La retorica della partecipazione, della comunicazione e i suoi inganni
Prima vengono gli elettori e poi gli eletti!
Tonio Mura |
Il pretesto di questa mia riflessione è un accadimento che di per se può essere considerato socialmente utile, e cioè l'informazione fornita dal Sindaco Mario Bruno alla stampa a proposito del Bilancio di previsione annuale 2014 e del Documento Unico di Programmazione (DUP) 2014-16. Informazione resa in anticipo rispetto alla presentazione e alla discussione dei documenti contabili e di programma in seno al Consiglio comunale.
Alla contestazione di una parte dell'opposizione il Sindaco Mario Bruno risponde che questo sarà il suo stile: presentare alla stampa, e tramite essa ai cittadini, le scelte amministrative e l'operato della Giunta, in quanto si tratta di atti di rilevanza pubblica. L'intenzione è chiara: la comunicazione prima di tutto. E non per niente lo staff ad hoc dell'attuale Sindaco è più nutrito di quello dei sindaci che lo hanno preceduto! Il fatto è significativo perché indica una tendenza, che già il Sindaco Stefano Lubrano aveva inaugurato con i suoi incontri nei quartieri, e cioè cercare la relazione diretta con la cittadinanza, ascoltandola e facendola partecipe della bontà delle scelte amministrative.
Alla contestazione di una parte dell'opposizione il Sindaco Mario Bruno risponde che questo sarà il suo stile: presentare alla stampa, e tramite essa ai cittadini, le scelte amministrative e l'operato della Giunta, in quanto si tratta di atti di rilevanza pubblica. L'intenzione è chiara: la comunicazione prima di tutto. E non per niente lo staff ad hoc dell'attuale Sindaco è più nutrito di quello dei sindaci che lo hanno preceduto! Il fatto è significativo perché indica una tendenza, che già il Sindaco Stefano Lubrano aveva inaugurato con i suoi incontri nei quartieri, e cioè cercare la relazione diretta con la cittadinanza, ascoltandola e facendola partecipe della bontà delle scelte amministrative.
Sul piano politico il comportamento del Sindaco Mario Bruno potrebbe essere sintetizzato in questo modo: prima vengono gli elettori e poi gli eletti! Niente sul piano politico, infatti, assume un carattere di neutralità. Ogni decisione, oltre al suo contenuto reale, contiene altri significati occulti o sottintesi che non raramente sono più importanti di ciò che è detto esplicitamente. Nel caso specifico l'informazione è strumentale a garantirsi il beneplacito degli elettori, considerando quello della maggioranza consiliare già acquisito. E infatti si moltiplicano gli incontri con i cittadini, i dibattiti pubblici, le riunioni con i vari Comitati e Associazioni, enfatizzando questi momenti come i più significativi dell'azione di Sindaco e Giunta.
Non capita solo ad Alghero e non capita solo nei Comuni.Si tratta di un effetto di coda del berlusconismo, che ha contagiato anche chi berlusconiano non lo era o non lo è: la comunicazione prima di tutto, o meglio la politica come comunicazione! Da Renzi a Mario Bruno tutto corrisponde e con molta disinvoltura i canali attraverso cui scorrono i messaggi si sovrappongono: dalla carta stampata ai siti web, da twitter a facebook, passando per le radio e le Tv locali (quando ci sono e quando funzionano).
Che si debba trovare il confronto e il dialogo con i cittadini, e non solo con gli organi istituzionali, la trovo una cosa positiva; non approvo e anzi contesto l'idea che basti il confronto e il dialogo, nonché il passare informazioni, a risolvere tout court il tema importantissimo della partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica.
Sia chiaro: chi scrive questa riflessione non intende entrare nel merito dei contenuti del Bilancio, tanto meno esprimere un giudizio critico sul Sindaco o sulla Giunta comunale. Vuole semplicemente rivelare alcuni meccanismi della comunicazione e della partecipazione che appartengono più alla retorica che alla sostanza, e che alla fine non incidono sulle scelte amministrative, perché di fatto non le modificano quasi mai. Organizzare un incontro con un Comitato di quartiere o di borgata è senz'altro utile, un primo passo verso quella che possiamo definire appunto " la partecipazione attiva". Da solo però non è sufficiente, perché dopo l'incontro non rimane alcuna traccia, se non un pezzo giornalistico o il ricordo degli intervenuti.
La partecipazione per potersi definire attiva deve invece lasciare traccia, deve essere documentata a livello ufficiale. Oggi gli strumenti perché ciò accada sono diversi, di facile accesso e sicuri. Faccio un esempio reperibile sul sito web del SIC delle Dolominiti bellunesi. Dovendo elaborare il Piano di Gestione i responsabili hanno chiesto il contributo delle persone maggiormente coinvolte e dei cosiddetti portatori d'interesse. Incontri, riunioni, dibattiti pubblici ma soprattutto un modulo formato pdf scaricabile.
