L'Università di Sassari e i Disturbi specifici dell'apprendimento (DSA): parlano gli studenti
Il lavoro della Commissione disabilità e le linee guida di Ateneo.
SASSARI / Si chiamano Daniele, Francesco, Lorenzo, Salvatore e Giovanni. Sono cinque ragazzi che hanno tante cose in comune, due in particolare: studiano all'Università degli Studi di Sassari e hanno una caratteristica, un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA, inclusi nella famiglia dei Disturbi evolutivi specifici).
Oltre alla dislessia (disturbo della lettura), forse la più conosciuta, fanno parte di questa neurodiversità la discalculia (disturbo del calcolo), la disgrafia e la disortografia (disturbi della scrittura). I DSA sono stati al centro della III edizione del Campus per universitari "Università e DSA", che ha avuto luogo a Savona dal 25 al 28 settembre ed è stato organizzato dall'Associazione italiana dislessia - sezione di Savona, con la collaborazione del GIpA (Gruppo di informatica per l’autonomia).
Oltre alla dislessia (disturbo della lettura), forse la più conosciuta, fanno parte di questa neurodiversità la discalculia (disturbo del calcolo), la disgrafia e la disortografia (disturbi della scrittura). I DSA sono stati al centro della III edizione del Campus per universitari "Università e DSA", che ha avuto luogo a Savona dal 25 al 28 settembre ed è stato organizzato dall'Associazione italiana dislessia - sezione di Savona, con la collaborazione del GIpA (Gruppo di informatica per l’autonomia).
L'esperienza del Campus. «L'esperienza è stata moto utile e per questo vogliamo raccontarla a tutti – spiegano i cinque studenti, che hanno preso parte al Campus grazie a un finanziamento dell'Ateneo sassarese – non solo abbiamo utilizzato software specifici che ci aiutano nella quotidianità dello studio, ma abbiamo incontrato tanti ragazzi come noi, provenienti da tutta Italia, e ci siamo confrontati sentendo i nostri problemi un po' meno pesanti».
Daniele, Francesco, Lorenzo, Salvatore e Giovanni sono stati accompagnati da Giuseppe Filippo Dettori, docente di Pedagogia speciale all'Università di Sassari, Delegato del Dipartimento di Storia, scienze dell'uomo della formazione alle problematiche degli studenti disabili.
"Studenti intelligenti che non si applicano".
Le persone con disturbi specifici dell'apprendimento spesso, nel corso della loro vita scolastica, vengono erroneamente etichettate come "svogliate": studenti di normale intelligenza che tuttavia "non si applicano". In realtà in molti casi i risultati scolastici poco brillanti non sono dovuti alla pigrizia o alla scarsa voglia di studiare, ma proprio ai disturbi dell'apprendimento che riguardano all'incirca il 3-5% della popolazione (tra gli uomini è molto più diffuso che tra le donne).
Le persone con disturbi specifici dell'apprendimento spesso, nel corso della loro vita scolastica, vengono erroneamente etichettate come "svogliate": studenti di normale intelligenza che tuttavia "non si applicano". In realtà in molti casi i risultati scolastici poco brillanti non sono dovuti alla pigrizia o alla scarsa voglia di studiare, ma proprio ai disturbi dell'apprendimento che riguardano all'incirca il 3-5% della popolazione (tra gli uomini è molto più diffuso che tra le donne).
La legge 170/2010. Ma esiste un modo per dare a chi ha avuto questa diagnosi uguali opportunità di apprendimento? Una recente legge, la n. 170 del 2010, intitolata Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, impone agli Atenei di individuare forme didattiche e modalità di valutazione che permettano agli studenti con DSA il raggiungimento del successo formativo. La legge afferma che "Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari (art. 5 comma 1)".
Le linee guida sui DSA della Commissione per le problematiche degli studenti disabili. L'Università degli Studi di Sassari, attraverso la Commissione per le problematiche degli studenti disabili guidata dal 2009 da Paolo Enrico, ha fatto passi da gigante negli ultimi anni.
Sono gli stessi ragazzi ad affermarlo con convinzione: «L'Università di Sassari è attenta a questo problema. Lo dimostra il fatto che siamo andati a Savona con un contributo dell'Ateneo – sottolineano - ora vogliamo trovare le migliori soluzioni per aiutare i colleghi e per aiutarci tra di noi». Certo, ancora molto resta da fare, come dichiara proprio Paolo Enrico: "Adesso abbiamo posto le basi, ma dobbiamo lavorare per sensibilizzare, informare e formare tutte le componenti dell'Ateneo: studenti, docenti e personale tecnico amministrativo. Ci sono delle linee guida per i docenti (http://www.uniss.it/documenti/Linee_Guida_DSA_ultima_versione.pdf), pubblicate sul sito della Commissione per le problematiche degli studenti disabili (http://www.uniss.it/disabili/) ma è necessario uno sforzo e una presa di coscienza generalizzata".
Sono gli stessi ragazzi ad affermarlo con convinzione: «L'Università di Sassari è attenta a questo problema. Lo dimostra il fatto che siamo andati a Savona con un contributo dell'Ateneo – sottolineano - ora vogliamo trovare le migliori soluzioni per aiutare i colleghi e per aiutarci tra di noi». Certo, ancora molto resta da fare, come dichiara proprio Paolo Enrico: "Adesso abbiamo posto le basi, ma dobbiamo lavorare per sensibilizzare, informare e formare tutte le componenti dell'Ateneo: studenti, docenti e personale tecnico amministrativo. Ci sono delle linee guida per i docenti (http://www.uniss.it/documenti/Linee_Guida_DSA_ultima_versione.pdf), pubblicate sul sito della Commissione per le problematiche degli studenti disabili (http://www.uniss.it/disabili/) ma è necessario uno sforzo e una presa di coscienza generalizzata".
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