Saldi: Confcommercio, calo medio del 4,2%. I consumi non ripartono
Agostino Cicalò: «Bonus di 80 euro non ha funzionato, blocco di fiducia per famiglie».
Il primo mese di saldi è da ritenersi insoddisfacente. E’ in chiaroscuro. Da un analisi di Confcommercio Sardegna e CdC & Partners, si rileva un calo medio del 4,2% rispetto allo scorso anno su base regionale, in controtendenza rispetto alla stabilità misurata a livello nazionale, come rilevato da Federmoda – Confcommercio. La spesa media per famiglia in nell'Isola si attesta sui 206 euro e 88 euro per persona: il 41,40% sino a 50 euro e il 39,90% tra i 50 e i 100 euro. Solo il 12,1% spende tra i 101 e i 200 euro, mentre sopra questa cifra la percentuale si dimezza sino al 6,6%. Il segnale negativo negli acquisti si conferma dai dati sugli acquisti con carta di credito, che ha registrato nella classifica nazionale un –19,32% relativo alla Sardegna, rispetto al –15,80% registrato a maggio del 2013. I prodotti più acquistati sono abiti uomo/donna, accessori griffati e jeans e pantaloni. Non esultano gli imprenditori, la maggior parte dei quali si dice poco soddisfatto e deluso dall'andamento della stagione.
D’altronde, le condizioni nelle quali si partiva erano sfavorevoli vista la persistenza della crisi economica e dalla bassa propensione alle motivazioni agli acquisti. Oltre a questo occorre aggiungere la situazione climatica incerta che in qualche modo non sta supportando nel modo dovuto gli acquisti.
Si è partiti, quindi, con percentuali di saldo interessanti, dal 30/50 %, e con una vasta offerta di prodotti. In fase iniziale, soprattutto nei grandi centri, c’è stato un buon flusso, concentrato nei primi due fine settimana. Poi la situazione delle vendite è andata affievolendosi e si spera in una ripresa anche con l’arrivo di più consistenti flussi turistici, soprattutto stranieri, attesi per agosto.
«Il bonus di 80 euro, come avevamo previsto non ha spinto gli acquisti. Le famiglie si sono trovate a sostenere spese di primaria necessità rinunciando a quello che in altri tempi era un appuntamento fisso come i saldi – spiega il presidente regionale di Confcommercio, Agostino Cicalò – La speranza che il secondo mese dei saldi, che può contare anche sui maggiori flussi turistici nella nostra Isola, possa dare una ulteriore boccata di ossigeno alle imprese dei settori interessati ai saldi ed all'economia complessiva della Sardegna. Continuiamo a subire passivamente questa crisi e non si intravvedono azioni tali da poter in qualche modo sorreggere le imprese, abbassando la tassazione locale e nazionale, e le stesse famiglie – conclude - Manca un vero patto rivolto ad aggredire l’emergenza e ad innescare progetti di effettivo sviluppo».
SALDI ESTIVI 2014 IN SARDEGNA
Variabili che stanno incidendo:
Quelle macro sono note: stagnazione dei consumi, bassi redditi (lo conferma il basso valore medio degli acquisti).
Quelle micro sono:
- Localizzazione del negozio ( centro cittadino e centro commerciale più vantaggiosa);
- Ricchezza dell’assortimento ( la scelta fa aumentare la permanenza nel punto vendita);
- Prodotto di Marca (è il più ricercato; si acquista un capo di abbigliamento in meno, ma di marca);
- Prodotto non di marca risente maggiormente della crisi;
- Investimenti effettuati: comunicazione, mailing ai clienti, invio sms, pubblicità sui giornali e spot nelle radio locali.
Il primo mese di saldi è da ritenersi insoddisfacente. E’ in chiaroscuro. Da un analisi di Confcommercio Sardegna e CdC & Partners, si rileva un calo medio del 4,2% rispetto allo scorso anno su base regionale, in controtendenza rispetto alla stabilità misurata a livello nazionale, come rilevato da Federmoda – Confcommercio. La spesa media per famiglia in nell'Isola si attesta sui 206 euro e 88 euro per persona: il 41,40% sino a 50 euro e il 39,90% tra i 50 e i 100 euro. Solo il 12,1% spende tra i 101 e i 200 euro, mentre sopra questa cifra la percentuale si dimezza sino al 6,6%. Il segnale negativo negli acquisti si conferma dai dati sugli acquisti con carta di credito, che ha registrato nella classifica nazionale un –19,32% relativo alla Sardegna, rispetto al –15,80% registrato a maggio del 2013. I prodotti più acquistati sono abiti uomo/donna, accessori griffati e jeans e pantaloni. Non esultano gli imprenditori, la maggior parte dei quali si dice poco soddisfatto e deluso dall'andamento della stagione.
D’altronde, le condizioni nelle quali si partiva erano sfavorevoli vista la persistenza della crisi economica e dalla bassa propensione alle motivazioni agli acquisti. Oltre a questo occorre aggiungere la situazione climatica incerta che in qualche modo non sta supportando nel modo dovuto gli acquisti.
Si è partiti, quindi, con percentuali di saldo interessanti, dal 30/50 %, e con una vasta offerta di prodotti. In fase iniziale, soprattutto nei grandi centri, c’è stato un buon flusso, concentrato nei primi due fine settimana. Poi la situazione delle vendite è andata affievolendosi e si spera in una ripresa anche con l’arrivo di più consistenti flussi turistici, soprattutto stranieri, attesi per agosto.
«Il bonus di 80 euro, come avevamo previsto non ha spinto gli acquisti. Le famiglie si sono trovate a sostenere spese di primaria necessità rinunciando a quello che in altri tempi era un appuntamento fisso come i saldi – spiega il presidente regionale di Confcommercio, Agostino Cicalò – La speranza che il secondo mese dei saldi, che può contare anche sui maggiori flussi turistici nella nostra Isola, possa dare una ulteriore boccata di ossigeno alle imprese dei settori interessati ai saldi ed all'economia complessiva della Sardegna. Continuiamo a subire passivamente questa crisi e non si intravvedono azioni tali da poter in qualche modo sorreggere le imprese, abbassando la tassazione locale e nazionale, e le stesse famiglie – conclude - Manca un vero patto rivolto ad aggredire l’emergenza e ad innescare progetti di effettivo sviluppo».
SALDI ESTIVI 2014 IN SARDEGNA
Spesa media per famiglia in Sardegna 206 euro;
Spesa media per persona in Sardegna 88 euro.
Tipologia di spesa media
I prodotti più acquistati : abiti Uomo/Donna e Jeans e Pantaloni secondo lo schema seguente:
Il grado di soddisfazione da parte degli imprenditori intervistati, con il raffronto del 2013, è il seguente,:
Quelle macro sono note: stagnazione dei consumi, bassi redditi (lo conferma il basso valore medio degli acquisti).
Quelle micro sono:
- Localizzazione del negozio ( centro cittadino e centro commerciale più vantaggiosa);
- Ricchezza dell’assortimento ( la scelta fa aumentare la permanenza nel punto vendita);
- Prodotto di Marca (è il più ricercato; si acquista un capo di abbigliamento in meno, ma di marca);
- Prodotto non di marca risente maggiormente della crisi;
- Investimenti effettuati: comunicazione, mailing ai clienti, invio sms, pubblicità sui giornali e spot nelle radio locali.
Altri in
Recenti in
Recenti in
Commenti