Chi partecipa presenta le proprie generalità e scrive le sue riflessioni, poi tramite fax o e-mail queste vengono spedite agli organi di gestione. Segue un processo di lettura e di archiviazione, a futura memoria. Può accadere che alcune di queste riflessioni condizionino l'elaborazione del Piano di Gestione e altre no. Certo è che di tutte rimane traccia e uno domani può sempre dire "io l'avevo detto". Ma soprattutto può dimostrare di averlo detto con una semplice ricerca di archivio.
Chiunque, poi, può verificare la congruenza del Piano di Gestione con le osservazioni fatte, con le esigenze dei luoghi e degli abitanti.Introduco un altro elemento: il cittadino che partecipa e che vuole partecipare attivamente, magari svincolato da interessi particolari o di partito, deve poter accedere ai dati che condizionano il processo decisionale. Si chiama "trasparenza" e attualmente esistono delle leggi che indicano la procedura per l'accesso agli atti amministrativi, però solo di quelli finali. Non basta, perché il cittadino può agire solo a posteriori e con molte più difficoltà.
Ne deriva che la partecipazione attiva dei cittadini presuppone l'accessibilità anche ai dati significativi per la decisione finale. Un discorso di questo genere, per esempio, ha senso quando si parla di PUC (Piano Urbanistico Comunale), oppure di Piano del Traffico (due dei misteri più profondi della nostra cittadina). Anche il cittadino comune è un portatore di interessi, tanto quanto un imprenditore, un commerciante o un proprietario di terreni, e potrebbe essere in grado di interpretare quei dati in modo alternativo rispetto all'incaricato di turno, e fornire un disegno più rispondente al bene comune.In alcuni casi non si può prescindere dalla partecdipazione attiva dei cittadini, per esempio nella produzione e nel conferimento dei rifiuti.
Viene largamente propagandato a questo proposito lo stato dell'arte del nuovo appalto. Giusto chiedersi allora sulla base di quali dati sono state prese le decisioni e se ci sono ancora spazi di intervento. Prima di bandire la gara, inoltre, sarebbe cosa gradita che si potesse leggere o sapere cosa si chiederà alla Ditta vincitrice. Nel contempo bisognerebbe giustificare in anticipo la determinazione dei costi che poi per i cittadini si trasformeranno in tasse, perchè il cittadino possa sottoporre a verifica la rispondenza di ciò che si paga con ciò che si riceve in termini di servizio. Già ora paghiamo come se la nostra fosse una cittadina di 100.000 abitanti a fronte degli scarsi 40.000 residenti, e il servizio è abbastanza scadente!
Personalmente quindi dal nuovo appalto mi aspetto anche una riduzione dei costi, a fronte di un comportamento virtuoso dei cittadini. Comportamento che si configura appunto come partecipazione attiva. Un obiettivo che si raggiunge attraverso una capillare opera di sensibilizzazione al senso civico e forme di premialità per i più collaborativi, per esempio una riduzione delle tasse. Mi spiego meglio: ci sono delle attività che per il solo fatto che esistano producono spazzatura, ad esempio le pizzerie al taglio. Ebbene, si potrebbe fare un accordo preventivo con i Gestori: se vi impegnate a mantenere pulito e decoroso lo spazio antistante la pizzeria per almeno 40-50 metri in ogni lato, piazzando anche dei raccoglitori, è garantita una riduzione percentuale della tassa per la raccolta dei rifiuti.
Pazzia? No, a Cagliari già lo fanno! Chi più di altri ha interesse a mantenere puliti gli spazi antistanti la propria attività commerciale se non il Gestore? Oppure: un accordo con i commercianti che vendono elettrodomestici, addirittura con le ditte italiane che li producono, del tipo: se il cliente dimostra di aver conferito il vecchio frigorifero o la vecchia TV all'ecocentro può usufruire di uno sconto per l'acquisto del nuovo. Tutto questo, quanto detto prima e quanto detto in chiusura, lo dovrebbe sapere il buon amministratore, colui che più di tutti, anche attraverso l'uso della fantasia (una volta si diceva “la fantasia al potere!”), ha interesse a rendere sempre più attiva la partecipazione dei cittadini, accettandone pure i risvolti più impegnativi.
Diversamente certe messe in scena, certi incontri pubblici dove presenziano o parlano sempre i soliti, certe presentazioni alla stampa o certe dichiarazioni di autoassoluzione assumono il tono della farsa, servono a chiudere la bocca ai più critici ma soprattutto sono un inganno istituzionalizzato, dove ognuno recita la sua parte per compiacere all’altro con tanto di deferenza, pubblico compreso.
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