Lubrano lascia la presidenza del parco di Porto Conte
«Credo che la cosa migliore per il bene del Parco, sia quello di renderlo libero da dannose contese».
Stefano Lubrano |
ALGHERO / Con una lettera, consegnata al protocollo della sede del parco, indirizzata al Direttore Vittorio Gazale e per conoscenza al Sindaco di Alghero Mario Bruno, Stefano Lubrano, questa mattina ha rassegnato le dimissioni da Presidente del parco di Porto Conte.
«Le dimissioni dei consiglieri di amministrazione, Avv. Gavino Tanchis e Prof. Antonio Torre imponevano la ricostituzione del CdA del Parco e la convocazione dell'assemblea in data 17 ottobre mirava ad ottemperare a tale necessità; inspiegabilmente la seduta assembleare è andata deserta con l'assenza di 18 consiglieri impedendo di fatto la ricostituzione di uno degli organi previsti dallo statuto del Parco».
«Le dimissioni dei consiglieri di amministrazione, Avv. Gavino Tanchis e Prof. Antonio Torre imponevano la ricostituzione del CdA del Parco e la convocazione dell'assemblea in data 17 ottobre mirava ad ottemperare a tale necessità; inspiegabilmente la seduta assembleare è andata deserta con l'assenza di 18 consiglieri impedendo di fatto la ricostituzione di uno degli organi previsti dallo statuto del Parco».
Tale massiccia assenza, - si legge nella lettera - «ingiustificata nelle sue dimensioni, veniva ancor di più aggravata dalla richiesta delle mie dimissioni da Presidente del Parco; tale richiesta veniva fatta in maniera irrituale e in spregio alle minime regole dell'educazione attraverso un comunicato stampa proprio lo stesso giorno in cui era stata convocata la sopra citata assemblea. Non ho avuto modo di vedere il documento originale, pertanto non ne conosco il contenuto né mi sono noti i firmatari dello stesso, sono semplicemente a conoscenza di quanto riportato dalle varie testate che lo hanno pubblicato e che attribuiscono la firma di tale richiesta ai consiglieri del Parco che coincidono con le forze di maggioranza presenti nel Consiglio Comunale di Alghero».
I consiglieri che non sono intervenuti appositamente all'assemblea - prosegue Lubrano - «abdicano di fatto al proprio ruolo e dovere amministrativo; infatti non vi è alcun impedimento giuridico che possa oggi impedire l'elezione dei due membri del consiglio di amministrazione, creando oggettive difficoltà all'Ente di potersi dotare di uno degli organi statutari, fondamentali per la conduzione del Parco di Porto Conte».
«Risulta ancor di più intellettualmente offensiva l'idea di una richiesta a mezzo stampa delle mie dimissioni avendo l'opportunità di richiederle in maniera lecita e trasparente nel corso dell'assemblea con una dichiarazione ufficiale e che potesse essere acquisita dagli organi statutari quali ad esempio il collegio dei revisori».
Secondo Lubrano, «le motivazioni riportate nella lettera inviata alla stampa dai consiglieri di maggioranza, appaiono deboli ed inconsistenti, in quanto mirano a dare "un nuovo impulso alla attività politica, portando alla attenzione della assemblea la discussione sulle linee guida del redigendo Piano del Parco"». Faccio sommessamente notare - «che le linee guida, approvate dall’Assemblea del Parco nel corso della presidenza del dott. Antonello Usai e portate avanti nel corso della presidenza dell'Avv. Francesco Sasso, di area quindi politicamente più che aderente alla maggioranza odierna, sono state completate da un bel pezzo e chi le deve discutere non sono il Presidente ed il consiglio di amministrazione ma coloro i quali costituiscono l'assemblea cioè i consiglieri comunali che hanno il dovere poi di confrontarsi con il territorio».
«E' quindi evidente si tratti d'altro, - scrive Stefano Lubrano - questioni che nulla hanno a che vedere con l'amministrazione del Parco. I consiglieri di maggioranza dimenticano che con l'approvazione del bilancio di previsione per il 2014, in data 25 luglio 2014, hanno approvato e condiviso la linea politica e di programmazione proposta dal sottoscritto e dai due consiglieri oggi dimissionari, non solo con l'approvazione del rendiconto 2013, in data 30 settembre 2014, hanno approvato all'unanimità il nostro operato dal punto di vista amministrativo, in sostanza le vere motivazioni risiedono nelle difficoltà di una maggioranza che oggi ha necessità di avere campo libero, anzi poltrone libere per risolvere questioni che nulla hanno a che fare con il bene del territorio».
Una politica - ricorda il Presidente - «a cui si potrebbe rispondere con le stesse armi, usando però le norme come l'art 48 comma 1 del regolamento del Consiglio Comunale che consente di riconvocare in seconda convocazione l'assemblea con lo stesso oggetto, ovvero "nomina del consiglio di amministrazione". In questo frangente qualsiasi fosse il numero dei presenti si procederebbe alla elezione del nuovo consiglio di amministrazione, con pesanti conseguenze politiche nella maggioranza, certo tutto questo poi ricadrebbe però sull'Ente e sul territorio che diventerebbero ostaggio, ancor di più, di chi oggi è maggioranza di governo ad Alghero
Francamente, - aggiunge - «ritengo che la politica e il bene del territorio siano un'altra cosa, e ritengo che dopo aver lavorato gratuitamente al Parco per due anni, facendomi carico di responsabilità anche di altri, sia opportuno che si debbano assumere tutte le proprie responsabilità coloro i quali devono dare risposte alla Città; commissariare il Parco, ad esempio, sarebbe una decisione politica, non certo giuridica ed amministrativa, in quanto non vi sono presupposti in tal senso che richiamino una necessità ai sensi di statuto e/o codice civile, e tale decisione non è in capo alla Regione ma al Comune».
In ogni caso - conclude Stefano Lubrano - «credo che la cosa migliore per il bene del Parco e di tutti coloro i quali vi lavorano in maniera encomiabile, e li ringrazio di cuore per la loro totale dedizione e la qualità del lavoro svolto, nonchè per il territorio, sia quello di renderlo libero da dannose contese, e pertanto, nel ringraziare tutti coloro i quali hanno testimoniato anche pubblicamente il proprio apprezzamento nei miei riguardi, rendo libera la mia carica rassegnando le mie dimissioni».
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