Sib-Confcommercio: Bertolotti, «in assenza di regole nazionali decidono i Tar»
«Serve riordino normativo con contributo associazione categoria».
CAGLIARI / «In assenza di una normativa nazionale di riordino del settore, per la quale l’attuale Governo sembra si stia finalmente impegnando con serietà, le regole che stanno determinando il futuro delle imprese balneari italiane e sarde viene scritto di fatto dai giudici dei tribunali amministrativi regionali (Tar Lombardia e Tar Sardegna) che, in questo momento, stanno decretando la fragilità della proroga delle concessioni al 2020, richiamandosi alla Corte di Giustizia Europea.
I giudici comunitari emetteranno la loro sentenza, con ogni probabilità, entro novembre 2015 e questa decisione decreterà la compatibilità o meno della scadenza delle concessioni balneari al 2020, decisa dal Governo Monti, con i principi comunitari». Ne è convinto il presidente del Sindacato Italiano Balneari Sardegna e presidente di Confcommercio Sud Sardegna, Alberto Bertolotti, che interviene sul dibattito aperto dopo il convegno organizzato dal Pd.
I giudici comunitari emetteranno la loro sentenza, con ogni probabilità, entro novembre 2015 e questa decisione decreterà la compatibilità o meno della scadenza delle concessioni balneari al 2020, decisa dal Governo Monti, con i principi comunitari». Ne è convinto il presidente del Sindacato Italiano Balneari Sardegna e presidente di Confcommercio Sud Sardegna, Alberto Bertolotti, che interviene sul dibattito aperto dopo il convegno organizzato dal Pd.
«Come mai, vista tutta la sicurezza dichiarata ed il trionfalismo sbandierato, il Comune di Cagliari risulta essere tra i pochissimi comuni della Sardegna a non aver ancora ottemperato alla proroga? - chiede - A poco servono normative regionali e pianificazioni comunali, se non ad intasare le aule dei Tar, se il Governo, in accordo con le associazioni di categoria, non arriverà in tempi brevissimi alla definizione di un serio riordino normativo nazionale sulla materia, che deve essere assunto in modo responsabile ed in compatibilità con i principi dettati dall'Unione Europea.
Questo è un ragionamento ineludibile e la nostra posizione vuole essere di stimolo e contributo politico e tecnico al percorso. Chi è sveglio capisce – conclude - chi vuole dormire continui a dormire, ma si astenga dal volere guidare il futuro di così tante imprese e famiglie, cercando facili consensi e facendo leva sulla disperazione dei concessionari».
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