Sentenza Eternit
«L'Afeva Sardegna ha fiducia nella Giustizia, ma 4000 morti all'anno non si cancellano con i sofismi del diritto».
Ieri sera, mentre la delegazione della AFeVA Sardegna (Associazione Familiari e Vittime Amianto Sardegna Onlus) era in volo di ritorno dal presidio tenuto per tutta la giornata di fronte al palazzo della Cassazione, la Suprema Corte ha dichiarato la prescrizione del reato di “disastro ambientale doloso”, addebitato al padrone dell'Eternit e dunque il non luogo a procedere nei confronti dell'imputato Stephan Schmidheiny. «È stato un doloroso schiaffo in faccia».
La sentenza ufficiale era stata anticipata nel corso della sua requisitoria dal dottor Iacoviello, Procuratore Generale della Corte di Cassazione, il quale «ha l’incarico di esprimere i suoi pareri, nel solo interesse della legge, alle Sezioni della Corte prima che decidano»
«Le parole che abbiamo sentito pronunciare dal PG - evidenzia nella nota Salvatore Garau, presidente dell'AFeVA Sardegna, - sono state inquietanti e ci hanno lasciati sgomenti. Erano il preludio della decisione.
Io sono un marinaio, rappresento con tutti i miei limiti una fetta di umanità vittima dell'amianto e io stesso lo sono.
Tuttavia, dal nostro punto di osservazione, ciò che abbiamo capito di questa triste pagina della storia della tragedia causata dall'utilizzo dell'amianto, che ci sconvolge la quotidianità e ci fa perdere il sonno è, in estrema sintesi, che, «nel solo interesse della legge», il “disastro ambientale doloso” è stato accertato, c'è stato, ma che si è considerato "concluso" nel momento in cui le fabbriche hanno chiuso l'attività, ovvero nel 1986, e per questo è stato prescritto.
Abbiamo anche capito che, «nel solo interesse della legge», il capo di imputazione (l'art. 434 del codice penale, ovvero aver causato il“disastro ambientale doloso”) non era adeguato, da solo, a PUNIRE il responsabile per gli EFFETTI cagionati dal DISASTRO stesso. La Strage.
Una strage ad orologeria ancora in corso, che potrà essere arginata solo con la totale bonifica del territorio e il bando mondiale del suo utilizzo.
Oltre agli schiaffi in faccia, questa sentenza e l'intera vicenda lascia l'amaro in bocca e ci interroga su molti punti, a cui dobbiamo trovare Risposte Adeguate. A partire da come e in che modo "prevenire", «nel solo interesse della legge», la debolezza degli impianti accusatori, che come visto, fanno la differenza sostanziale, tra l'ottenere Giustizia o gli schiaffi in faccia».
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