Lo scrittore Andrea Vitali nella squadra di autori del festival Éntula
“Quattro sberle benedette”, il suo ultimo romanzo.
Un nuovo nome va ad ingrossare le fila della nutrita carovana di scrittori che dallo scorso luglio gira la Sardegna per il festival letterario diffuso Éntula: si tratta di Andrea Vitali che con il suo ultimo romanzo “Quattro sberle benedette” (Garzanti) sarà a Cagliari martedì 7 ottobre e il giorno dopo a Isili, ospite della manifestazione curata dall’associazione culturale Lìberos.
Sberle sonore e sberle metaforiche quelle che lo scrittore di Bellano ha raccolto nelle pagine del suo nuovo lavoro, un romanzo corale ambientato nella sua città nel 1929, tra l’immaginario e il reale, che martedì presenterà alle 19 nell’auditorium Tiscali, a Sa Illetta, insieme a Lucia Cossu. Beghe e segreti spifferati tra la sagrestia e la caserma, con il brigadiere Efisio Mannu, sardo, e l’appuntato Misfatti, siciliano, che si fanno la guerra, verranno svelati anche a Isili, mercoledì 8 alle 18, quando Vitali sarà ospite del centro sociale (corso Vittorio Emanuele) insieme a Sandro Ghiani.
Gli appuntamenti sono realizzati con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato della Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, la Banca di Sassari, il Comune di Isili e in collaborazione con Tiscali, con la libreria Mieleamaro di Cagliari e la libreria Godot di Isili.
Il libro. Quattro sberle ben date (Garzanti). In quel fine ottobre del 1929, sferzato dal vento e da una pioggerella fastidiosa e insistente, a Bellano non succede nulla di che. Ma se potessero, tra le contrade volerebbero sberle, eccome.
Le stamperebbe volentieri il maresciallo dei carabinieri Ernesto Maccadò sul muso di tutti quelli che si credono indovini e vaticinano sul sesso del suo primogenito in arrivo, aumentando il tormento invece di sciogliere l’enigma, perché uno predice una cosa e l’altro l’esatto contrario. Se le sventolerebbero a vicenda, e di santa ragione, il brigadiere Efisio Mannu, sardo, e l’appuntato Misfatti, siciliano, che non si possono sopportare e studiano notte e giorno il modo di rovinarsi la vita l’un l’altro.
E forse c’è chi, pur col dovuto rispetto, ne mollerebbe almeno una al giovane don Sisto Secchia, coadiutore del parroco arrivato in paese l’anno prima.
Mutacico, spento, sfuggente, con un naso ben più che aquilino, don Sisto sembra un pesce di mare aperto costretto a boccheggiare nell’acqua ristretta e insipida del lago. Malmostoso, è inviso all’intero paese, perfino al mite presidente dei Fabbriceri, Mistico Lepore, che tormenta il prevosto in continuazione perché, contro ogni buon senso, vorrebbe che lo mandasse via.
E poi ci sono sberle più metaforiche, ma non meno sonore, che arrivano in caserma nero su bianco. Sono quelle che qualcuno ha deciso di mettere in rima e spedire in forma anonima ai carabinieri, forse per spingerli a indagare sul fatto che a frequentare ragazze di facili costumi, in quel di Lecco, è persona che a rigore non dovrebbe. D’accordo, ma quale sarebbe il reato? E chi è l’autore di quelle rime che sembrano non avere un senso? Ma, soprattutto, di preciso, con chi ce l’ha?
Quattro sberle benedette è un romanzo corale di quelli che solo la penna acuta e asciutta di Andrea Vitali sa imbastire. Ficcando il naso tra le beghe e i segreti della sua Bellano immaginaria e realissima al tempo stesso, apparecchia un altro appetitoso banchetto letterario, confermandosi, semmai ce ne fosse bisogno, un autore prolifico di storie e di invenzioni come pochi altri, per la gioia e il godimento del lettore.
Di Andrea Vitali (Bellano 1956) nel catalogo Garzanti sono presenti: Una finestra vistalago (2003, premio Grinzane Cavour 2004, sezione narrativa, e premio letterario Bruno Gioffrè 2004), Un amore di zitella (2004), La signorina Tecla Manzi (2004, premio Dessì), La figlia del podestà (2005, premio Bancarella 2006), Il procuratore (2006, premio Montblanc per il romanzo giovane 1990), Olive comprese (2006, premio internazionale di letteratura Alda Merini, premio lettori 2011), Il segreto di Ortelia (2007), La modista (2008, premio Ernest Hemingway), Dopo lunga e penosa malattia (2008), Almeno il cappello (2009, premio Casanova; premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante; premio Campiello sezione giuria dei letterati; finalista al premio Strega), Pianoforte vendesi (2009), Il meccanico Landru (2010), La leggenda del morto contento (2011), Zia Antonia sapeva di menta (2011), Galeotto fu il collier (2012), Regalo di nozze (2012), Un bel sogno d’amore (2013) e Di Ilde ce n’è una sola (2013).
Nel 2008 gli è stato conferito il premio letterario Boccaccio per l’opera omnia.
Il suo sito è: www.andreavitali.info
Altri in
Recenti in
Recenti in
Commenti