Consiglio, Solinas (Psd’Az): «Una fondazione per Marianna Bussalai e per l’economia della cultura in Sardegna»
Istituire una fondazione che insieme alle opere e all'archivio valorizzi la sua casa di Orani, dove la “combattente sardista” ha trascorso tutti suoi 43 anni di vita e dove è stato ospitato Emilio Lussu quando era un ricercato della polizia fascista.
CAGLIARI / «Istituire la Fondazione Marianna Bussalai per riconoscere un modello di emancipazione femminile in Sardegna e compiere un passo decisivo nel verso di una economia della cultura, alternativa a quella dei settori tradizionali».
E’ la proposta avanzata dal capogruppo del Psd'Az in Consiglio regionale, Christian Solinas, nel corso della conferenza stampa per l’illustrazione della Pl 118 “istituzione della Fondazione Marianna Bussalai”. Scopo dell’iniziativa legislativa è quello di istituire una fondazione che insieme alle opere e all'archivio della Bussalai valorizzi la sua casa di Orani, dove la “combattente sardista” ha trascorso tutti suoi 43 anni di vita (1904-1947) e dove è stato ospitato Emilio Lussu quando era un ricercato della polizia fascista. Una casa che lo scomparso leader dei Quattro Mori, Michele Columbu, definì nel suo libro “La grotta della vipera”: «Un microcosmo, una remota cellula di resistenza al fascismo, in cui si accendono dibattiti, si affacciano dubbi e dissensi, serpeggiano insidie come nelle grandi città».
E’ la proposta avanzata dal capogruppo del Psd'Az in Consiglio regionale, Christian Solinas, nel corso della conferenza stampa per l’illustrazione della Pl 118 “istituzione della Fondazione Marianna Bussalai”. Scopo dell’iniziativa legislativa è quello di istituire una fondazione che insieme alle opere e all'archivio della Bussalai valorizzi la sua casa di Orani, dove la “combattente sardista” ha trascorso tutti suoi 43 anni di vita (1904-1947) e dove è stato ospitato Emilio Lussu quando era un ricercato della polizia fascista. Una casa che lo scomparso leader dei Quattro Mori, Michele Columbu, definì nel suo libro “La grotta della vipera”: «Un microcosmo, una remota cellula di resistenza al fascismo, in cui si accendono dibattiti, si affacciano dubbi e dissensi, serpeggiano insidie come nelle grandi città».
«Mi auguro di poter ringraziare presto la Regione sarda per l’istituzione della Fondazione Bussalai», ha dichiarato Marta Brundu, biografa ufficiale della discendente della casata che diede i natali a Giovanni Maria Angioy e curatrice del sito internet: www.mariannabussalai.org. La dottoressa Brundu ha sottolineato l’importanza dei documenti custoditi nella casa di Marianna Bussalai, ad incominciare da quelli relativi alla fitta corrispondenza che la donna teneva con Emilio Lussu e gli altri padri fondatori il Psd’Az, ma ha denunciato il rischio che l’intero archivio possa essere compromesso senza un progetto di digitalizzazione che ne assicuri l’integrità.
Tonino Chironi ha invece mostrato la bandiera dei Quattro Mori che, cucita a mano da Marianna Bussalai, è divenuta il primo simbolo ufficiale del Partito Sardo d’Azione nel 1921. Chironi, la cui famiglia custodisce lo storico vessillo che è stato nascosto e murato nel periodo delle persecuzioni fasciste, ha ricordato l’impegno culturale e di “autentica combattente” di “Marianedda de sos Battor Moros”.
Ha partecipato all’incontro con i giornalisti anche Carla Puligheddu (figlia del già consigliere regionale del Psd’Az, Francesco Puligheddu) e promotrice della sezione sardista di recente costituzione a Sassari, intitolata a Marianna Bussalai. «Marianna – ha dichiarato la Puligheddu nell’annunciare l’imminente nascita dell’associazione delle donne sardiste – è la figura più significativa per le donne sarde e per le donne sardiste in particolare».
L’auspicio che la fondazione Marianna Bussalai possa presto registrare l’approvazione della Regione è stato espresso anche da Valentina Casalena, moglie del cantante Andrea Parodi e promotrice della fondazione a lui intitolata: «E’ tempo per la Sardegna di scommettere sull’economia della cultura – ha dichiarato la Casalena – è posso testimoniare che l’esperienza delle fondazioni è un percorso straordinario per la valorizzazione dell’identità e per far crescere l’impegno culturale e politico».
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