Sopralluogo a Olbia per la verifica dell’attuazione degli interventi post alluvione
A brevissima scadenza arriveranno i contributi provenienti dalle donazioni private.
OLBIA / «Lavoreremo insieme al Comune di Olbia per la piena attuazione del Piano di riassetto idrogeologico della città a partire dalla prossima Legge finanziaria e, nello stesso tempo, ci attiveremo in tutte le sedi istituzionali e politiche, a partire dalla Giunta regionale e dai parlamentari sardi, per sollecitare il Governo nazionale a concedere una deroga che consenta il superamento del patto di stabilità ai Comuni più virtuosi».
Lo ha dichiarato il Presidente della Quarta Commissione on. Antonio Solinas (Pd) concludendo la riunione che la Commissione ha tenuto nel capoluogo gallurese per verificare l'attuazione degli interventi post-alluvione, lo stato delle infrastrutture pubbliche e private danneggiate, i percorsi politici e tecnici per consentire alla città di voltare pagina dopo la terribile calamità del novembre del 2013.
Solinas ha annunciato inoltre che a brevissima scadenza arriveranno i contributi provenienti dalle donazioni private. "La Protezione civile - ha spiegato - ha definito un piano di ripartizione delle risorse e, a partire dalla prossima settimana, potranno essere presentate le domande.
In precedenza il Sindaco di Olbia Gianni Giovannelli ha esposto alla Commissione il Piano di riassetto idrogeologico predisposto dall'amministrazione comunale con il supporto di un "pool" di tecnici. Il programma, diviso in 14 schede progettuali suddivise a loro volta in "lotti funzionali", prevede una spesa complessiva di 120 milioni di euro.
Un Piano, ha detto Giovannelli, «Che non potremmo portare a termine senza il sostegno della Regione senza dimenticare però che il Comune di Olbia ha già oggi la disponibilità di 50 milioni, che non possiamo usare a causa del Patto di stabilità».
Giovannelli ha poi ricordato che, in apparenza, «Olbia, in qualche modo, ha ripreso a vivere, ma qui ci sono 500 famiglie che hanno perso tutto, decine di aziende in gravissima difficoltà: in altre parole c'è una popolazione di 15.000-16.000 persone ancora senza risposte e senza una prospettiva concreta». Sullo sfondo, ha proseguito il Sindaco di Olbia, «C'è una comunità di 50-60.000 persone che deve e vuole ripartire e non può essere lasciata sola; per questo c'è bisogno di un piano straordinario per la città di Olbia.«Finora abbiamo sentito tante promesse - ha concluso - ma non hanno avuto seguito, ora è il momento di fare».
Al termine dell'intervento del Sindaco, si è sviluppato un dibattito cui hanno preso parte i consiglieri regionali Giuseppe Meloni (Pd), Giuseppe Fasolino (Forza Italia), Daniele Cocco (Sel), Ignazio Tatti (Udc), oltre agli Assessori del Comune di Olbia Davide Bacciu (Lavori Pubblici), Carlo Careddu (Urbanistica) e Giovanna Spano (Ambiente). In tutti gli interventi è stata sottolineato che Olbia, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, è stata colpita da un disastro di dimensioni straordinarie e, per certi aspetti, è ancora vulnerabile. Oggi, anzi, è la città della Sardegna che, per popolazione residente, è senz'altro quella più a rischio.
Dopo la chiusura dei lavori nella sala consiliare del Comune di Olbia la Commissione, accompagnata da amministratori e tecnici del Comune, ha effettuato un sopralluogo in alcuni dei siti interessati dall'alluvione.
Nella prima parte della seduta la Commissione ha sentito in audizione Francesco Bandiera e Fabio Fois, rappresentanti Bonifacio Strait Pilots. Si tratta dei "piloti" che, con mezzi e personale specializzato attivo nei porti di Olbia e Porto Torres, aiutano le navi di grandi dimensioni nelle manovre di ingresso e di attracco in porto. Alla Commissione hanno sottoposto la situazione dei rischi legati al traffico navale nelle Bocche di Bonifacio, area di grandissimo pregio ambientale sede del c.d. "santuario dei cetacei", patrimonio dell'Unesco e parco internazionale di Italia e Francia.
La grande attenzione per questa area marina e naturalistica, hanno sottolineato Bandiera e Fois, è però in pericolo perché considerata "libero passaggio strategico" per la navigazione e senza alcun controllo sulle navi straniere, che sono poi la maggioranza delle oltre 3000 navi (dati 2013) che transitano ogni anno sullo stretto.
Di qui la proposta di superare la normativa vigente che prevede solo la "raccomandazione" dell'utilizzo dei "piloti" e renderlo obbligatorio. I dati, ha affermato Fabio Fois, dimostrano che è necessario: "dal '72 ad oggi si sono verificati nelle Bocche 29 incidenti, quasi sempre dovuti ad errore umano, provocati spesso da navi che trasportavano sostanze pericolose.
Incidenti che sarebbero stati in buona parte evitati dalla presenza dei piloti che conoscono quel tratto di mare, salgono a bordo, mantengono le comunicazioni con le strutture di controllo a terra ed assicurano il mantenimento della rotta."
La Commissione, con tutti i suoi componenti, ha assicurato tutto il suo impegno per individuare una soluzione ad un problema sicuramente complesso che richiede l'intervento dello Stato e, come sarebbe auspicabile, dell'Unione europea e degli organismi internazionali che regolano la navigazione. Il Presidente Solinas, in particolare, ha dichiarato che la Commissione predisporrà una risoluzione sulla materia da sottoporre al Consiglio regionale.
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