film, Strano appuntamento (1951) interpretato da Rossana Podestà e Umberto Spadaro; Creatura umana (1951), dal quale fu tratto il film del regista Fino, interpretato da Salvo Randone e Aldo Giuffré (1968). Scrisse, inoltre, anche alcuni radiodrammi.
Fu autore del soggetto e della sceneggiatura di alcuni importanti film: Abbasso la ricchezza (1946) del regista Gennaro Righelli, con Anna Magnani e Vittorio De sica; Ho scelto l’amore (1952), regia di Mario Zampi, con Ave Ninchi, Paolo Panelli e un quasi debuttante Nino Manfredi; Siamo tutti inquilini (1953), regia di Mario Mattoli, con Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo, Isa Barzizza e Maurizio Arena. Collaborò, inoltre, alla sceneggiatura di alcune opere cinematografiche che, all’epoca, sbancarono il botteghino. Tra le altre: Delirio (1954), regia di Pierre Billon e Giorgio Capitani, con Raf Vallone e Françoise Arnoul.
Vittorio Calvino è stato, dunque, un personaggio importante della cultura italiana del XX secolo.
Ma perché ne parliamo ora? Perché era nato nel febbraio del 1909 e quindi oggi avrebbe compiuto 105 anni. Ma, soprattutto, perché era nato ad Alghero e, quindi, fu un nostro concittadino, anche se visse ad Alghero solo per pochi anni.
Partiamo da lontano. Da Alfred von Tirpitz, ammiraglio della marina prussiana che, nella seconda metà del XIX secolo, innamorato di Alghero, vi acquistò terreni e palazzi per soggiornarvi durante la buona stagione. Non potendo amministrare direttamente i suoi beni in Sardegna, nominò suo delegato plenipotenziario Teofilo Calvino, un piemontese di antica tradizione valdese, sposato con la figlia del console danese in Italia, Gertrud Claussen. La famiglia Calvino, si trasferisce ad Alghero nei primi anni del XX secolo e qui nascono, Vittorio Ernesto (1909) e Silvio (1914). Nel 1918, a seguito della morte della madre, l’intera famiglia abbandona Alghero e Vittorio affronta una vita avventurosa imbarcandosi come mozzo in alcune navi, all’età di 13 anni. Poi, decide di portare a termine gli studi liceali e lavora come commesso viaggiatore.
Giovane intelligente, brillante, con una robusta formazione culturale costruita in gran parte da autodidatta è attratto dalla scrittura e dal giornalismo. Nel 1936 diventa redattore del “Secolo Illustrato” e, successivamente, della rivista “Cinema”. Si sposa a Milano con Alma Meille, nel 1933. Dalla loro unione nasceranno Oliviero (1935), Daniela (1938), attrice di cinema e televisione tra il gli anni ’50 e 60 (una delle sue partecipazioni maggiormente significative nel film La noia, tratto dal celebre romanzo di Moravia), Anita (1943), programmista dei telegiornali della RAI per oltre un trentennio.
Vittorio è un grande appassionato di teatro e comincia a scrivere, a comporre testi teatrali, a collaborare con la neonata RAI, a scrivere sceneggiature per il cinema.
Magari i lettori algheresi avranno qualche difficoltà a crederlo, ma per il prossimo 22 marzo, a Palmanova (Ud), è in calendario la commedia Così ce ne andremo, atto unico di Vittorio Calvino (1949).
Vittorio è un grande appassionato di teatro e comincia a scrivere, a comporre testi teatrali, a collaborare con la neonata RAI, a scrivere sceneggiature per il cinema.
Magari i lettori algheresi avranno qualche difficoltà a crederlo, ma per il prossimo 22 marzo, a Palmanova (Ud), è in calendario la commedia Così ce ne andremo, atto unico di Vittorio Calvino (1949).
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