Tassa di soggiorno, "no grazie"
La scelta dettata da esigenze di bilancio non piace agli operatori turistici algheresi.
ALGHERO / L’imposta di soggiorno fortemente voluta dall'Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Mario Bruno, non è per niente gradita dagli operatori turistici algheresi che in occasione degli incontri svoltisi con l’Amministrazione comunale hanno sempre respinto l’idea della sua introduzione ad Alghero.
«Informati dall'Amministrazione Comunale, peraltro non in campagna elettorale, sull'esigenza di introdurre l’imposta di soggiorno per esclusive ragioni di carattere finanziario, da subito e con chiarezza è stata manifestata la contrarietà dell’intero comparto produttivo alla sua adozione».
«Informati dall'Amministrazione Comunale, peraltro non in campagna elettorale, sull'esigenza di introdurre l’imposta di soggiorno per esclusive ragioni di carattere finanziario, da subito e con chiarezza è stata manifestata la contrarietà dell’intero comparto produttivo alla sua adozione».
In una delle più gravi fasi di recessione economica che il nostro paese abbia mai attraversato potrà avere ulteriori e più gravi effetti recessivi sulla domanda del prodotto turistico algherese da parte dei mercati nazionali ed internazionali.
Secondo Stefano Visconti, (Consorzio Turistico “Riviera del Corallo” Federalberghi Sassari) - Massimo Cadeddu, (Confcommercio Alghero) e Marco Di Gangi, (Associazione/ Club di prodotto “Domos”) «tali effetti potrebbero impattare sulla filiera dell’economia turistica, con una riduzione dei consumi del prodotto territoriale, con minori ricavi per tutte le aziende i cui introiti dipendono principalmente o esclusivamente dagli arrivi turistici». Se questo scenario, ovviamente paventato e non auspicato, dovesse concretizzarsi, - prosegue la nota - «una delle conseguenze più serie, oltre alla riduzione dei ricavi delle imprese della filiera turistica, potrebbe essere una contrazione del numero dei lavoratori operanti nelle numerose attività che ruotano attorno al turismo: autonoleggi, bar, ristoranti, attività commerciali, solo per citarne alcune, con ovvi e conseguenti ulteriori peggioramenti del livello di disoccupazione cittadina».
Gli operatori locali hanno ventilato l’ipotesi che: «poiché l’imposta non verrà pagata dalle strutture ricettive, ma graverà esclusivamente sul turista, venga studiata l’introduzione di un contributo di sbarco su tutti gli arrivi turistici, da pagarsi in porti e aeroporti isolani. Essendo questa misura di rilievo e competenza regionale si dovrebbe mettere a punto un adeguato criterio di ripartizione affinché le risorse possano essere poi utilizzate dai Comuni turistici».
Le ragioni della ferma opposizione all'imposta sono state ampiamente e dettagliatamente esposte in un documento a firma del Consorzio Turistico Riviera del Corallo, della Confcommercio Alghero e dell’associazione/ Club di prodotto Domos, a suo tempo trasmesso alla stessa amministrazione comunale e a tutti i capigruppo consiliari.
Visconti, Cadeddu e Di Gangi sostengono che «solo dopo aver preso atto della volontà granitica dell’Amministrazione Comunale di adottare tale imposta, e nonostante il comprensibile disappunto, con il più leale spirito di cooperazione si è deciso, su richiesta dell’Amministrazione, di proporre quelle integrazioni e modifiche al relativo regolamento ritenute importanti per una sua più equa ed efficace applicazione. Solo una limitata parte delle proposte è stata però accolta, lasciando inascoltate le più significative, soprattutto in materia di esenzioni, periodo di applicazione stagionale dell’imposta e, soprattutto, sull'impiego delle risorse generate dall’imposta e sul suo controllo. Ci si aspettava e ci si aspetta di più».
Tutte le proposte di modifica o integrazione del regolamento - proseguono nel documento congiunto - «erano infatti finalizzate, sia a garantire una reale possibilità di destagionalizzazione dei flussi turistici, laddove la domanda è debole, quindi in bassa e media stagione, mediante la disapplicazione dell’imposta, sia a determinare una casistica di esenzioni che garantisse da un lato una maggiore equità e dall'altro aiutasse a tenere stabile un segmento di domanda già in grave difficoltà come nel caso degli over settantenni che costituiscono la percentuale maggiore dei gruppi precostituiti da Agenzia o Tour Operator».
Secondo i rappresentanti di categoria, altro punto focale ignorato dall'Amministrazione «è stato quello relativo ai criteri di utilizzo e controllo delle risorse generate dall'imposta, da destinarsi, coerentemente alla norma che ha introdotto in Italia la possibilità di adottare l’imposta di soggiorno, per larghissima parte ad interventi in materia di turismo e cultura, privilegiando le azioni di promozione della città , destinando ad essi almeno il 75 % del gettito e riservando il residuo 25% per la manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali, alla valorizzazione di eventi culturali della tradizione popolare, storica della città, nonché dei relativi servizi pubblici locali attraverso interventi straordinari miranti a migliorare l’attività turistica della città».
