La politica algherese sull’orlo del baratro
Ad oggi, solo il Movimento 5 stelle, l’ex sindaco Lubrano hanno ufficializzato liste, candidati e intenzioni politiche.
Budruni |
Il 25 maggio si vota, in città, per l’elezione del nuovo sindaco e dei nuovi consiglieri comunali.
Ad oggi, solo il Movimento 5 stelle l’ex sindaco Lubrano hanno ufficializzato liste, candidati e intenzioni politiche.
Tutti gli altri schieramenti sono ancora alle prese con trattative più o meno sotterranee che rallentano le scelte dei candidati a sindaco e, quindi, anche delle eventuali coalizioni che dovranno sostenerne le candidature.
Proviamo ad analizzare, rapidamente, la situazione attuale dei diversi schieramenti.Di ciò che accade nell’area del centro-destra si conosce molto poco. Alcuni dati già emersi, tuttavia, consentono di fare alcune prime valutazioni.
Il centro-destra non farà la competizione elettorale compatto. I Riformatori sardi, infatti, hanno annunciato la loro corsa autonoma, insieme alla lista Unidos di Mauro Pili; l’Udc, potrebbe rendere pubblica la propria scelta di allearsi col centrosinistra; mentre con Forza Italia si schiererebbero il Nuovo Centro Destro di Salaris e Muroni e, forse, Fratelli d’Italia e una parte del Psd’az.
Nel centrosinistra, la situazione appare ancora abbastanza ingarbugliata. Il Pd, dopo una serie di colpi di scena e di candidature annunciate e ritirare, ha ufficializzato quella di Mario Bruno. La coalizione, però, non l’ha fatta propria e, nello stesso Pd sembra si stiano cercando nomi nuovi e alternativi a quello dell’ex consigliere regionale.
L’unica cosa certa, quindi, in queste elezioni amministrative locali sarà la frantumazione delle vecchie coalizioni e il riposizionamento di alcune componenti in aree difformi da quelle tradizionali. Ciò appare particolarmente vero per le forze di centro che sembrerebbero volersi staccare dall’abbraccio con F.I per percorrere nuove vie, almeno al primo turno. Poi, al ballottaggio, si vedrà.
Ciò che preoccupa i cittadini, tuttavia, è la totale mancanza, in questa fase di contatti frenetici e di riunioni continue, dei temi programmatici che le diverse forze politiche intendono proporre agli elettori. Quasi a giustificare il clima di sfiducia e di rassegnazione che ha spinto la metà degli elettori algheresi a non votare nelle elezioni regionali del 16 febbraio scorso.
Agli occhi di molti elettori, infatti, ciò che appare chiaro, in tutta questa grande confusione, è lo stile della politica. Una politica che prescinde dai contenuti e che cerca accordi e alleanze su mere questioni di potere. I cittadini – e i loro interessi – non esistono, non compaiono, non sono determinanti per le scelte dei candidati e degli schieramenti.
Nonostante la sfiducia crescente dei cittadini nei partiti, nonostante l’onda crescente dell’antipolitica, i partiti sembrano incapaci di capire e di cambiare. Contribuendo, così, a estendere il loro discredito tra la popolazione e a determinare le condizioni per la vittoria dell’astensione, dell’antipolitica e dei populismi di ogni colore.
Il centro-destra non farà la competizione elettorale compatto. I Riformatori sardi, infatti, hanno annunciato la loro corsa autonoma, insieme alla lista Unidos di Mauro Pili; l’Udc, potrebbe rendere pubblica la propria scelta di allearsi col centrosinistra; mentre con Forza Italia si schiererebbero il Nuovo Centro Destro di Salaris e Muroni e, forse, Fratelli d’Italia e una parte del Psd’az.
Nel centrosinistra, la situazione appare ancora abbastanza ingarbugliata. Il Pd, dopo una serie di colpi di scena e di candidature annunciate e ritirare, ha ufficializzato quella di Mario Bruno. La coalizione, però, non l’ha fatta propria e, nello stesso Pd sembra si stiano cercando nomi nuovi e alternativi a quello dell’ex consigliere regionale.
L’unica cosa certa, quindi, in queste elezioni amministrative locali sarà la frantumazione delle vecchie coalizioni e il riposizionamento di alcune componenti in aree difformi da quelle tradizionali. Ciò appare particolarmente vero per le forze di centro che sembrerebbero volersi staccare dall’abbraccio con F.I per percorrere nuove vie, almeno al primo turno. Poi, al ballottaggio, si vedrà.
Ciò che preoccupa i cittadini, tuttavia, è la totale mancanza, in questa fase di contatti frenetici e di riunioni continue, dei temi programmatici che le diverse forze politiche intendono proporre agli elettori. Quasi a giustificare il clima di sfiducia e di rassegnazione che ha spinto la metà degli elettori algheresi a non votare nelle elezioni regionali del 16 febbraio scorso.
Agli occhi di molti elettori, infatti, ciò che appare chiaro, in tutta questa grande confusione, è lo stile della politica. Una politica che prescinde dai contenuti e che cerca accordi e alleanze su mere questioni di potere. I cittadini – e i loro interessi – non esistono, non compaiono, non sono determinanti per le scelte dei candidati e degli schieramenti.
Nonostante la sfiducia crescente dei cittadini nei partiti, nonostante l’onda crescente dell’antipolitica, i partiti sembrano incapaci di capire e di cambiare. Contribuendo, così, a estendere il loro discredito tra la popolazione e a determinare le condizioni per la vittoria dell’astensione, dell’antipolitica e dei populismi di ogni colore.
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