Artigianato Alimentare - Sono 3.662 le imprese artigiane del settore, di cui 180 impegnate nelle produzioni DOP, IGP e STG, che esportano per 166milioni di euro
Ben 184 sono i prodotti agroalimentari tradizionali. Appello del Presidente di Confartigianato Sardegna, Folchetti: «Comprate prodotti locali».
Maria Carmela Folchetti |
Sono 3mila662 i laboratori e le botteghe artigiane sarde dell’agroalimentare pronte a soddisfare ogni tipo di palato e a offrire a clienti nostrani e turisti, un ventaglio di prodotti straordinari per qualità, gusto, tradizione e genuinità. Di queste, ben 180 offrono prodotti di altissima qualità, lavorati, trasformati e certificati secondo i marchi europei Dop, Igp e Stg.
166 sono invece i milioni di euro del giro d’affari dell’export e 184 i prodotti agroalimentari tradizionali, riconosciuti, in Sardegna.
Questi sono i dati sulla Sardegna del “Dossier sull’Artigianato Alimentare”, elaborato dall’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, sui dati del terzo trimestre 2014 del Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari.
«Ci rivolgiamo ai consumatori – afferma Maria Carmela Folchetti, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – affinché, in un momento come il Natale, seppure difficile economicamente, si affidino alla tradizione e alla qualità che possono garantire i nostri straordinari artigiani dell’alimentazione e della ristorazione». «Anche un solo acquisto di questo genere – sottolinea la Presidente - è un “piccolo valore” che può contribuire a dare ulteriore forza a un comparto che è tra i pochi a resistere alla crisi garantendo occupazione e lavoro a decine di migliaia di lavoratori sardi».
Delle quasi 3.700 imprese attive nell’alimentare, 1.443 sono pasticcerie, panifici e gelaterie, 1.656 sono attive nei servizi da asporto, 236 sono pastifici, 53 sono attive nella lavorazione e trasformazione della carne, 44 nel lattiero caseario, 48 nell’ambito delle spezie e condimenti, 42 nella produzione di oli e grassi vegetali e animali, 27 nella lavorazione e conservazione di frutta, ortaggi e pesce, 32 nell’ambito dei vini, birre e distillati vari, 34 nella lavorazione delle granaglie e altre 47 in altre produzioni.
A livello provinciale, a Cagliari ci sono 1.461 imprese, a Sassari 1.175, a Nuoro 728 e a Oristano 298.
«La cosa più interessante di questo settore – precisa Folchetti- è che i prezzi sono stati contenuti quasi “all’osso”. Ad esempio nella pasticceria fresca (dati ISTAT) l’aumento medio al consumatore è stato pari all’1,0%. Inferiore sia alla media dei prodotti alimentari che alla crescita dei prezzi delle materie prime».
“Voglio infine soffermarmi sui 7 prodotti agroalimentari a marchio DOP e IGP che la Sardegna annovera (come il Fiore Sardo) – conclude la Presidente - e soprattutto sulle 180 imprese artigiane sarde che si dedicano alle produzioni a marchio garantito Dop, Igp e Stg. Un patrimonio di conoscenze e competenze straordinario che si dedica alla produzione di olio extra vergine d’oliva, ai formaggi, all’ortofrutta e cereali, alle carni fresche e lavorate e alle lavorazioni varie. Questi numeri sono la dimostrazione di quanto sia forte il collegamento della popolazione sarda con le sue tradizioni più profonde. Legame che si deve sempre più tradurre in un sistema integrato e sinergico tra prodotti di qualità, territorio e percorsi turistici enogastronomici».
L’export italiano dell’agroalimentare rappresenta il 7% del Made in Italy e segna una crescita del 2,9% rispetto allo scorso anno.
I mercati più dinamici sono quelli UE: +3% , di poco superiori a quelle UE con il 2,8%. Si esportano vini 23,5%, ovvero 3.187 milioni di euro, paste alimentari per 1.469 milioni di euro (10,8%), formaggi e latticini per 1.429 milioni di euro (10.8% e pomodori e preparati per 951 milioni di euro (7%).
Incrementi dell’export a doppia cifra verso la Francia (38,2%), il Regno Unito (30,3%), gli Stati Uniti (21,9%) e i Paesi bassi (15,1%).
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