Confermata la frantumazione degli schieramenti
L’assenza ad Alghero di un gruppo dirigente degno di questo nome ha rappresentato l’anello debole dell’intera coalizione di centrosinistra.
Antonio Budruni |
Il 15 aprile, su questo giornale, proponevo una prima analisi sulla situazione politica locale, a 11 giorni dalla data prevista per la presentazione delle liste. Qui, scrivevo:
Partiamo dal centro-destra. Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Fratelli d’Italia e Psd’az hanno raggiunto l’accordo all’ultimo minuto sul nome del candidato a sindaco Maria Grazia Salaris (NCD).
Il centro si è sparpagliato: l’UDC, con Mario Bruno; i Riformatori sardi, invece, non sono neppure riusciti a presentare la lista.
Nel centrosinistra è successo di tutto. Il Pd presenta una sola lista con candidato a sindaco Enrico Daga; un’altra parte del Pd, quella che ha in Mario Bruno il proprio leader, presenta due liste civiche: Per Alghero con Mario Bruno, nella quale sono candidati i “fedelissimi” (Cacciotto e Esposito) fianco a fianco con i nemici di ieri (Matteo Tedde e Gavino Tanchis) e la lista Sinistra Civica Alghero in comune, nella quale figurano altri ex consiglieri comunali (Lampis e Moro). Alleati nella coalizione che candida a sindaco Mario Bruno, la lista UPC, di centrosinistra, e quella dell’UDC, di centro-destra.
A sinistra, SEL presenta una lista a sostegno della candidata a sindaco Fiorella Tillocca, nella quale figurano alcuni elementi di spicco (Valdo di Nolfo, ex Alguerosa, Maria Graziella Serra, C’è un’Alghero Migliore, e Gianni Piredda, Italia dei valori).
Fuori dagli schieramento tradizionali, le liste del Movimento 5 stelle e di Stefano Lubrano (Patto civico Lubrano sindaco, nella quale non figurano consiglieri comunali uscenti).
Siamo di fronte, dunque, ad una destrutturazione abbastanza evidente degli schieramenti politici così come li abbiamo conosciuti nel recente passato. E siamo di fronte, con tutta evidenza per il centrosinistra, ad una abdicazioni a valori e principi fino a ieri ritenuti addirittura irrinunciabili da certi puristi della politica locale, oggi allegramente abbracciati con l’Udc, partito che fino a ieri governava in città con Marco Tedde, che approvava in regione il PPS di Cappellacci, sostenendone tutta la politica di destra a antipopolare che ha caratterizzato la precedente esperienza di governo della regione Sardegna.
Nella stessa area di centrosinistra, emerge l’isolamento del Pd locale. Dopo innumerevoli “giri di valzer” con tutte le forze politiche cittadine di centrosinistra e di centro-destra, con un approccio politico totalmente avulso da qualsiasi valore condiviso dalle stesse forze politiche che si alternavano al tavolo degli incontri, il Pd è rimasto solo. Da tempo era evidente questo epilogo. Il Pd, da diversi anni a questa parte non è più un partito di sinistra e non è più un partito inteso come un’organizzazione di cittadini che si battono per il bene comune. È diventato un sorta di club all’interno del quale alcuni leader locali si scontrano per affermare il proprio potere personale. Il disastro attuale è la diretta conseguenza di questa guerra intestina e, di fatto, dell’inesistenza di una leadership condivisa.
Il raffronto con Sassari, per il centrosinistra, è davvero impietoso. Lì, il candidato a sindaco di un’amplissima coalizione di centrosinistra allargata alle forze indipendentiste e sovraniste, è emerso dalle primarie del Pd – all’interno del quale è scoppiata una polemica piuttosto aspra sui risultati del voto, subito rientrata – e nonostante vi siano anche a Sassari correnti e componenti piuttosto nette, nessuno si è mai sognato di aprire ai centristi, di andare alla ricerca di aggregazioni con gli avversari politici della destra.
“Il centro-destra non farà la competizione elettorale compatto. I Riformatori sardi, infatti, hanno annunciato la loro corsa autonoma, insieme alla lista Unidos di Mauro Pili; l’Udc, potrebbe rendere pubblica la propria scelta di allearsi col centrosinistra; mentre con Forza Italia si schiererebbero il Nuovo Centro Destro di Salaris e Muroni e, forse, Fratelli d’Italia e una parte del Psd’az.Adesso, siamo in grado di valutare se quella prima analisi era corretta o se, invece, era approssimativa, superficiale o, addirittura, completamente errata.
Nel centrosinistra, la situazione appare ancora abbastanza ingarbugliata. Il Pd, dopo una serie di colpi di scena e di candidature annunciate e ritirare, ha ufficializzato quella di Mario Bruno. La coalizione, però, non l’ha fatta propria e, nello stesso Pd sembra si stiano cercando nomi nuovi e alternativi a quello dell’ex consigliere regionale.
