Maria Pia, l'usucapione e la fisica
In scena la rappresentazione del dramma "Di chi è Maria Pia?".
Enrico Muttoni |
Il teatrino apertosi di recente in Alghero con la rappresentazione del dramma "Di chi è Maria Pia?" merita un commento che superi le posizioni in lotta.
Per le quali l'opinione pubblica, secondo il deteriore costume italiano, ha preso posizione, da tifosa, a favore o contro. C'è però un aspetto della questione del quale pochissimi, o nessuno, tiene in conto.
Per le quali l'opinione pubblica, secondo il deteriore costume italiano, ha preso posizione, da tifosa, a favore o contro. C'è però un aspetto della questione del quale pochissimi, o nessuno, tiene in conto.
L'Italia è uno stato di diritto, nel quale lo Stato medesimo ed il cittadino sono ugualmente soggetti alla legge. E quindi, se il procedimento di usucapione è stato esperito senza sotterfugi, la proprietà dei terreni è un dato certo e verificabile.
Ma tra cittadino e Stato c'è una differenza enorme ed incolmabile per quanto concerne una grandezza fisica fondamentale: il tempo. Gli ettari di Maria Pia, la loro collocazione, e quanto contengono, sono misurabili fisicamente, ed i numeri che li definiscono valgono sia per lo Stato, che per tutti.
Ma se il cittadino ha una vita " bancaria" di una sessantina d'anni, lo Stato è eterno ( le banche un po' meno). Questo squilibra i rapporti. Voglio dire che, nell'arco dei decenni e dei secoli, ogni proprietà privata è destinata, prima o poi, a finire in mani pubbliche. E viceversa.
Tra vent'anni le proprietà immobiliari si concentreranno in un numero sempre inferiore di eredi (Stato compreso) che non riusciranno né a vendere né a conservare. Con enormi problemi di gestione. E poiché le proprietà sono talora immense, spesso improduttive, e mal sorvegliate, la saggezza del legislatore ha codificato l'usucapione, per rimediare sia pur parzialmente a questa situazione.
Si pensi soltanto a quello che accadeva non molto tempo fa, quando la peste riduceva la popolazione con percentuali a due cifre. Ora, se una parte di Maria Pia è finita in mani private, che sicuramente sono più attive e attente di quelle pubbliche, è inutile gridare allo scandalo. Semplicemente le amministrazioni locali dovrebbero ricordarsi che il tempo da loro un vantaggio enorme. A patto che l 'amministratore lavori per l'amministrazione. E provveda per modificare, col tempo, la situazione.
Il problema è che i nostri rappresentanti, anziché legiferare per un futuro che non li riguarda direttamente, pensano all'oggi guardando indietro: ma, forse, pretendere da certi politici nozioni di fisica elementare è un po troppo.
Questa classe politica, infatti, pur di continuare ad occupare delle poltrone che per un ingiusta legislazione non può usucapire, desidera modificare le situazioni non con la lungimiranza tipica del bravo governante, ma per le vie brevi. Perché la priorità non è il benessere comune, ma la rielezione. E' meglio per tutti che Maria Pia resti com'è ora. Non un metro cubo va aggiunto, e il Palazzo dei congressi abbattuto.
I privati si godranno quello per il quale si sono impegnati, e il Comune si metterà a sorvegliare una situazione che il tempo sanerà. Sempre che stia sveglio.
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