Tumore ovarico, arriva l'app salvavita
Pubblicato sul British Medical Journal lo studio di Stefano Guerriero, professore della clinica di Ostetricia e Ginecologia dell'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari.
CAGLIARI / Pochi giorni fa sul British Medical Journal, importantissima pubblicazione in campo medico è stato pubblicato un lavoro sulla diagnostica del cancro ovarico. su oltre 6000 pazienti di cui è coautore il professor Stefano Guerriero, della Clinica di Ostetricia e Ginecologia dell'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari.
L'articolo introduce un concetto modernissimo: la possibilità di ottenere un rischio di presenza di una specifica patologia ovarica (benigna, tumore invasivo, iniziale, borderline o metastatico) utilizzando una sorta di APP disponibile su internet, ottenuta testando migliaia di risultati e che sarà prossimamente disponibile su smartphone. Con questa applicazione l’operatore inserirà le diverse variabili e il computer calcolerà il rischio di presenza di una determinata patologia riducendo ulteriormente il rischio di errore diagnostico.
L'articolo introduce un concetto modernissimo: la possibilità di ottenere un rischio di presenza di una specifica patologia ovarica (benigna, tumore invasivo, iniziale, borderline o metastatico) utilizzando una sorta di APP disponibile su internet, ottenuta testando migliaia di risultati e che sarà prossimamente disponibile su smartphone. Con questa applicazione l’operatore inserirà le diverse variabili e il computer calcolerà il rischio di presenza di una determinata patologia riducendo ulteriormente il rischio di errore diagnostico.
L'articolo ha avuto ampia diffusione da subito essendo anche disponibile gratuitamente dal sito (http://www.bmj.com/content/349/bmj.g5920) tanto che anche la BBC (http://www.bbc.com/news/health-29631697) e il sito dell’Imperial College di Londra (http://www3.imperial.ac.uk/newsandeventspggrp/imperialcollege/newssummary/news_15-10-2014-15-33-17) e dell’International Society of Ultrasound in Obstetrics and Gynecology (http://www.isuog.org)(http://www.isuog.org/AboutUs/News+and+announcements/16+October+2014/) hanno scritto articoli amplificando ulteriormente l’importanza della pubblicazione.
«Il nome della AOU – dice il professor Guerriero – è ben evidente nella pagina iniziale dell’articolo e dimostra come da anni la nostra struttura ospedaliera diretta dal professor Gian Benedetto Melis sia in prima linea tra i maggiori ospedali del mondo in tale tipo di diagnostica».
Guerriero è all'interno del gruppo IOTA (International ovarian tumor analysys) (http://en.wikipedia.org/wiki/International_Ovarian_Tumor_Analysis_trial) dal 2002. Questo gruppo è formato dai migliori specialisti in tale ambito diagnostico e per primo sta tentando di standardizzare tale metodica anche grazie a studi multicentrici molto ampi come questo recentemente pubblicato.
«Poter dare alle nostre pazienti - spiega Guerriero - non solo una accurata diagnostica preoperatoria ma gestire insieme ad esse ed ai medici curanti la necessità o meno di intervento in caso di presenza di una cisti ovarica è una delle missioni che prima al San Giovanni ed ora al Blocco Q stiamo portando avanti con passione nell'ambito di una Struttura di Diagnostica Ostetrico-Ginecologica molto avanzata inserita all'interno della Clinica Ostetrica e Ginecologica della AOU ».
Quest’ultima pubblicazione associata a decine di altre nel medesimo campo conferma che Cagliari è al centro di una rete “virtuosa” che permette alle nostre pazienti di avere prestazioni degne dei migliori ospedali del mondo.
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