La bella sorpresa della sacrestia della Cattedrale di Alghero
Antico piviale |
E’ quanto è capitato nella sacrestia di Alghero, dove con la collaborazione del parroco Don Angelo Cocco, per la prima volta sono stati esposti i pezzi unici della raccolta di paramenti sacri e oggetti liturgici custoditi nella Cattedrale.
La rilevanza dell’evento avveniva in corso d’opera, quando la 12^ edizione di Monumenti Aperti praticamente era già pianificata, e nasceva dall’esigenza di coinvolgere i visitatori in quello che è il significato vero di quello spazio, che supera decisamente i riferimenti comunque necessari alla struttura fisica, alla sua storia e alla sua funzione, compreso l’arredo.
Sicuramente unica l’esposizione delle dalmatiche del XVIII secolo, l’abito liturgico tipico dei diaconi, e la lunga serie di casule usate da vescovi e sacerdoti durante le celebrazioni più solenni. Spiccava una casula dorata che si fa risalire al XVI secolo. E’ stato esposto anche un antico piviale, il mantello indossato dai sacerdoti durante le processioni, e un ermellino che insieme alla cotta e all’abito talare distingueva i canonici della Cattedrale, almeno sino alla Riforma Liturgica successiva al Concilio Vaticano II (1963-65).
Tra gli oggetti esposti, un posto di riguardo è stato riservato al faldistorio del XVIII secolo che il Conte di S.Elia regalò al vescovo della città. Si tratta di una poltroncina di bella fattura che porta i titoli del conte e lo stemma episcopale impressi sui pomelli, usata dal Vescovo quando non era in cattedra o come inginocchiatoio.
Tra i libri liturgici almeno due sono oggetto di particolare interesse: il grande Graduale del XVIII secolo, una raccolta di canti liturgici su spartito gregoriano in uso nella Messa di rito latino, e il messale donato alla Cattedrale da Mons. Arduino. Quest’ultimo, decorato in argento e contraddistinto dallo stemma del vescovo, è stato restituito alla Cattedrale dopo che fu oggetto di furto tanti anni fa. Tra le altre cose, delle ampolline per la Messa in stile liberty, a dimostrazione di come gli stili artistici che si sono succeduti nel tempo abbiano influenzato anche la produzione degli oggetti in uso nella liturgia, oltre agli aspetti architettonici e d’arte che ritroviamo un po’ in tutte le chiese storiche.
La visita della sacrestia della Cattedrale quindi ha riservato al visitatore delle belle sorprese, che sicuramente devono essere meglio valorizzate in una prossima edizione di Monumenti Aperti, facendole rientrare nella pianificazione più generale, e oggetto di studio per le guide-volontarie. D'altronde se questa iniziativa ha un senso, esso è da individuarsi nella possibilità di rivalutare di volta in volta gli elementi storici, culturali e artistici che hanno fatto parte della vita della città e ancora oggi la condizionano. Se vogliamo la parte più interessante della visita della sacrestia, quella che ha coinvolto di più i visitatori, è stato proprio il misurarsi con una realtà viva, che come tutte le realtà vive è soggetta a forme di evoluzione e anche di trasformazione. In quella sacrestia è stato reinterpretato il termine di “ monumento”, riportandolo alla sua origine: ricordare, far sapere, riportare alla mente. Ma anche riscoprire, collegare, integrare. Monumento è tutto ciò che rimette in moto la memoria, e in questo senso si vede anche la possibile evoluzione delle prossime edizioni di Monumenti Aperti.
Ammirevole la guida degli alunni del Liceo Scientifico “E. Fermi” di Alghero, che supportati dalla loro insegnante di Storia dell’Arte, prof.ssa Manuela Correddu, sono riusciti a coinvolgere i visitatori in un’esperienza culturale e religiosa di sicuro effetto. Raccogliendo le impressioni, ci sembra doveroso riportare quanto la stessa docente ci ha riferito, e cioè la necessità di rinnovare la manifestazione proprio sotto l’aspetto organizzativo, con l’assegnazione dei siti alle scuole o alle associazioni in forme più condivise. La formula funziona, non ci sono dubbi, ma non bisogna neppure essere molto ripetitivi. Far turnare i volontari, specialmente gli studenti, significa anche trovare nuovi stimoli e nuove conoscenze.
Sicuramente unica l’esposizione delle dalmatiche del XVIII secolo, l’abito liturgico tipico dei diaconi, e la lunga serie di casule usate da vescovi e sacerdoti durante le celebrazioni più solenni. Spiccava una casula dorata che si fa risalire al XVI secolo. E’ stato esposto anche un antico piviale, il mantello indossato dai sacerdoti durante le processioni, e un ermellino che insieme alla cotta e all’abito talare distingueva i canonici della Cattedrale, almeno sino alla Riforma Liturgica successiva al Concilio Vaticano II (1963-65).
Faldistorio |
Tra i libri liturgici almeno due sono oggetto di particolare interesse: il grande Graduale del XVIII secolo, una raccolta di canti liturgici su spartito gregoriano in uso nella Messa di rito latino, e il messale donato alla Cattedrale da Mons. Arduino. Quest’ultimo, decorato in argento e contraddistinto dallo stemma del vescovo, è stato restituito alla Cattedrale dopo che fu oggetto di furto tanti anni fa. Tra le altre cose, delle ampolline per la Messa in stile liberty, a dimostrazione di come gli stili artistici che si sono succeduti nel tempo abbiano influenzato anche la produzione degli oggetti in uso nella liturgia, oltre agli aspetti architettonici e d’arte che ritroviamo un po’ in tutte le chiese storiche.
Casula donata da Mons. Arduino |
Ammirevole la guida degli alunni del Liceo Scientifico “E. Fermi” di Alghero, che supportati dalla loro insegnante di Storia dell’Arte, prof.ssa Manuela Correddu, sono riusciti a coinvolgere i visitatori in un’esperienza culturale e religiosa di sicuro effetto. Raccogliendo le impressioni, ci sembra doveroso riportare quanto la stessa docente ci ha riferito, e cioè la necessità di rinnovare la manifestazione proprio sotto l’aspetto organizzativo, con l’assegnazione dei siti alle scuole o alle associazioni in forme più condivise. La formula funziona, non ci sono dubbi, ma non bisogna neppure essere molto ripetitivi. Far turnare i volontari, specialmente gli studenti, significa anche trovare nuovi stimoli e nuove conoscenze.
Altri in
Recenti in
Recenti in
Commenti