Consorzi di bonifica, Copagri lancia l'allarme: sia attuata la riforma approvata 6 anni fa
Per l'associazione servirebbe una sola agenzia mentre le attuali nove gestioni separate creano soltanto diseguaglianze sul costo dell'acqua pagato dai coltivatori sardi.
Copagri Sardegna lancia l'allarme sui Consorzi di Bonifica e invita la Regione a dare attuazione alla riforma approvata sei anni fa. È infatti continua e giusta la protesta dei dei coltivatori: l'ultima riguarda il Consorzio di Oristano, e prima ancora quello del Basso Sulcis e della Nurra. Ora basta.
«Non si capisce perché debbano ancora esistere NOVE consorzi di bonifica con NOVE GESTIONI SEPARATE che determinano un costo dell’acqua non uniforme sul territorio regionale, e causano concorrenza sleale all’interno delle stesse colture», dichiara Ignazio Cirronis, presidente di Copagri Sardegna. «Le Organizzazioni agricole hanno in sostanza condiviso la scelta dell’assessorato di unificare il Consorzio della Sardegna Meridionale con quelli del Basso Sulcis e del Cixerri, ma non basta», aggiunge Pietro Tandeddu, coordinatore regionale di Copagri. «La soluzione ottimale è rappresentata da un’unica Agenzia o struttura consortile, ma nel frattempo si provveda all'integrazione del consorzio dell’Ogliastra con Nuoro e all’unificazione dei tre consorzi del Nord Sardegna».
Per Copagri non sono bastati 6 anni per mettere a posto i bilanci dei consorzi in modo uniforme e trasparente, secondo lo schema del bilancio della Regione, in modo che si possa evincere una chiara situazione patrimoniale e un chiaro conto economico.
1. si dovrebbero istituire servizi comuni tecnici, amministrativi e contabili a livello regionale, con dotazioni organiche definite per i consorzi,
2. si dovrebbe ripristinare la norma del 2008 che fissava all’80% il contributo regionale per le spese di manutenzione, norma “furbescamente” modificata dalla precedente Giunta (che scrisse “sino all’90%”): un vero e proprio specchietto per le allodole, dato che lascia all’amministrazione la discrezionalità di decisione;
3. si devono rivendicare e utilizzare al meglio le risorse irrigue che arriveranno dal Programma nazionale del PSR (anche per completare il piano di installazione dei contatori che possono consentire un risparmio idrico con il pagamento secondo i reali consumi);
4. la Regione deve deliberare i criteri per la determinazione annuale del contributo irriguo da porre a carico dei produttori, e che premi i migliori consorzi in termini di economicità ed efficienza;
5. bisogna dire basta all’assunzione di precari per 6 o 8 mesi nonostante un utilizzo di pochi mesi e pur senza copertura finanziaria per l’intero periodo
Infine Copagri si rivolge all’assessore dell'Agricoltura affinché promuova a breve un incontro con le organizzazioni, i consorzi e la struttura dell’assessorato per fare il punto della situazione e condividere un piano di azione capace di determinare un giusto costo dell’acqua di irrigazione.
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