La scure coloniale su giovani e anziani
A Manca pro s’Indipendentzia recepisce con forte preoccupazione il dato sulla condizione economica dei pensionati sardi elaborato dall’ISTAT.
In base ai dati diffusi sappiamo che in Sardigna ci sono ben 138.588 mila pensionati che vivono in situazione di povertà assoluta. Questa cifra comprende 107.366 ultrasessantenni che vivono con un assegno mensile di 507,95 euro, a cui si aggiungono altri 31.222 ultrasessantenni che hanno un assegno sociale medio mensile di soli 392 euro.
Questi dati vanno letti tenendo conto che non c’è una rivalutazione delle pensioni da ben 16 anni e che nel frattempo il loro potere d’acquisto è calato del 30%.
Ma non ci sono solo quelli che vivono in povertà assoluta. Ad essi va aggiunto il 21,04% dei Sardi, un quinto della popolazione totale, che è costituito da ultrasessantacinquenni che vivono in una situazione di povertà realtiva.
Sono infatti 350.131 gli anziani costretti a vivere con una pensione media mensile di 700,32€.
Se raffrontiamo questi dati con la disoccupazione dilagante e con la consapevolezza che i pensionati spesso si ritrovano a farsi carico dei figli disoccupati, abbiamo il quadro tragico della situazione socio-economica del nostro Paese.
A Manca pro s’Indipendentzia, «prova una profonda indignazione per la sorte riservata dallo Stato italiano a migliaia di persone che nella loro vita hanno lavorato duramente nelle campagne, nelle fabbriche, nelle miniere, nelle scuole e in tutti i luoghi dove si costruisce con fatica e impegno il benessere di una nazione. Una sorte di povertà e sacrificio, con la tristezza di vedere le fabbriche, le miniere, le scuole chiuse, le campagne abbandonate, costretti a privarsi di tutto sopravvivendo in miseria in una terra che dovrebbe essere ricchissima. La stessa terra che viene costantemente sfruttata, bombardata, avvelenata, impoverita da politici coloniali, generali e industriali che però, a differenza dei lavoratori sardi, godono di pensioni d’oro e di figli ben sistemati».
«Solo questo è capace di dare al nostro popolo il colonialismo italiano: povertà, distruzione del territorio, umiliazione, emigrazione, infelicità. Chiamiamo tutto il popolo lavoratore sardo - conclude il movimento - a lottare al nostro fianco, determinati ad andare avanti nella strada dell’indipendenza, unica via per restituire dignità ai lavoratori, serenità ai pensionati, futuro alle nuove generazioni di giovani sardi».
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