«Tuteliamo il diritto allo studio dei nostri ragazzi»
Il sindaco Antonio Diana, l'assessore comuanle alla Pubblica istruzione Antonella Mariani e i genitori degli alunni contro l'ipotesi di un chiusura della scuola media.
STINTINO / «Basta ai tagli orizzontali senza senso sulla scuola di Stintino. Siamo sempre stati collaborativi con l'autorità didattica.
Essere collaborativi però non significa subire passivamente le scelte che giudichiamo dannose per i nostri ragazzi. Vogliamo difendere il diritto allo studio dei nostri figli». Così questa mattina il sindaco di Stintino, Antonio Diana, davanti ai cancelli della scuola media di via Frecce Tricolori, come aveva annunciato ieri, ha atteso assieme all'assessore comunale alla Pubblica istruzione, Antonella Mariani, e ai genitori il regolare ingresso in classe dei ragazzi.
Essere collaborativi però non significa subire passivamente le scelte che giudichiamo dannose per i nostri ragazzi. Vogliamo difendere il diritto allo studio dei nostri figli». Così questa mattina il sindaco di Stintino, Antonio Diana, davanti ai cancelli della scuola media di via Frecce Tricolori, come aveva annunciato ieri, ha atteso assieme all'assessore comunale alla Pubblica istruzione, Antonella Mariani, e ai genitori il regolare ingresso in classe dei ragazzi.
Il timore diffuso ieri tra i genitori è stato quello di un trasferimento dei loro figli dai locali della scuola media a quelli della scuola elementare. La scuola media di via Frecce Tricolori quest'anno vedrebbe accorpate le tre classi in una unica pluriclasse di 18 alunni.
E ieri, primo giorno di scuola, i cancelli della Media sono rimasti chiusi sino alle 10. Questo ha fatto temere il peggio, cioè il paventato trasferimento. Il primo cittadino ieri ha preso carta e penna e ha scritto una lettera di diffida, indirizzata alla direzione scolastica, per non far chiudere la scuola media di via Frecce Tricolori ed evitare lo spostamento dei ragazzi nei locali della scuola elementare di via Lepanto.
«Il fatto di portare i ragazzi delle medie nell'edificio delle elementari per noi è inaccettabile – ha detto questa mattina il primo cittadino stintinese –, si rischierebbe di vedere smantellate quelle strutture che negli anni abbiamo creato, come la biblioteca e la sala computer. Si verrebbero a sottrarre, inoltre, gli spazi necessari ai ragazzi per svolgere un'attività didattica degna di questo nome». Gli immobili sono di proprietà comunale e sugli stessi vengono investiti ingenti soldi pubblici finalizzati sia al mantenimento degli stabili in condizioni ottimali e sia per l’acquisto di arredi e attrezzature. I locali delle scuole elementari poi vengono giudicati non idonei a ospitare, assieme, bambini e ragazzi di differenti età.
L'amministrazione guidata da Antonio Diana è pronta a intraprendere azioni legali a propria tutela e a tutela degli alunni, incluso il ricorso al Tar per i disagi e i danni creati dalla possibile decisione di un trasferimento. «La chiusura della scuola media – ha scritto ieri il sindaco nella lettera di diffida – sarà intesa da questa amministrazione come interruzione di un pubblico servizio».
Il primo cittadino però sta anche valutando l'adozione di scelte radicali: «Se si continua su questa linea – ha detto questa mattina Antonio Diana, davanti ai cancelli della scuola – l'amministrazione comunale farà scelte politiche pesanti: andrà verso la creazione di una scuola privata. Questa decisione, probabilmente, accontenterà qualcuno, però significa anche il fallimento della scuola pubblica. Significa altresì che, per i nostri ragazzi, è venuto a mancare il diritto allo studio, quel diritto che la nostra Costituzione vuole garantire a tutti».
Il sindaco nei prossimi giorni chiederà un incontro con l'assessore regionale alla Pubblica istruzione, Claudia Firino, e con l'Ufficio scolastico regionale.
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