Il sindaco Nicola Sanna saluta il generale della Brigata Sassari Manlio Scopigno
Grazie per come ha voluto e saputo essere non solo sassarino ma anche sassarese.
Il saluto, ogni saluto, anche quelli rivestiti dal carattere della “ufficialità”, è sempre un momento dai forti risvolti emotivi. Questo di stasera non fa eccezione, e ancor di più quando esso è preparato dal rito da poco celebrato ed è introdotto dalle note dei nostri valenti giovani musicisti.
Non pronuncierò allora un lungo discorso, sia per non suscitare in tutti i presenti ulteriore commozione, sia perché luogo e contesto dicono già tutto.
SASSARI / Discorso di saluto che ieri, in sala consiliare, il sindaco Nicola Sanna ha rivolto al generale della Brigata Sassari Manlio Scopigno.
L'incontro a Palazzo Ducale ha fatto seguito alla cerimonia religiosa che si è svolta nella chiesa di Sant'Agostino alla presenza dell'arcivescovo di Sassari monsignor padre Paolo Atzei.
L'incontro a Palazzo Ducale ha fatto seguito alla cerimonia religiosa che si è svolta nella chiesa di Sant'Agostino alla presenza dell'arcivescovo di Sassari monsignor padre Paolo Atzei.
Il sindaco ha consegnato una targa con il candeliere d'oro al generale Scopigno che oggi passerà il comando della Brigata al generale Arturo Nitti.
Alla cerimonia di saluto era presente anche il senatore Mario Mauro, già ministro della Difesa nel governo Letta.
Signor Generale, illustri Autrorità, gentili Ospiti, appena conclusa la cerimonia religiosa, ci ritroviamo qui in questa storica sede della Municipalità, luogo di riunione della nostra Assemblea civica. Già il luogo vuol indicare l'alto significato che l'Amministrazione intende dare a questo momento di saluto al Comandante della Brigata Sassari, che domani mattina celebrerà ufficialmente il suo ritorno dalla recente missione in Afganistan e, insieme, il passaggio di consegne tra Lei, generale Scopigno, e il suo successore alla guida dei “Sassarini”, il generale Nitti.
Il saluto, ogni saluto, anche quelli rivestiti dal carattere della “ufficialità”, è sempre un momento dai forti risvolti emotivi. Questo di stasera non fa eccezione, e ancor di più quando esso è preparato dal rito da poco celebrato ed è introdotto dalle note dei nostri valenti giovani musicisti.
Non pronuncierò allora un lungo discorso, sia per non suscitare in tutti i presenti ulteriore commozione, sia perché luogo e contesto dicono già tutto.
Solo tre parole, dunque, un augurio e una esortazione.
Grazie, signor Generale, per come ha saputo guidare la nostra Brigata in questi anni e durante le impegnative e complesse attività e missioni, qui e all'estero e grazie per come ha voluto e saputo essere non solo sassarino ma anche sassarese.
E quale segno di questa appartenenza alla città e alle sue tradizioni, le consegnerò tra poco una targa, che rappresenta la più nobile e antica tra di esse, a cui Lei è particolarmente legato: i nostri Candelieri, da quest'anno non più solo patrimonio di Sassari ma dell'Umanità, così come riconosciuto dall'UNESCO.
Congratulazioni, per i brillanti obiettivi raggiunti durante il suo comando; siamo certi non inferiori saranno i traguardi e i successi che conseguirà nei prossimi incarichi che le saranno affidati dall'Esercito.
Arrivederci, perché questo non è ne vuole essere, né da parte nostra né, lo sappiamo bene, da parte sua, un addio.
Queste le tre parole. L'augurio, infine, è quello proprio che i sassaresi si scambiano in occasione della Faradda e l'esortazione è quella che da un secolo contraddistingue i sassarini: “a zent'anni!” e “Forza paris!”
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