Per i firmatari, «altro aspetto rimasto inascoltato è stato quello relativo alla proposta di istituzione a cura dell’assessorato al turismo di un tavolo tecnico al quale avrebbero dovuto essere invitati i rappresentanti delle associazioni maggiormente rappresentative dei titolari delle strutture ricettive per accogliere i suggerimenti sulle modalità applicative del tributo, su esenzioni e riduzioni per particolari fattispecie e o determinati periodi di tempo, e predisporre un piano annuale di promozione turistica».
Condivise, per ora, con l’Amministrazione comunale almeno le intenzioni di voler fronteggiare con uomini e mezzi adeguati l’emersione del sommerso e la lotta alle varie forme di abusivismo diffuse in città circa le varie forme d’accoglienza. Le dimensioni di questi fenomeni sono ormai di tale rilevanza da non consentire più a nessun amministratore pubblico di far finta di niente.
Gli introiti per le casse comunali derivanti dal corretto pagamento da parte di tutti questi “operatori” dei tributi comunali attualmente esistenti sarebbe di per se sufficiente per evitare il ricorso all'imposta di soggiorno.
Prima di poter esprimere un giudizio sull'efficacia di questa guerra, per il momento solo annunciata, - prosegue la nota - «si resta in attesa di conoscere nel dettaglio quali saranno le risorse umane e finanziarie che l’amministrazione comunale metterà in campo per combattere sommerso e abusivismo. Ma soprattutto si resta in attesa di risultati visibili e di un cambio di tendenza che consenta al settore di rientrare nei binari della legalità, riportando nel mercato della ricettività turistica il giusto grado di corretta concorrenza tra operatori. In questo momento però, l’applicazione dell’imposta creerà solamente un ulteriore divario competitivo alla voce prezzo tra le strutture del comparto ricettivo “alla luce del sole” e quelle “nascoste nel buio”, visto che le azioni di contrasto all'illegalità avranno anche in questo caso e nella migliore delle ipotesi, effetto differito».
Gli operatori del comparto turistico algherese, insieme agli operatori rappresentati da Confcommercio Alghero «intendono in ogni caso mantenere responsabilmente un ruolo propositivo nei confronti dell’amministrazione comunale, la quale bene farebbe a tenere sempre nella dovuta considerazione l’importanza del contributo degli operatori economici alle scelte amministrative».
La definizione, la messa a punto e la promozione di un prodotto turistico di filiera sottende l’azione coordinata del mondo delle imprese sia individualmente, sia in forma aggregata ( associazioni, Consorzi, Club di prodotto) e della Pubblica Amministrazione nei suoi vari livelli territoriali.
E ancora - «l'interazione tra gli operatori privati e i soggetti pubblici coinvolti non può limitarsi ad essere episodica, occasionale e determinata dalla maggiore o minore sensibilità degli amministratori che si succedono, ma deve trovare una sede permanente ed istituzionale che non si limiti a definire le linee guida dell’intero processo, ma sia capace, senza soluzione di continuità, di incidere sulle dinamiche turistiche con azioni ed interventi coerenti e i più ampiamente condivisi e più in generale sui processi economici e sociali».
Fallito il nostro tentativo di far costituire da parte dell’Amministrazione comunale di Alghero una consulta dedicata specificamente al turismo, se realmente si volessero raggiungere gli obiettivi strategici suindicati, «resterebbe un’altra strada che crediamo possa costituire una svolta epocale nella gestione della promozione del turismo algherese e della implementazione della capacità della città di diventare un destinazione turistica “accogliente” a 360°».
A nostro modo di vedere, «la strada è quella che l’Amministrazione Comunale, utilizzando le risorse dell’imposta di soggiorno, o, in subordine, quelle derivanti dagli introiti delle grotte di Nettuno, consenta agli operatori turistici di entrare nella Fondazione META con una quota maggioritaria, dotando la stessa di risorse certe per l’avvenire, e affinando così un modello di gestione degli eventi, della promozione turistica e di tutte quelle azioni, anche nel campo della formazione, affinché la città possa superare i propri attuali limiti per tornare ad essere la porta d’oro del turismo isolano».
Il nostro vuole perciò essere «uno stimolo ai nostri Amministratori che, crediamo, avrebbero solo da essere soddisfatti nel vedere raggiungere gli stessi obiettivi che gli operatori turistici si prefiggono».
D'altronde, la responsabilità sociale che ogni operatore economico - conclude la nota «deve assumersi per interpretare in modo corretto il proprio ruolo deve necessariamente trovare Istituzioni ed amministratori preparati, attenti e capaci di fare le scelte più utili alla collettività, tali da consentire alla stessa di migliorare il proprio standard di vita e creare una coesione sociale ed un senso di appartenenza alla comunità locale fortemente radicati».
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