Depositi di scorie radioattive. Mozione del gruppo consiliare Forza Italia di Alghero
La regione Sardegna, prima candidata ad ospitare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari, industriali e dei materiali di scarto ospedalieri.
ALGHERO / Mozione dei consiglieri Maurizio Pirisi, Michele Pais, Nunzio Camerada del gruppo di Forza Italia sulle dichiarazioni rese in audizione davanti alla Commissione Industria del Senato dall'amministratore delegato della SOGIN (soggetto attuatore, nel processo di localizzazione del Deposito nazionale) circa la paventata possibilità che la Sardegna venga scelta come sito di stoccaggio di scorie radioattive.
I consiglieri impegnano il Sindaco «ad intervenire prontamente presso il Presidente della Regione Sardegna per conoscere: se risponda al vero l’informazione e la notizia che la regione Sardegna sarebbe con molta probabilità la prima candidata ad ospitare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari, industriali e dei materiali di scarto ospedalieri e di conoscere quali siano le iniziative e le azioni che l’Amministrazione Regionale porrà in essere per scongiurare la trasformazione della Sardegna in una discarica di materiali radioattivi, nel caso in cui la scelta di realizzare il deposito unico nazionale di scorie nucleari ricada malauguratamente sulla Sardegna».
I consiglieri impegnano il Sindaco «ad intervenire prontamente presso il Presidente della Regione Sardegna per conoscere: se risponda al vero l’informazione e la notizia che la regione Sardegna sarebbe con molta probabilità la prima candidata ad ospitare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari, industriali e dei materiali di scarto ospedalieri e di conoscere quali siano le iniziative e le azioni che l’Amministrazione Regionale porrà in essere per scongiurare la trasformazione della Sardegna in una discarica di materiali radioattivi, nel caso in cui la scelta di realizzare il deposito unico nazionale di scorie nucleari ricada malauguratamente sulla Sardegna».
«Da tempo risulta che il Governo stia predisponendo un elenco di aree e siti candidati ad ospitare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari e che tra questi risulterebbe esserci anche la Sardegna, indicata dai redattori della suddetta lista fra le regioni che con più probabilità sono destinate ad accogliere il sito di stoccaggio; - si legge nelle mozione - che tale è il contenuto delle dichiarazioni di Riccardo Casale, amministratore delegato della SOGIN, secondo il quale entro il prossimo mese di gennaio la SOGIN consegnerà all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ed ai Ministeri competenti il documento in cui saranno indicate le aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari, e fra le quali, con molta probabilità sarà ricompresa la Sardegna.
Da parte dell’ISPRA, la recente diffusione dei criteri per la localizzazione dell’impianto di smaltimento di rifiuti radioattivi di bassa e media attività; la procedura d’individuazione del sito dovrà concludersi entro il mese di agosto del 2015, termine entro il quale le regioni individuate come potenzialmente idonee ad accogliere il sito di stoccaggio di materiali di scarto radioattivi potranno far pesare le proprie obbiezioni presso la SOGIN ed il Ministero dello Sviluppo Economico; il suddetto sito sarebbe destinato ad ospitare, oltre ai residui nucleari, anche gli scarti ed i rifiuti industriali ed ospedalieri con un inevitabile e devastante impatto sull'ambiente e sull'equilibrio del delicato ecosistema dell’intera isola.
Una sciagurata scelta in tal senso porrebbe seri problemi sotto il profilo della salvaguardia della salute dei Sardi che verrebbe messa seriamente a repentaglio e potrebbe essere seriamente compromessa, così come dimostrano l’aumento del tasso di mortalità precoce e delle patologie tumorali ed affini nei territori presso i quali vengono stoccati rifiuti industriali e nucleari; il negativo impatto che tale scelta avrebbe sotto il profilo dell'attrattività turistica della Sardegna, percepita, per le sue bellezze e la sua genuinità, come terra incontaminata ed ecologicamente intonsa.
Tale decisione sarebbe un ulteriore schiaffo ai Sardi ed alla nostra Terra, che hanno pagato e continuano a pagare un prezzo troppo alto ad uno Stato che continua a destinare ancora oggi ampie porzioni del nostro territorio regionale ad esperimenti ed addestramenti militari, impiegando armi e sostanze inquinanti ed altamente nocive per la salute umana.
Un referendum consultivo, proposto nel 2011, ha evidenziato una chiarissima indicazione di indisponibilità da parte del popolo sardo alla realizzazione di centrali nucleari o depositi per scorie nel proprio territorio. In quella occasione si recarono alle urne circa 900 mila sardi, pari a quasi il 60% del corpo elettorale, che con il 97,8% dei voti espressero la propria netta contrarietà.
Si tratterebbe di un ulteriore atto d’imperio dello Stato nei confronti dei Sardi che vedrebbero ancora una volta mortificata una libera e democratica espressione popolare.
Vista l’interrogazione presentata in Consiglio regionale, primo firmatario Tedde».
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