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A 10 anni dalla morte di Antonio Gades il suo capolavoro in scena a Cagliari e Sassari. Stella Arauzo: «Il flamenco? Un veleno delizioso»
Per ricordare la figura del raffinato artista andaluso, l’8 gennaio al teatro Lirico di Cagliari va in scena “Carmen” lo spettacolo che lo ha reso celebre nel mondo (replica il 10 gennaio al teatro Comunale di Sassari). L’intervista e il ricordo di Stella Arauzo, storica ballerina di Gades e oggi direttore artistico della compagnia.
Il 20 luglio del 2004 moriva a Madrid il grande maestro della scena flamenco Antonio Gades, il primo a creare un repertorio contemporaneo per il flamenco e a farne una danza potente e preziosa. Il Circuito Regionale Danza, in occasione dell’apertura della stagione 2015, vuole ricordare la figura del grande artista portando in scena a Cagliari e Sassari il balletto “Carmen”, primo lavoro scenico firmato da Gades assieme al cineasta Carlos Saura.
In occasione dello spettacolo, in programma al teatro Lirico di Cagliari l’8 gennaio, e al teatro Comunale di Sassari il 10 gennaio, Stella Arauzo, ex ballerina, attrice e oggi direttrice artistica della Compagnia Antonio Gades (fu lei a subentrare a Cristina Hoyos nell’interpretazione di “Carmen”), racconta alcuni retroscena di una relazione artistica che segnato la storia della danza internazionale.
Come fu l’incontro con Gades? «Me lo presentò un’amica, ero molto giovane e fui colpita dalla sua presenza. Ero intimorita, ma al tempo stesso attratta dalla sua energia e dal suo magnetismo e glielo feci capire. L’inesperienza e la gioventù, a volte, possono dare anche molto coraggio».
Il 20 luglio saranno dieci anni esatti dalla sua morte. La sua figura le manca? «Ballare con lui ha cambiato la mia vita. Ogni giorno cerco di visualizzarlo al mio fianco, ricordando la sua voce, il suo passo inconfondibile. Anche se non lo vedo fisicamente, sento viva la sua forza».
Quale insegnamento le ha lasciato? «3. Il suo modello è rimasto integro. L’umiltà, l’onestà, la passione per il lavoro sono frutto del suo insegnamento. Mi ha educato a non abbassare mai la guardia, a combattere ogni giorno, a concentrarmi sugli obiettivi mantenendo la tenerezza e la cura. Soprattutto, mi ha insegnato a non dimenticare mai che non siamo macchine, ma esseri umani, fragili».
Chi era in realtà Gades? «Ancora oggi non sono in grado di comprendere appieno il suo mito, credo che la sua straordinaria popolarità sia dovuta a una combinazione di fattori. I suoi, sono stati anni molto importanti dal punto di vista artistico: gli anni del dopoguerra, di una forte coscienza di classe attraversata da un disagio che, in qualche modo, ha portato alla selezione dei migliori talenti. La sua coerenza con quegli anni ha contribuito a farne un individuo straordinario, un artista infinito, che ancora oggi ci insegna e ci guida».
E’ stato difficile continuare senza di lui? «Difficilissimo. Senza la presenza di Dominique You, direttore tecnico e sua mano destra sin dai primi anni ‘80, senza il pieno sostegno del consiglio di amministrazione della Fondazione e la figura fondamentale di Eugenia Eiriz, direttore della Fondazione e vedova di Gades, tutto quello che abbiamo realizzato finora non sarebbe stato possibile. La sua morte ci ha avvicinati: gli artisti che oggi si affidano a me con dedizione assoluta, ma anche le maestranze della compagnia, dai musicisti, alla sartoria, dai tecnici del suono a quelli della scena. Ci sentiamo parte di un progetto, comprendiamo la difficoltà ma ci sentiamo coinvolti in un lavoro che per noi è come un’opera d’arte».
Il flamenco continuerà a trascinare il pubblico? «Ne sono certa, e continuerà ad evolversi perché è una danza molto aperta anche ad altre culture: una danza viva, inquieta, sensibile».
Una sua definizione di flamenco? «E’ una forza che mi vive dentro, viscerale, un rito misterioso e profondo in cui si esprime al massimo la femminilità. Un’alchimia di seduzione, sofferenza e gioia. Il maschile e il femminile che si incontrano, un intreccio ardito di braccia, mani, fianchi, sguardi. Un veleno delizioso».
Prevendite già aperte: Cagliari, Box Office Sardegna, tel. 070.657428 - Sassari, Nuove messaggerie sarde, tel. 079.230028 - Sassari, Le Ragazze Terribili, tel. 079.2822015
Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 21 - Associazione Enti Locali per lo Spettacolo: tel. 070.491.272
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