L’unica cosa certa, quindi, in queste elezioni amministrative locali sarà la frantumazione delle vecchie coalizioni e il riposizionamento di alcune componenti in aree difformi da quelle tradizionali. Ciò appare particolarmente vero per le forze di centro che sembrerebbero volersi staccare dall’abbraccio con F.I per percorrere nuove vie, almeno al primo turno. Poi, al ballottaggio, si vedrà.”
Partiamo dal centro-destra. Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Fratelli d’Italia e Psd’az hanno raggiunto l’accordo all’ultimo minuto sul nome del candidato a sindaco Maria Grazia Salaris (NCD).
Il centro si è sparpagliato: l’UDC, con Mario Bruno; i Riformatori sardi, invece, non sono neppure riusciti a presentare la lista.
Nel centrosinistra è successo di tutto. Il Pd presenta una sola lista con candidato a sindaco Enrico Daga; un’altra parte del Pd, quella che ha in Mario Bruno il proprio leader, presenta due liste civiche: Per Alghero con Mario Bruno, nella quale sono candidati i “fedelissimi” (Cacciotto e Esposito) fianco a fianco con i nemici di ieri (Matteo Tedde e Gavino Tanchis) e la lista Sinistra Civica Alghero in comune, nella quale figurano altri ex consiglieri comunali (Lampis e Moro). Alleati nella coalizione che candida a sindaco Mario Bruno, la lista UPC, di centrosinistra, e quella dell’UDC, di centro-destra.
A sinistra, SEL presenta una lista a sostegno della candidata a sindaco Fiorella Tillocca, nella quale figurano alcuni elementi di spicco (Valdo di Nolfo, ex Alguerosa, Maria Graziella Serra, C’è un’Alghero Migliore, e Gianni Piredda, Italia dei valori).
Fuori dagli schieramento tradizionali, le liste del Movimento 5 stelle e di Stefano Lubrano (Patto civico Lubrano sindaco, nella quale non figurano consiglieri comunali uscenti).
Siamo di fronte, dunque, ad una destrutturazione abbastanza evidente degli schieramenti politici così come li abbiamo conosciuti nel recente passato. E siamo di fronte, con tutta evidenza per il centrosinistra, ad una abdicazioni a valori e principi fino a ieri ritenuti addirittura irrinunciabili da certi puristi della politica locale, oggi allegramente abbracciati con l’Udc, partito che fino a ieri governava in città con Marco Tedde, che approvava in regione il PPS di Cappellacci, sostenendone tutta la politica di destra a antipopolare che ha caratterizzato la precedente esperienza di governo della regione Sardegna.
Nella stessa area di centrosinistra, emerge l’isolamento del Pd locale. Dopo innumerevoli “giri di valzer” con tutte le forze politiche cittadine di centrosinistra e di centro-destra, con un approccio politico totalmente avulso da qualsiasi valore condiviso dalle stesse forze politiche che si alternavano al tavolo degli incontri, il Pd è rimasto solo. Da tempo era evidente questo epilogo. Il Pd, da diversi anni a questa parte non è più un partito di sinistra e non è più un partito inteso come un’organizzazione di cittadini che si battono per il bene comune. È diventato un sorta di club all’interno del quale alcuni leader locali si scontrano per affermare il proprio potere personale. Il disastro attuale è la diretta conseguenza di questa guerra intestina e, di fatto, dell’inesistenza di una leadership condivisa.
Il raffronto con Sassari, per il centrosinistra, è davvero impietoso. Lì, il candidato a sindaco di un’amplissima coalizione di centrosinistra allargata alle forze indipendentiste e sovraniste, è emerso dalle primarie del Pd – all’interno del quale è scoppiata una polemica piuttosto aspra sui risultati del voto, subito rientrata – e nonostante vi siano anche a Sassari correnti e componenti piuttosto nette, nessuno si è mai sognato di aprire ai centristi, di andare alla ricerca di aggregazioni con gli avversari politici della destra.
Insomma, l’assenza ad Alghero di un gruppo dirigente degno di questo nome ha rappresentato l’anello debole dell’intera coalizione di centrosinistra che, di fronte all’ondeggiare del partito leader, ha sbandato paurosamente e si è frantumata.
Da qui bisognerà ripartire per costruire, su nuove basi e con nuovi leader, il centrosinistra algherese. C’è solo una strada praticabile, per riuscirci: lavorare con i cittadini; creare le condizioni politiche in seno alla popolazione per cambiare radicalmente lo schieramento del centrosinistra.
Da qui bisognerà ripartire per costruire, su nuove basi e con nuovi leader, il centrosinistra algherese. C’è solo una strada praticabile, per riuscirci: lavorare con i cittadini; creare le condizioni politiche in seno alla popolazione per cambiare radicalmente lo schieramento del centrosinistra.
In questa nuova fase serviranno molta generosità, disponibilità e apertura. Ci sarà bisogno di donne e uomini non compromessi con le guerre intestine, con le lotte di potere e con gli intrighi che hanno caratterizzato gli ultimi anni del centrosinistra algherese.
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