Campione del Mondo
Nell’aprile del 1965, Tore Burruni conquista il titolo iridato dei pesi mosca. Tra un mese, il cinquantesimo anniversario. La città lo ricorderà?.
Antonio Budruni |
Il 23 aprile 1965, al Palazzetto dello Sport di Roma, il campione europeo dei pesi mosca, Salvatore Burruni, sfida il detentore del titolo mondiale, Pone Kingpetch. Dopo un inseguimento durato 4 anni, il campione algherese ha finalmente la possibilità di dimostrare al mondo intero il suo valore.
E lo dimostra tutto, fino in fondo, vincendo ai punti il titolo iridato.
Per Alghero, per la Sardegna, per l’Italia e, anche per l’Europa, quel traguardo sportivo agguantato da un piccolo campione, alto solo 1 metro e 55, fu particolarmente significativo. Rappresentò, in diretta televisiva mondiale, la possibilità di rivalsa dei più deboli, dei meno fortunati, dei poveri. Contro la ricchezza, il potere e le strategie politico-sportive internazionali. Per Alghero e la Sardegna, il titolo mondiale conquistato da Burruni significò l’accesso ai vertici dello sport nazionale: era il quinto italiano a potersi fregiare di un titolo mondiale, dopo Carnera, D’Agata, Loi e Mazzinghi; il primo sardo ad arrivare ai vertici della boxe mondiale.
In quella vittoria c’era tutta la rabbia, la determinazione, la caparbietà e la voglia di riscatto di un intero popolo. Tore Burruni aveva fatto diventare campioni del mondo tutti gli algheresi e tutti i sardi, qualsiasi cosa potesse significare essere campioni del mondo in quel giorno d’aprile del 1965, in pieno boom economico, dopo un dolorosissimo e tristissimo dopo guerra.
La città di Alghero ha doverosamente riconosciuto a questo suo piccolo-grande uomo i meriti sportivi e umani, dedicandogli il viale che collega la città alla borgata di Fertilia.
E tuttavia, il 23 aprile del 2015 non può essere considerato un anniversario qualsiasi, perché è il cinquantesimo dalla vittoria del titolo mondiale.
Salvatore Burruni |
L’unico titolo iridato che un algherese abbia mai conquistato. La città intera, e in primo luogo l’amministrazione pubblica, dovrebbero non scordare questo appuntamento. Perché ricordare le gesta dei grandi del passato, non lasciare nell’oblio coloro che hanno reso celebre la città in ambito internazionale, non solo è doveroso, ma è anche importante per tutti gli algheresi. Per quelli che ne hanno seguito le gesta, ma ancor di più per quelli che non c’erano, che non hanno conosciuto il grande campione e che hanno bisogno di conoscere la storia della loro città per sentirsene membri a tutti gli effetti, condividendone – anche solo attraverso la memoria e la narrazione – i momenti della vita vissuta da chi c’era e da chi ha contribuito, nel bene o nel male, a fare di Alghero quello che oggi è per tutti gli algheresi vecchi e nuovi: la nostra piccola patria.
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